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L'Elfsborg sconfigge una Roma approssimativa

Coppa Uefa. Elfsborg-Roma 1-0

printDi :: 04 ottobre 2024 15:51
L'Elfsborg sconfigge una Roma approssimativa

(AGR) Alla vigilia, era opinione diffusa che, per la Roma, questa con l’Elfsborg dovesse essere una specie di gita fuori porta. Vero è che qualche preoccupazione la destava pure il fatto che la partita si sarebbe giocata sull’erba sintetica, praticamente sulla plastica, ciò che avrebbe senz’altro causato strani e bizzarri rimbalzi del pallone, con possibili e probabili conseguenze nefaste per i giallorossi, non adusi a questo tipo di ground. Peraltro, come affermato da Juric nella conferenza stampa del giorno prima, su quel campetto la Roma non aveva svolto alcun allenamento. La squadra giallorossa, quindi, sarebbe scesa su quel campo praticamente senza averlo ‘assaggiato’. Un ‘Tiremm innanz’ che avrebbe potuto essere evitato.

Forse, andare lì un paio di giorni prima sarebbe stata una scelta migliore. Ma questo non è compito di chi, lautamente stipendiato, si occupa della gestione delle trasferte della Roma? Ma, a questo punto, dopo che il ritiro precampionato è stato fatto a quaranta gradi all’ombra, in quel di Trigoria, non ci si può più stupire di nulla: campetti in platica, pericoli di infortuni, ma a noi cosa ce ne importa? Andiamo là, gliene facciamo quattro e chiudiamo la pratica: dev’essere stata questa la convinzione, del tutto campata in aria, dalla quale sono partiti i responsabili della trasferta svedese e non solo. Il primo tempo non dice nulla né sul piano qualitativo delle due squadre, né su quello spettacolare: le avversarie si studiano, non mancano tentativi dall’una e dall’altra parte. A fronte di tentativi di Angelino, Shomurodov e, più tardi di Pisilli e Dobvyk, che apparivano piuttosto velleitari, sono i padroni di casa che per due volte vanno vicini al vantaggio. In entrambe le occasioni, il fianco sinistro giallorosso viene penetrato con una certa facilità ma, fortunatamente per Svilar e compagni, gli avanti svedesi arrivano sul pallone in ritardo. Detto degli svedesi, corre il 25’ quando Paredes viene atterrato in piena area: è rigore netto, ma l’arbitro Thover, il cui paese, se non fosse per il Mar Baltico, sarebbe attaccato alla Svezia, inspiegabilmente, almeno per noi, neanche fischia, né abbiamo visto arrivare segnali di ‘potential penalty check’ da parte VAR, sicché all’Elfsborg gli va di lusso e la partita prosegue senza scossoni. Poi, al 44’, arriva il rigore: pallone che sbatte sul braccio destro del bravo Baldanzi, lungo confabulare al VAR, che chiama l’arbitro alla moviola, questi guarda e scruta e poi indica il dischetto: batte Baidoo e realizza.

 
Gaudio della tifoseria locale assiepata sugli spalti dello stadietto. In altri tempi, quel rigore non sarebbe mai stato concesso, vista l’evidente involontarietà del fallo, ma i tempi cambiano ed oggi, eliminata la vexata quaestio fallo volontario/non volontario, si considera che quando il pallone sbatte, in area, sul braccio o sulla mano di un giocatore difendente, è rigore, perché l’intervento danneggia l’avversario, il quale a causa dalla deviazione, non può più arrivare sul pallone. Riteniamo che, per il bene del calcio, il concetto di volontarietà e involontarietà di un fallo debba essere immediatamente rispristinato. Perché? Perché è troppo facile mirare e centrare una mano o un braccio di un avversario che sta difendendo nella propria area. Baldanzi cerca di rifarsi in apertura di ripresa, al 52’, ma il pallone è parato bene da Petterson. La volontà della Roma c’è, ma il pallone non entra neanche quando Pisilli, poco dopo, ha la palla: gran tiro, ma è ancora il portiere svedese a dire di no con una bella parata.

A questo punto della gara, Juric realizza che bisogna mischiare le carte e manda dentro Dybala, Dobvyk e Pellegrini, più tardi, nei minuti finali, Cristante: onestamente, abbiamo difficoltà a capire perché il mister giallorosso non abbia schierato questi giocatori, strutturalmente indispensabili per la Roma, fin da inizio gara e abbiamo difficoltà, altresì, a capire perché Konè, che contro il Venezia ci aveva convinto ampiamente, non abbia trovato posto in squadra, soprattutto quando i giallorossi avevano estrema necessità di produrre gioco, con l’Elfsborg che difendeva il suo golletto di vantaggio senza isteria, d’accordo, ma non disdegnando, spesso, di rifilare calcioni e proditori sgambetti ai giallorossi, falli che, immancabilmente, l’arbitro Tohver si guardava bene dal punire, come, ad esempio, quello commesso da Henriksson ai danni di El Shaarawy, al 77’: il fattaccio si verifica in area svedese, però, siccome il già citato Henriksson prende prima il pallone e poi il piede del faraone, allora non c’è rigore. D’accordo, accettiamo con riluttanza questa interpretazione, ma almeno il rosso poteva tirarlo fuori. Bene, si va avanti, le sostituzioni non sortiscono l’effetto voluto, a parte una traversa di Pellegrini nei minuti finali che, per quanto fatto vedere dalla Roma nel secondo tempo, avrebbe meritato migliore fortuna.

La sconfitta con la squadretta svedese non compromette il cammino della Roma nella competizione, ma, certo, le impone di rimboccarsi le maniche e lavorare il doppio. Se non altro per il rispetto dovuto ai suoi fedelissimi ed impagabili tifosi, deve e può farlo. L’attuale classifica della Uefa Europa League (dopo la seconda giornata): 6 punti: Anderlecht, FCSB, Lazio, Lione, Tottenham 4 punti: Ajax, Athletic Bilbao, Bodo Glimt, Eintracht Francoforte, Fenerbace, Galatasaray, Hoffenheim, Midtjylland, Slavia Praga 3 punti: AZ Alkmaar, Braga, Elfsborg, Malmoe, Olympiakos, Rangers 2 punti: Manchester United, Viktoria Pilzen, Twente 1 punto: Ludogorets, Nizza, Porto, Real Sociedad, RFS, Roma, Union Saint Gilloise 0 punti: Besiktas, Dynamo Kyev, Ferencvaros, Maccabi Tel Aviv, Paok Salonicco, Qarabag

 

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