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Foad Aodi AMSI-CO-MAI-UMEM-UNITI PER UNIRE: “Difendere la libertà di espressione e tutelare il giornalismo, testimonianza di verità e giustizia.”

“Siamo felici per la giornalista Cecilia Sala e per la sua famiglia, che può finalmente riabbracciarla"

printDi :: 08 gennaio 2025 18:57
Cecilia Sala

Cecilia Sala

(AGR) Roma,  la Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-Mai), l’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euromediterranea (UMEM) e il Movimento Internazionale Transculturale Uniti per Unire esprimono la loro grande soddisfazione per la liberazione della giornalista italiana Cecilia Sala.

Il Prof. Foad Aodi, leader e Presidente delle associazioni, anche in veste del suo ruolo di giornalista internazionale e di Direttore Responsabile dell’AISC, Agenzia Internazionale Senza Confini, con enorme sentimento di commozione, dichiara: “Siamo felici per la giornalista Cecilia Sala e per la sua famiglia, che può finalmente riabbracciarla".

 
Complimenti a tutti coloro che hanno lavorato per raggiungere questo esito positivo. La libertà di espressione e il diritto all’informazione sono valori imprescindibili, e il giornalismo deve essere tutelato ovunque, soprattutto nei contesti di conflitto.”

La vicenda della nostra reporter Cecilia Sala, come altre simili nel mondo, richiama l’attenzione sull’importanza di proteggere i giornalisti, spesso testimoni diretti di verità scomode e protagonisti della libertà di informazione.

“Secondo le nostre indagini, oltre 630 giornalisti sono stati arrestati nel mondo negli ultimi anni, e molti hanno perso la vita ingiustamente, specialmente in aree di guerra. Il giornalismo è un baluardo fondamentale di democrazia, e va difeso con la stessa forza con cui denunciamo le aggressioni ai professionisti della sanità,” ha aggiunto Aodi.

Secondo i dati riportati dalle nostre associazioni, costantemente aggiornati, negli ultimi tre anni gli arresti dei giornalisti sono aumentati del 16%, mentre le aggressioni verso i professionisti della sanità sono cresciute del 39% a livello globale.

In particolare negli ultimi 3 anni sono stati arrestati 1430 giornalisti e reporter: nel 75% dei casi i fatti sono avvenuti in paesi dove ci sono conflitti e manca il totale rispetto della libertà di informazione.

“Questi allarmanti numeri devono far riflettere: i giornalisti rischiano la vita per portare la verità, così come i medici e gli operatori sanitari operano in condizioni sempre più difficili. La tutela di queste categorie è un dovere universale,” ha sottolineato.

L’indagine è frutto dell’accurato lavoro dell’Unione Giornalisti Senza Confini, che opera in oltre 120 paesi del mondo, e che fa parte del circuito dell’UMEM e del Movimento Uniti per Unire di Aisc.

Le associazioni AMSI, Co-Mai, UMEM e Uniti per Unire insieme ad Aisc si uniscono, quindi, nell’accorato appello per garantire sicurezza e libertà a tutti i professionisti della comunicazione impegnati in prima linea, ribadendo il loro impegno a favore della giustizia, dei diritti umani e della libertà di informazione.

Foto da Comunicato Stampa

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