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Roma-Sassuolo 2-1. Stefano El Shaarawy inventa il goal-vittoria - Giallorossi in vetta – Sassuolo da favola - Mourinho va a mille sotto la curva

Partita spettacolo all’Olimpico

printDi :: 13 settembre 2021 14:38
Roma - Sassuolo -  Foto di jorono da Pixabay

Roma - Sassuolo - Foto di jorono da Pixabay

(AGR) ROMA: Rui Patricio; Karsdorp (44’ st Reyndolds), Mancini, Ibanez, Vina; Veretout (29’ st Shomurodov), Cristante; Zaniolo (29’ st Perez), Pellegrini, Mkhitaryan (25’ st El Shaarawy); Abraham. Allenatore: Mourinho                                   

SASSUOLO: Consigli; Toljan, Chiriches, Ferrari, Rogerio; Frattesi (39’ st Ayhan), Lopez; Berardi (32’ st Defrel), Djuricic (39’ st Traore), Boga (44’ st Kyriakopoulos); Raspadori (1’ st Scamacca).

 
Allenatore: Dionisi                                               

ARBITRO: Sozza di Seregno

MARCATORI: 37’ pt Cristante, 12’ st Djuricic, 46’ st El Shaarawy

AMMONITI: Chiriches,

Se questa gara dovesse finire nella hall of fame delle partite più belle di tutti i tempi non sarà tanto per la ‘bellezza’ - intesa nel senso convenzionale che in ambito sportivo viene dato a questo termine - del gioco mostrato dalle due in campo, che tuttavia, lo sottolineamo doppio, non è certo mancato, quanto per le tante situazioni che di volta in volta sono venute a crearsi, ora favorevoli alla Roma ora al Sassuolo, che avrebbero potuto fare volgere le sorti della gara a vantaggio sia dell’una che dell’altra.

Tanto per i presenti allo stadio, quanto per coloro che hanno seguito la gara in tv, al di là del tifo è stata una serata che ha messo a dura prova i sistemi: quello circolatorio, con i camion-sangue sovraccaricati, hanno rischiato di fermarsi a metà strada, la pompa, il cuore, che andava arrancando e la rete dei vasi sanguigni, sollecitata da atrio e ventricolo, che reclamava a gran voce più organizzazione nella distribuzione del prezioso fluido, ha rischiato di andare definitivamente in tilt, con conseguenze letali per tutte le funzioni ad esso collegate. Riguardo al sistema nervoso, invece, non abbiamo statistiche e dati certi su sue eventuali compromissioni dovute alla gara: ci affidiamo perciò alle espressioni dipinte sui volti dei presenti, prima durante e dopo il triplice fischio di chiusura.

Certo, alla fine quelli di parte romanista, giocatori, tecnici, addetti ai lavori e, non ultimi, i tifosi sugli spalti, mostravano gioia, euforia, senso di liberazione, agli antipodi di rabbia, delusione e frustrazione che, impossibili da dissimulare, accompagnavano la malinconica uscita dal campo degli ottimi ragazzi di Dionisi. L’esito della partita è 2-1 per la Roma, ma è un risultato che, se non proprio bugiardo, alla fine risulta essere piuttosto avaro, perché, per lo spettacolo offerto dalle due avversarie, avrebbe potuto essere più abbondante se non addirittura copioso di goal. Se Roma-Sassuolo fosse finita 6-6 o 7-6 per una delle due, nessuno avrebbe avuto nulla a che ridire.

Come in un caleidoscopio, dove le figure simmetriche, ognuna del tutto diversa da tutte le altre, si susseguono in una molteplicità cromatica praticamente senza fine, così, in Roma-Sassuolo, nel caleidoscopio-novanta e passa minuti, sul prato dell’Olimpico abbiamo visto disegnarsi tantissime figure simmetriche, le situazioni di gioco, che nello scorrere impietoso del tempo di gioco, si sono evolute in meravigliose iniziative, temi proposti e azioni di gioco sempre diverse, ora dall’una ora dall’altra squadra, in una varietà di giocate sempre e decisamente di alta qualità, tali da mantenere viva l’attenzione di tutti coloro che hanno assistito alla partita, in una sarabanda di emozioni che ha alimentato non poco il pathos collettivo. Sia nel primo che nel secondo tempo, la partita è stata ricca di note salienti. Dopo le schermaglie iniziali, al 26’ arriva il goal di Berardi, annullato per fuorigioco, e qualche minuto dopo, al 34’, Abraham in scivolata manda il pallone a rasentare il palo.

È il preludio del goal che manda in vantaggio la Roma, al 37’, quando Pellegrini, astutamente battendo punizione, fa filtrare il pallone tra le maglie avversarie che, probabilmente sorprese, rimangono ferme permettendo a Cristante di avventarsi sul pallone ed insaccare precedendo Consigli in uscita disperata. Nella ripresa, Sassuolo subito in avanti: Ferrari al 48’, di testa fuori, e Scamacca poco dopo, al 53’, diagonale mandato in angolo da Rui Patricio, fanno chiaramente capire che il Sassuolo non ci sta. Premio alla costanza, gli ospiti pareggiano al 57’, quando, liberatosi di Vina, Berardi la manda verso Djuricic che, abbastanza avventurosamente, riequilibra la gara.

A partire da qui, il Sassuolo mostra più personalità di quanta non ne abbia fatta vedere prima. Si fa più intraprendente, ma è la Roma che potrebbe raddoppiare con Pellegrini, al 59’, ma il suo diagonale viene respinto da Consigli e sulla ribattuta Abraham prende il palo. L’intenzione c’è, ma per quanto ci si metta, la Roma non riesce a superare la barriera difensiva che Dionisi ha messo a difesa della porta emiliana. E poi capita che, se ti scopri, gli ospiti, più vivi che mai, la mettono sul piano della velocità e lì sono dolori per i giallorossi con questo Boga che sembra davvero imprendibile: almeno in due occasioni, assist per Berardi al 67’, che viene vanificato da Rui Patricio, e più tardi, al 78’, un contropiede che potrebbe essere letale, che non va a buon fine, il ragazzo della Costa d’Avorio avrebbe potuto essere the man of the match. Sassuolo più vivo che mai, ma è Pellegrini che, di nuovo, al 73’, sbaglia da pochi metri dopo aver dribblato tre avversari.

Nell’ultimo quarto d’ora di gara, dopo che Rui Patricio salva ancora la Roma vanificando un letale contropiede di Boga, di cui abbiamo già scritto, al 76’, sono ancora gli ospiti ad avere il match-ball con Traorè che all’86’ prende il palo a portiere battuto. Sembra che le due porte siano stregate, che il risultato di pareggio debba essere quello finale, invece, dopo che Consigli si esibisce in una parata complicata su conclusione di Shomurodov, al 92’ arriva il goal vittoria di El Shaarawy: il faraone inventa una saetta a girare, palo interno e goal. È finita? No, c’è ancora tempo per un ultimo brivido quando Scamacca insacca, ma il goal viene annullato per fuorigioco. Al triplice fischio di chiusura, Mourinho festeggia le mille panchine volando sotto la curva sud. ‘Mi sentivo come un bambino di 10 anni!’ dirà nel postpartita. Auguri Mister! 

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Satdio Olimpico - Foto di Marco Pomella da Pixabay

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