Luis Suarez, genio e leggenda della grande Inter
La scomparsa di Luis Suarez
Luis Suarez, genio e leggenda della grande Inter
(AGR) Di non pochi calciatori, ormai volati in cielo da tempo o felici pensionati, non è raro leggere o sentir dire, a proposito del loro glorioso passato: ‘è stato un grandissimo giocatore, un autentico fuoriclasse, un vero condottiero’: indubitabili verità certificate dalla quantità di trofei, scudetti, coppe e quant’altro, che strabordano dalle bacheche personali di quegli assi, cui, è un classico, si fanno seguire idiozie del tipo: ‘oggi, però, non toccherebbe palla’ oppure ‘ ‘oggi non potrebbe giocare’ e via farneticando: considerazioni, le seconde, che comunque, e in nessun caso, potrebbero coinvolgere o solo lambire Luis Suarez, il prestigiosissimo regista di quella lontana Inter da favola, che vinse tutto quanto all’epoca, siamo nel pieno degli anni sessanta, poteva essere vinto.
Quell’Inter della mia giovinezza era uno strepitoso ed irripetibile cocktail di genialità, forza fisica, altissimi livelli delle qualità individuali, concretezza incarnata dagli ininterrotti e veloci ‘Aller droit au but’ piuttosto che da giropalla improduttivi, con ristagno del pallone nelle zone di centrocampo, come se ne vedono di frequente nel calcio di questi tempi. E quando ci capita di parlarne, di quell’Inter, affiora della nostalgia e ci tornano in mente, vividi e lucidi, momenti esaltanti di quelle splendide finali di Coppe Intercontinentali e Coppe Campioni che lo squadrone nerazzurro portò a casa proiettando il calcio italiano su su, fino all’empireo.
Nel calcio di oggi, Luis Suarez eccellerebbe come lo ha fatto tanti anni fa, all’epoca della ‘sua’ grande Inter. Nel tempo, i ricordi di giocate prestigiose e mozzafiato, di goal impossibili e stratosferici vanno appannandosi ma non svaniscono: la sontuosa partita che Suarez disputò all’Olimpico contro l’Italia ( 1-1, 28/2/1959), un’Italia che, nonostante tanta buona volontà, poco poteva opporre a quella estasiante Spagna dei Suarez, appunto, Di Stefano, Kubala, Gento e scusate se, per brevità, non li cito tutti; l’altro, un lontanissimo ‘derby della Madunina’, con il maestro milanista, il brasiliano Dino Sani, contrapposto al genio interista Luis Suarez a giocarsela in un continuo di letali e spiazzanti finte e controfinte, che alla fine, dopo quello che hai visto in campo, poco ti importa del risultato finale.
Un repertorio sconfinato di numeri di alta classe: sono quelli i momenti in cui la giocata viene impressa per sempre nella nostra mente e trasmessa ai posteri, e il suo autore entra a pieno titolo nel Pantheon degli immortali. E di quelle giocate Luis Suarez ce ne fatte vedere un numero infinito. Grazie, Luis. Riposa in pace.