24 gennaio, Giornata Internazionale dell'Educazione, i progetti dei Salesiani contro l'abbandono scolastico
I Salesiani per il sociale avviano una serie di progetti nazionali e locali contro l'abbandono scolastico, nelle aree più a rischio, che prevedono attività di supporto allo studio e momenti ricreativi nel tempo libero, attraverso il coinvolgimento delle scuole e delle famiglie.
Salesiani per il sociale foto comunicato stampa
(AGR) L'Italia è tra i Paesi europei in cui la povertà educativa è più forte[1] e si riproduce per via intergenerazionale nei ceti più svantaggiati. In particolare, il Mezzogiorno costituisce il bacino principale della dispersione scolastica, con Sicilia, Puglia e Campania con percentuali superiori al 14%. Per contribuire a spezzare questa catena, la rete associativa Salesiani per il sociale - fondata dai Salesiani d'Italia di don Bosco - ha avviato una serie di progetti su tutto il territorio nazionale con l'obiettivo di favorire un processo continuo e diffuso di apprendimento da parte di bambini e adolescenti, specialmente nelle aree più a rischio.
La povertà educativa, infatti, assume diffusione diversa tra il Mezzogiorno e il resto del Paese, rappresentando uno dei fattori esplicativi delle disuguaglianze individuali nei percorsi formativi e nei risultati di apprendimento[2]. In occasione della Giornata Internazionale dell'Educazione (24 gennaio), Salesiani per il sociale ribadisce il proprio impegno nell'offrire a bambini e ragazzi un aiuto concreto sia per le attività scolastiche che extra-scolastiche, coinvolgendo i docenti ma soprattutto le famiglie. Ad oggi, sono circa 2mila i beneficiari di questi progetti, sia nazionali che locali, che vedono coinvolti 160 educatori distribuiti in diverse regioni d'Italia: Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia.
Ogni giorno, un esercito di educatori, assistenti sociali e psicologi, insieme a famiglie e scuole, lavora per creare un ambiente educativo fondato su fiducia, accoglienza e accompagnamento personale. Seguendo il sistema preventivo di don Bosco, promuoviamo conoscenze e competenze, aiutando bambini e ragazzi a inseguire le proprie aspirazioni e costruire un futuro migliore attraverso lo studio, la creatività e lo sviluppo delle proprie capacità».
L'impegno di Salesiani per il Sociale si traduce in azioni concrete su tutto il territorio nazionale, con l'obiettivo di rispondere in maniera efficace e innovativa ai bisogni educativi dei minori e delle loro famiglie, come - per esempio - "Vicini di banco: territori e scuole insieme per contrastare la dispersione scolastica”, realizzato per favorire l'inclusione sociale, il successo scolastico e il miglioramento delle competenze degli studenti coinvolti. "Vicini di banco” nasce da un'esperienza trentennale consolidata nelle scuole di Torino, denominata "Provaci ancora, Sam!”, che prevede attività sviluppate con un modello didattico flessibile, adattabile ai vari contesti scolastici e basato sulla co-progettazione e co-programmazione di docenti ed educatori.
Numerosi anche i progetti a livello locale, tra cui "Una Giostra educante”, "Scuola Libera Tutti!” e "Scuola Casa Comune”. Con l'obiettivo di contrastare l'influenza di modelli subculturali devianti, nel quartiere Giostra di Messina Salesiani per il sociale ha avviato il progetto "Una Giostra educante” destinato a 600 bambini e ragazzi tra i 6 e 17 anni. L'iniziativa è rivolta a minori con diversi livelli di intensità educativa, alle famiglie - per lo sviluppo delle competenze, delle responsabilità genitoriali e la riduzione dei fenomeni di disoccupazione - e alla comunità, per lo sviluppo di un welfare generativo.
Il progetto "Scuola Libera Tutti!” è stato attivato a Venaria Reale (TO), Macerata, Roma, Cisternino (BR) e Palermo, per prevenire l'abbandono scolastico e migliorare il benessere degli studenti, sia in ambito scolastico che extrascolastico, con attività di supporto allo studio e momenti ricreativi che coinvolgano i ragazzi anche nel tempo libero. A Pedara e Viagrande, in provincia di Catania, ha invece preso il via il progetto "Scuola Casa Comune”, per promuovere l'inclusione nei servizi socioeducativi e nelle attività ludiche e culturali - offerte dal progetto e dal territorio - di 300 bambini tra i 5 e i 10 anni in condizioni di fragilità economica nei due comuni etnei. Il progetto intende aiutare specialmente le famiglie, tramite la formazione e l'avvio di un percorso di costituzione di una comunità di pratica per il miglioramento delle competenze, sostenendole attraverso l'inserimento in una rete di genitori, insegnanti e figure educative.