Mr Panettone, il re dei dolci natalizi, la vera storia
Una fetta di delicato sapore natalizio Dal 1495 il “Pan de Toni”, primeggia incontrastato a Natale su tutte le tavole degli italiani e di mezzo mondo. La forma attuale si deve al talento di Angelo Motta negli anni ‘20 del novecento; una rivoluzione non tanto sugli ingredienti quanto nella forma
Il Panettone Motta ph credit Luinetti Domenico
(AGR) di Rita Di Prima
Nell’immaginario comune non può esserci Natale senza un Panettone a tavola, il re dei dolci natalizi si impone come il più desiderato tra gli ospiti nelle case delle famiglie in festa per la santissima ricorrenza.
Durante la preparazione del dolce qualcosa andò storto e il cuoco, immaginando la reazione non certo morbida del Duca di Milano si disperava tra i fornelli della nobile cucina in preda al panico e in cerca di un rimedio, quando Toni, garzone e sguattero anch’egli alla corte degli Sforza, gli andò in aiuto. Toni aveva messo da parte un panetto di lievito madre per festeggiare il Natale con la sua famiglia, lo prese, lo lavorò con farina, uova, zucchero e uvetta e, impastandolo più volte, diede vita a un dolce morbido e profumato. Fu un successo, il dolce ricevette il plauso di tutta la Corte, lo stesso Ludovico volle congratularsi con l’umile garzone e con il cuoco che grazie al provvidenziale intervento dell’umile servo si salvò dalle ire del Duca. Dunque, era nato il “Pan de Toni” che attraverso una secolare metamorfosi cacofonica era diventato quello che oggi è conosciuto al mondo intero col nome di “Panettone”. Ingredienti a parte, rimasti sostanzialmente gli stessi utilizzati dal garzone alla corte dgli Sforza, la forma attuale del tipico dolce natalizio si deve al talento di Angelo Motta negli anni ‘20 del novecento; una rivoluzione non tanto sugli ingredienti quanto nella forma.
Il geniale pasticciere di Gessate in provincia di Milano, pensò di aumentare la quantità di uova e burro nell’impasto e riporre il tutto in un pirottino, una sorta di mortaio allungato, per favorirne lo sviluppo in verticale anzichè in orizzontale e, per rennderlo più soffice ed accattivante, utilizzò una guaina di cartone con cui fasciare il dolce; così facendo, durante la cottura il dolce superava la carta in altezza, assumendo la caratteristica forma a fungo, una base cilindrica e il "cappello" che fa assomigliare il dolce a un tappo di champagne.
Un successo immediato ed inaspettato anche per lo stesso ideatore Motta.Allora stesso imprenditore di Gessate si deve anche l’industrializzazione del tipico dolce, una produzione di massa che raggiunse ogni angolo del territorio italico riempendo gli scaffali di tutti i supermercati e portando gli italiani a immaginare come impossibile un Natale senza il caratteristico dolce nelle tavole. Il “Pan de Toni” o Panettone, comunque sia quel dolce dalla forma inequivocabile, è diventato sinonimo di festa, ma non di una festa qualsiasi, bensì della regina delle feste, il Santo Natale, una ricorrenza festeggiata in tutte le comunità cristiane del mondo intero.