Odiare....non è uno sport
Campioni e campionesse, società sportive, associazioni scuole e studenti uniti per dire no all'hate speech nello sport. Un progetto per prevenire e contrastare i messaggi d'odio online. Secondo una ricerca, sulle pagine FB delle principali testate tre post su quattro ricevono commenti di hate speech
L'odio non è uno sport foto da comunicato stampa
(AGR) Veicolo di crescita e confronto, palestra di vita, lo sport coinvolge milioni di ragazzi e ragazze nel nostro Paese ed è un importante terreno di inclusione e aggregazione sociale. Allo stesso tempo però lo sport è divenuto anche, e sempre più, terreno di scontri, discorsi e gesti d'odio, che nella dimensione digitale si potenziano e diffondono in maniera esponenziale.
È così che, anche grazie all'aiuto di diversi campioni azzurri, in occasione della Giornata Mondiale dello Sport, riprende nuovo slancio la campagna #Odiarenoneunosport, sostenuta dall'Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e promossa dal Centro Volontari Cooperazione allo Sviluppo (CVCS), con una fitta rete di partner su tutto il territorio nazionale.
Avviata nel 2020 con un primo studio del fenomeno affidato all'Università di Torino (Centro Coder), che ha elaborato il primo Barometro dell'Odio nello sport monitorando i principali social media e le testate giornalistiche sportive, la campagna ha raccolto le testimonianze di campioni dello sport azzurro, come Igor Cassina, Paola Egonu, Stefano Oppo, Alessia Maurelli, Frank Chamizo, Valeria Straneo, Angela Carini e tanti altri. Al loro fianco le straordinarie storie di inclusione sociale avvenute attraverso lo sport sul territorio italiano e l’adesione spontanea di decine di sportivi, professionisti e dilettanti, associazioni, scuole o semplici cittadini che sostengono la campagna ritraendosi con la scritta “Odiare non è uno sport”. Qui la Gallery
Saranno costituite anche 9 squadre territoriali di attivisti digitali anti-odio, composte da studenti e giovani coinvolti nelle attività di formazione, che condurranno azioni di contrasto all’hate speech sportivo in chat e social frequentati dai giovani, attivando reazioni e risposte di valenza dissuasiva ed educativa.
Tutti insieme, con nuovo entusiasmo e determinazione e un obiettivo comune: dire no all'odio nello sport e nella vita.