Spazio, l'Italia torna in orbita con il lancio del modulo cargo "Cygnus NG-19"
Il lancio era previsto per il mese di maggio ma per problemi legati ai ritardi della NASA è stato rinviato a luglio. La missione si svolgerà 40 anni dopo il volo nello spazio nel novembre 1983 dello “Spacelab 1”, il primo laboratorio spaziale europeo costruito dall’allora Aeritalia a Torino
Satellite cargo foto da comunicato stampa Fly Future
(AGR) L’Italia è pronta a tornare in orbita con il cargo spaziale “Cygnus NG-19”. Il lancio di questo modulo pressurizzato senza equipaggio, realizzato negli stabilimenti torinesi di Thales Alenia Space, era previsto per questo mese di maggio con un vettore “Antares 230+” dalla base di Wallops Island in Virginia (USA), ma è stato rinviato a luglio per i ritardi accumulati da altri lanci della NASA. Questa missione si svolgerà esattamente 40 anni dopo il volo nello spazio nel novembre 1983 dello “Spacelab 1”, il primo laboratorio spaziale europeo costruito dall’allora Aeritalia sempre a Torino, che inaugurò il filone dei moduli pressurizzati “made in Italy” utilizzati oggi sulla Stazione Spaziale Internazionale, presto sulla prima stazione commerciale “Axiom” e, in un prossimo futuro, anche per la missione lunare “Artemis”. L’anniversario dello “Spacelab 1” sarà celebrato durante “Fly Future 2023”, seconda edizione dell’evento di orientamento per i giovani che intendano lavorare nel settore dell’aviazione e dello spazio, che si svolgerà nei giorni 23 e 24 maggio presso l’Università Europea di Roma.
Il cargo spaziale “Cygnus NG-19” porterà circa 3,7 tonnellate di esperimenti e rifornimenti agli astronauti sulla Stazione Spaziale Internazionale. Dopo essere arrivato in orbita, il modulo verrà “catturato” utilizzando un braccio robotico e quindi agganciato ad un portello della Stazione. “Per gli astronauti a bordo, l’arrivo di questo modulo è come ricevere dei regali dalla Terra, c’è tanta attesa ma anche un po’ di apprensione per la delicata fase di aggancio”, ricorda l’astronauta Paolo Nespoli, che ha passato oltre 313 giorni nello spazio e che nel 2017 fu proprio il responsabile del recupero di un modulo “Cygnus”. Durante “Fly Future 2023”, Nespoli parteciperà al convegno “Lavorare nello spazio. Progetti italiani dal laboratorio Spacelab 1 alle stazioni orbitanti fino alla Luna”, insieme a dirigenti dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e di Thales Alenia Space. “Ricordo che ero un po’ preoccupato di riuscire ad agganciare il modulo Cygnus con il braccio robotico, anche perché non è tecnicamente semplicissimo e in una precedente missione un mio collega astronauta aveva avuto qualche problema”, racconta Nespoli. “Ma alla fine è andato tutto bene e abbiamo poi dovuto scaricare questo grande ‘tir spaziale’ e collocare ogni materiale nel posto prefissato a bordo della Stazione”.
foto da comunicato stampa Flay Future