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Roma: testa alla Conference, ma l’ennesimo rigore negato e i troppi errori di Fabbri indirizzano la gara su altri binari - Bologna di lusso con traversa finale

Roma-Bologna 0-0

printDi :: 02 maggio 2022 15:19
Roma: testa alla Conference

Roma: testa alla Conference

(AGR) Di per sé, Roma-Bologna non è stata una partita proprio brutta brutta, tale cioè da far sbadigliare gli spettatori o indurli ad abbandonare gli spalti o spegnere il televisore già alla fine del primo tempo, ma, di sicuro, le è mancato quel qualcosa che impedisce di definirla ‘bella’, perché, come noto, generalmente a una partita viene attribuito quell’aggettivo quando è giocata bene da entrambe le squadre. Poi, magari il risultato finale può restare bianco, ma chi ha assistito alla gara è pienamente soddisfatto dallo spettacolo che gli è stato offerto. Ecco, Roma-Bologna non è stata una partita spettacolare, ma, questo sì, non sono mancate le occasioni per schiodarla dallo 0-0. Nell’immaginario collettivo, il risultato bianco viene generalmente considerato come la prova provata di una partita scialba, incolore, giocata solo per onor di firma. In effetti, a tratti Roma-Bologna ha dato l’impressione di poter cadere in quella catalogazione. Ciò che induce a evitare di definire ‘scialba’ o, se preferite, ‘anonima’ la partita tra giallorossi e rossoblu sono state quelle poche fiammate che, qua e là nel suo svolgersi, da una parte e dall’altra l’hanno ravvivata.

La motivazione, sola e unica, che aveva la Roma era quella di vincere. Essa imponeva ai romanisti di dare tutto ciò che avevano dentro per agguantare quei tre punti che, a qualificazione Champions ormai andata, le servivano per mettere al sicuro la sua partecipazione alla Coppa Uefa. Considerando la posizione in classifica del Bologna e le differenze qualitative, decisamente in favore della Roma, il bottino pieno era alla portata dei giallorossi. Imprevedibilmente, invece, sul campo è successo che la Roma, a tratti, ha dato la sensazione di non vedere l’ora che la partita finisse. Tra le file romaniste è riaffiorata la solita, maledetta mancanza di personalità che ha già compromesso altre gare di campionato e che, aggiunta a certe sfasature di centrocampo generalmente causate da Cristante e compagnia bella con passaggi e disimpegni sbagliati anche banalmente, fornisce, più o meno, un quadro sostanzialmente veritiero, del match giocato dall’undici giallorosso. Certo, le occasioni non sono mancate, ma, per esempio, nel primo tempo si è dovuti arrivare al 24’ per vedere il primo tiro in porta dei giallorossi, autore Perez, e addirittura al 28’ per rendersi conto che Zaniolo era in campo, quando il carrarese spara una gran botta alla quale Skorupski risponde bene, e in chiusura di tempo, al 39’, ancora con Perez che manda il pallone oltre la traversa.

 
Nella prima parte della gara, contrariamente alle aspettative della sua tifoseria, la Roma non va oltre il compitino, diciamo così. Pochino. Nei primi minuti della ripresa, succede poco, anche se il ritmo gara si mantiene su un buon livello. Al 58’ ci prova Arnautovic, ma il pallone finisce a lato. Per Mourinho questo è un segnale forte e procede subito alle sostituzioni: fuori Maitland-Niles, El Shaarawi, Perez e Felix, dentro Abraham, Zalewski, Pellegrini e Karsdorp. La Roma ne guadagna in dinamicità e varietà di schemi, ma la porta di Skorupski rimane inviolata. In questa frazione di gara la Roma potrebbe passare due volte ma prima Kumbulla, al 67’, da ottima posizione gira di testa a botta sicura, con Skorupski che si supera negandogli il goal, e poi, all’80, un diagonale di Abraham finisce a lato e infine, al 93’, un potente destro al volo di Pellegrini finisce di poco alto oltre la traversa. Con questo pareggio casalingo, la Roma ha gettato via altri due punti e adesso deve guardarsi dalla concorrenza accanita oltreché fortunatissima. Da parte sua, il Bologna ha onorato l’impegno alla grande, disputando una partita più che buona.

Ha palesato una ottima condizione psico-fisica, il che non è poco, a questo punto del campionato. Schemi ariosi, senza fronzoli, buona intesa tra i reparti, ma soprattutto la totale libertà mentale data dalla mancanza di altri impegni, hanno contribuito a costruire il campionato dei rossoblu. Tanto nel primo, quanto nel secondo tempo, le iniziative dei felsinei non sono state mai banali o prevedibili, trovando in Arnautovic il naturale sbocco alle sue manovre offensive. L’austriaco ha dimostrato di essere una vera e propria mina vagante per tutta la partita, pronta ad esplodere qualora gli fosse capitato il pallone buono, cosa che accade una prima volta al 17’, quando si trova a tu per tu con Rui Patricio, che gli esce bene e sventa la minaccia, e una seconda volta al 22’, quando gli arriva un bel pallone che però il rossoblu calcia debolmente consentendo all’estremo romanista di parare facile. Nella ripresa, l’austriaco si farà vedere ancora, al 48’, ma il pallone finirà a lato.

I due tempi del Bologna sono stati ben al di sopra della semplice sufficienza, e nel suo serrate finale sfiora addirittura la vittoria, dapprima con De Silvestri, che all’88’ si vede parare il suo colpo di testa, piazzato a colpo sicuro, da un grandissimo Rui Patricio, e più tardi, con Barrow, al 94’, quando la potentissima sassata del gambiano scuote la traversa a portiere battuto. Il goal avrebbe sancito una vittoria che, suonando come una grossa beffa per la Roma, non sarebbe stata del tutto immeritata. Ciò che più ci ha favorevolmente impressionalo dei rossolu è stata la loro volontà di vittoria, palesata per tutta la durata della gara, in antitesi con quanto fatto vedere dalla Roma in diversi tratti di gara. È pur vero che a credito della Roma c’è il rigore che l’arbitro Fabbri Michael da Ravenna, lì nei pressi, non ha accordato - rigore che, ipotizzandone la sua trasformazione, avrebbe cambiato la partita obbligando il Bologna a disputare una partita ad handicap - ma è pur vero che non si può imputare all’errore arbitrale la mancata vittoria della Roma. In fondo l’evento è occorso al 2’ minuto e considerando il recupero c’era ancora una partita intera da giocare, per mettere a segno goal e goal. Dall’ensemble Mourinhiano, la tifoseria romanista, sempre amorevole e appassionata e visceralmente attaccata ai colori dell’Urbe, si aspetta ben altro.                                                                                                              

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