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Lupus e cervello: manifestazioni neuropsichiatriche

Perché il lupus “prende di mira” il sistema nervoso?

printDi :: 10 aprile 2025 14:48
LUPUS LES Psicosi

LUPUS LES Psicosi

(AGR) Quando parliamo di neuropsichiatria, spesso immaginiamo malattie neurologiche e psichiatriche distinte; in realtà, nel Lupus, questi due aspetti possono intrecciarsi in modo sottile, dando vita a sintomi che spaziano dalle semplici emicranie fino a veri e propri episodi psicotici.

Un’ampia gamma di sintomi

Secondo un approfondimento divulgato da Harvard Health Publishing, le manifestazioni neuropsichiatriche del LES sono variegate e complesse. Non stiamo parlando solo di mal di testa o problemi di concentrazione. In alcuni casi, il lupus può alterare in modo significativo la quotidianità:

  • Difficoltà cognitive: molti pazienti riferiscono problemi di memoria, rallentamento del pensiero, o una certa confusione mentale. Questi sintomi, apparentemente “minori”, possono incidere sulla vita lavorativa e familiare, causando disagio e incomprensione da parte di chi sta attorno.
  • Disturbi dell’umore: depressione e ansia sono frequenti, spesso connesse alla cronicità della malattia, ma anche a possibili meccanismi biologici e autoimmuni che influenzano le aree cerebrali dedicate all’elaborazione delle emozioni.
  • Psicosi e deliri: sebbene siano più rari, in alcuni pazienti si registrano allucinazioni (soprattutto uditive) o deliri, situazioni che possono generare grande paura e senso di isolamento.

 
Parlare di “lupus al cervello” significa riconoscere che l’infiammazione, peculiare di questa malattia autoimmune, può estendersi anche a livello dei vasi sanguigni e dei tessuti cerebrali, dando vita a un quadro clinico complesso, talvolta difficile da diagnosticare.

Lupus LES  neuropsichiatria

Lupus LES neuropsichiatria

Perché il lupus “prende di mira” il sistema nervoso?

Una delle ragioni principali risiede nel fatto che il LES induce la produzione di autoanticorpi, capaci di aggredire cellule e tessuti dell’organismo stesso. Quando questi anticorpi raggiungono il sistema nervoso, possono danneggiarlo, sia direttamente sia attraverso fenomeni di vasculite (infiammazione dei vasi sanguigni cerebrali) o di microischemie che alterano la normale circolazione. A livello pratico, ciò può tradursi in un rallentamento dei processi cognitivi, in cambiamenti del comportamento o in vere e proprie disfunzioni psichiche.

Inoltre, si ipotizza che certe citochine pro-infiammatorie, sostanze coinvolte nelle risposte immunitarie, possano contribuire all’alterazione del funzionamento cerebrale, influendo negativamente su aree chiave come l’ippocampo (fondamentale per la memoria) e le strutture frontali (associate alla pianificazione e all’emotività).

Diagnosi Lupus Eritematoso Sistemico: perché è difficile e come affrontarla

Riconoscere una manifestazione neuropsichiatrica del LES non è sempre semplice. Spesso, chi ne soffre potrebbe pensare di essere semplicemente “stressato” o “scarico mentalmente”. Lo stesso vale per i disturbi dell’umore: possono sembrare legati a situazioni di vita, senza che si ipotizzi un contributo organico sottostante.

Gli specialisti di Harvard sottolineano l’importanza di un’attenta anamnesi e di esami specifici per individuare possibili danni o infiammazioni a livello cerebrale. In particolare:

  1. Risonanza Magnetica (RM): può evidenziare microischemie o aree di sofferenza vascolare.
  2. Esami del sangue: la ricerca di anticorpi (anti-dsDNA, anti-fosfolipidi, ecc.) aiuta a chiarire se il LES è in fase di riacutizzazione e se potrebbe impattare sul sistema nervoso.
  3. Valutazione neuropsicologica: test che esplorano le funzioni cognitive (memoria, attenzione, linguaggio).
  4. Consulenza psichiatrica: in caso di comparsa di sintomi psicotici, deliranti o ansioso-depressivi, l’intervento di uno psichiatra specializzato in disturbi organici è cruciale per distinguere una psicosi “primaria” da una psicosi indotta dal lupus.
  5. Un percorso terapeutico multiforme

Chi riceve una diagnosi di lupus con coinvolgimento neuropsichiatrico si trova ad affrontare un percorso di cura in cui la multidisciplinarietà è la parola d’ordine. Reumatologo, neurologo, psichiatra e psicologo devono collaborare per:

  • Controllare l’attività di malattia: farmaci immunosoppressori e corticosteroidi mirano a ridurre l’infiammazione sistemica.
  • Stabilizzare l’umore e i sintomi psicotici: antipsicotici atipici, stabilizzatori dell’umore o antidepressivi, a seconda del quadro clinico, aiutano a ridurre l’impatto dei disturbi del comportamento e delle funzioni cognitive.
    Riabilitazione cognitiva: per i pazienti che mostrano difficoltà di memoria o attenzione, percorsi mirati di esercizi mentali possono migliorare la qualità di vita.
  • Supporto psicologico: affrontare una patologia cronica come il LES può scatenare ansie e paure; disporre di un adeguato sostegno (individuale o familiare) riduce il rischio di sentirsi “schiacciati” dalla malattia.


Vivere con il Lupus Eritematoso Sistemico (LES)

“Ci sono giorni buoni e giorni cattivi,” racconta con tono rassicurante un paziente che ha condiviso la sua esperienza in un forum sponsorizzato da Harvard Health. 

“La stanchezza mentale non va via con un colpo di bacchetta magica, ma sapere che non è ‘colpa mia’ se dimentico le cose o se mi sento sopraffatto, mi ha aiutato a capire che posso chiedere aiuto e fare passi concreti per stare meglio.”

Questo tipo di testimonianze dimostra quanto sia importante non sottovalutare i sintomi neuropsichiatrici: spesso l’intervento precoce fa la differenza nel prevenire forme più gravi di disagio e nel mantenere una buona qualità di vita nonostante la malattia.

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