Roma corsara ad Amsterdam
L’andata dei quarti di Europa League
Roma corsara ad Amsterdam
(AGR) TABELLINO DELLA PARTITA : JAX (4-3-3): Scherpen; Rensch (33' st Klaiber), Timber, Martinez, Tagliafico; Alvarez, Klaassen, Gravenberch; Antony (43' st Idrissi) , Tadic, Neres (19' st Brobbey). Allenatore: Ten Haag. A disposizione: Reiziger, Kotarski, Kasanwirjo, Ekkelenkamp, Timber, Kudus, Taylor, Traoré. ROMA (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Cristante, Ibanez; Bruno Peres, Diawara, Veretout (32' st Villar), Spinazzola (29' pt Calafiori); Pedro, Lo. Pellegrini; Dzeko (32' st Borja Mayoral).
Allenatore: Fonseca. A disposizione: Mirante, Fuzato, Santon, Ciervo, Milanese, Perez. ARBITRO: Karasev (Rus). MARCATORI: 39' pt Klaassen (A), 12' st Pellegrini (R), 42' st Ibanez (R) AMMONITI: Rensch, Martinez (A); Bruno Peres, Cristante, Calafiori (R). RECUPERO: 2' pt, 4' st. NOTE: All'8' St Tadic (A) ha sbagliato un calcio di rigore (parato). La Roma batte l’Ajax al Johann Cruijff Arena di Amsterdam ed intravede la semifinale della UEFA Europa League. La vittoria dei giallorossi porta la firma di Pau Lopez.
Qualche minuto dopo, al 23’, problemi al bicipite femorale per Spinazzola, che poco dopo è costretto ad uscire, rimpiazzato da Calafiori. Vista la competizione e l’attuale smagliante momento di forma del difensore, che gli consente di essere il padrone della fascia di sua competenza, qualsiasi sia la partita o l’avversario che si trovi di fronte, così assicurando non solo continui rifornimenti di palle in attacco ma anche frequenti incursioni che gli olandesi fanno una tremenda fatica a frenare, il suo ritorno negli spogliatoi è una brutta tegola che obbliga Fonseca a mettere dentro Calafiori, un primavera ancora a corto di esperienza nella massima serie, ma del quale se ne intravedono gran talento, tecnica e intelligenza tattica, credenziali non da poco che potrebbero, a breve farlo diventare uomo-mercato.
Quando sembra che il tempo si avvii a concludersi a reti bianche, arriva il vantaggio dell’Ajax, che fino ad allora non è che avesse fatto tanto: in fase d’impostazione nella propria trequarti, Djawara effettua un passaggio all’indietro per Mancini, ma il pallone è troppo lento, il difensore indietreggia - preso in controtempo ne è quasi costretto – e così Klaassen, lì nei pressi, rubata palla fa l’uno-due con Tadic e batte l’incolpevole Lopez. Nella ripresa, ci si aspetta una Roma se non proprio arrembante quantomeno vogliosa di agguantare il pareggio, invece nei primi minuti non succede alcunchè. Poi, al 52’, Ibanez fa fallo da dietro su Tadic, l’arbitro fischia ed indica il dischetto, confermando la regola del grande Boskov ‘rigore c’è quando arbitro fischia’. Pallone a undici metri dalla linea di porta, batte lo stesso Tadic ma Lopez compie il prodigio parando! È la svolta della partita! Se il pallone fosse entrato, per la Roma sarebbe stato buio pesto: rimontare due goal in trasferta a quel tipo di squadra sarebbe stata un’impresa. Il doppio svantaggio avrebbe chiuso la partita e il ritorno all’Olimpico sarebbe stata una formalità, provvedendo gli olandesi a piazzare il pullman della squadra davanti alla porta. L’errore di Tadic galvanizza i giallorossi.
Lo scampato tracollo li trasforma, l’undici di Fonseca torna a crederci. Ora è un’altra Roma e si vede subito: energie e dinamismo, che chissà dov’erano state riposte fino a quel momento, d’improvviso saltano fuori e rinvigoriscono il gioco giallorosso, ma l’Ajax sembra impenetrabile, una vera diga olandese. Ci vuole Pellegrini a riequilibrare la partita: al 57’, piazzato sul punto di battuta, calciato in modo perfetto, il pallone disegna una traiettoria perfida più che velenosa. Carico d’effetto com’è, cosa di cui il buon Scherpen probabilmente non si avvede o se ne avvede quando è ormai troppo tardi, se ne frega dell’intervento maldestro del portiere bianco, che, sì, lo intercetta, ma non lo trattiene, anzi, sembra quasi che il pallone voglia sbeffeggiare l’estremo difensore olandese con un irridente cambio di direzione che termina con un soffice planaggio al di là della linea fatale. Il goal, definito dai cosiddetti esperti un errore del portiere, va invece catalogato come un autentico capolavoro di astuzia calcistica, che nel calcio conta eccome! Chi avrebbe calciato in quel modo indirizzando il pallone sul palo del portiere? A questo punto, raggiunto il pareggio, la Roma ha la consapevolezza di poter fare bottino pieno.
Ma, come noto, le buone intenzioni non bastano, specie quando non sono seguite dai fatti. Ben conscio che, a questo punto della gara, con quel punteggio finale la sua squadra avrebbe tutto da perdere, Ten Haag, il mister olandese, butta dentro altri due attaccanti e allora per il portiere giallorosso è tempo di straordinari: comincia con il mettere in angolo, al 68’, una sberla di Tagliafico dal limite, poi, un minuto dopo, esce su Tadic ormai solo davanti a lui, con la panchina olandese che già esulta. Intanto, l’arbitro russo Karasev si ricorda di avere portato i cartellini e ne comincia a distribuire con generosità, magari sbagliando colore come nel caso del fallo di Rensch su Dzeko lanciato a rete, che meritava di essere punito con un bel rosso fiammante, o sorvolando su quello di Tagliafico su Pellegrini o, ancora, punendo invece Peres qualche minuto dopo per un fallo dello stesso tipo commesso proprio su Tagliafico. Mentre la Roma si prepara a piazzare il colpo del ko, è ancora Pau Lopez a metterci una pezza un paio di volte: dapprima, al 72’, respingendo un pallone calciato da pochi metri da Klaessen e poi all’ 80’, quando con un colpo di reni manda in angolo una girata di testa di Antony. Fino alla stoccata finale giallorossa, annotiamo velleità olandesi che non hanno esito, buone, semmai, per mettere in ansia le legioni giallorosse.
All’87’ la Roma passa: sugli sviluppi di un calcio d’angolo, il pallone arriva a Klaassen, questi, rinviando, manda il pallone sul petto di Ibanez che, vedendosi arrivare quel cioccolatino letteralmente piovuto dal cielo, si ricorda di essere un calciatore brasiliano: controlla e poi spara un missile che va a gonfiare la rete dell’Ajax e manda in visibilio il popolo giallorosso. Nell’occasione, l’esultanza per il goal della Roma è tale che sembra arrivare da un intero stadio più che da quelle poche gole che affollano la panchina romanista. Ora, il ritorno appare in discesa ma Fonseca farà bene a gettare acqua sul fuoco dell’entusiasmo dei capitolini, peraltro pienamente legittimo. A proposito del mister giallorosso, non possiamo non annotare il suo sfogo esternato nel dopogara.
Ricevuti i complimenti e risposto alle domande, Fonseca si è lamentato, a ragione aggiungiamo noi, del fatto che durante la settimana che ha preceduto la partita, siano state diffuse notizie totalmente false sulla sua gestione, quelle che, usando per comodità l’ennesimo anglicismo, vengono chiamate fake-news. Ma è cosa arcinota che le fake-news esistono da tempi remotissimi. Purtroppo, le fake-news non sono circoscritte al calcio o allo sport, ma, ormai da tempo, appestano, ad ogni latitudine, il mondo della medialità.
Oltre ad infangare, diffamare e a volte contribuire a distruggere immagini pubbliche e private di persone oneste, le fake-news possono sconvolgere tranquille esistenze e ottime reputazioni di privati cittadini e delle loro famiglie, con epiloghi che, come raccontano le cronache, a volte sono stati drammatici. Straripata ormai come un fiume in piena, l’immondizia trascinata dalle fake-news al momento non trova ostacoli, di fatto minando seriamente non solo la credibilità dei media ma anche quella della comunicazione in generale. Riflessioni e decise prese di posizione, per quanto lodevoli, servono a poco.