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La Roma, bella e caparbia, conquista i tre punti battendo un’ottima Fiorentina.

Spettacolo all’Olimpico.

printDi :: 23 agosto 2021 14:10

(AGR) Roma-Fiorentina 3-1. Il tabellino della partita.                                                                                                               

 Roma (4-2-3-1): Rui Patricio; Karsdorp, Ibanez, Mancini, Vina; Cristante, Veretout (42' st Bove); Zaniolo, Pellegrini (38' st Perez), Mkhitaryan (38' st El Shaarawy); Abraham (23' st Shomurodov). A disp.: Fuzato, Reynolds, Kumbulla, Calafiori, Santon, Darboe, Diawara, Villar, Mayoral.

 
 All.: Mourinho                                                                                           

Fiorentina (4-3-3): Dragowski; Venuti (38' st Sottil), Milenkovic, Igor, Biraghi; Bonaventura (29' st Benassi), Pulgar, Maleh (1' st Castrovilli); Callejon (19' Terracciano), Vlahovic, Gonzalez. A disp.: Bianco, Quarta, Terzic, Ranieri, Duncan, Kokorin, Munteanu, Saponara.

All.: Italiano                                                                                                                                 

Arbitro: Pairetto Marcatori: 26' Mkhitaryan (R), 15' st Milenkovic (F), 19' st Veretout (R), 34' st Veretout (R) Ammoniti: Pellegrini (R), Bonaventura, Pulgar (F) Espulsi: Dragowski (F), Zaniolo (R)

Al suo esordio in campionato, la Roma conquista i tre punti a spese di un’ottima Fiorentina. Dal punto di vista estetico, quella tra giallorossi e viola è stata la più bella partita della prima giornata. Presentatasi all’Olimpico in forma smagliante, ben messa in campo e, rispetto alla scorsa stagione, nettamente migliorata qualitativamente e tecnicamente, grazie anche a mr. Italiano che ha ampiamente dimostrato di essere all’altezza di quella panchina, la Fiorentina ha mostrato subito le sue intenzioni: non un atteggiamento timoroso o comunque in qualche modo subalterno di fronte alla titolata avversaria, ma voglia di portare via l’intera posta.

Da parte sua, la Roma non è stata da meno. Del resto, già nelle precedenti uscite precampionato e nell’andata della Conference, la squadra giallorossa è apparsa ben altra cosa rispetto alle due stagioni precedenti. La mano di mr. Mourinho si è vista, eccome: via quei passaggi inutili prossimi alla propria area – eufemisticamente definiti ‘costruzione dal basso’ ma che in realtà, oltre a rallentare il gioco, fanno guadagnare cinquantacinque metri di campo all’avversaria – avanti invece con ripartenze dinamiche, con messa in moto di mediani e trequartisti, riferimenti essenziali del gioco giallorosso, che, non perdendo tempo gigioneggiando qua e là, cercano subito gli avanti o, potendo, si inseriscono essi stessi nelle trame offensive, magari concludendo. Ben altra cosa, dunque, rispetto a quando Pellegrini, era costretto a sobbarcarsi compiti che non erano proprio i suoi.

Sistemata la difesa con la muraglia Karsdorp, Ibanez, Mancini e Vina, piazzati Veretout e Cristante nei loro ruoli congeniali e chiamati Zaniolo, Mkhitaryan e il già citato Pellegtini in avanti, a ridosso del nuovo arrivato Abraham, l’assetto della Roma appare tatticamente all’altezza. Variando in ragione dell’evoluzione della gara, provvedendo Mourinho alle sostituzioni per cali di intensità o per esplorare nuove soluzioni, ecco che, con tutti quei centrocampisti, la Roma arriva sovente ai venticinque, venti metri avversari e magari, a specchio della porta visibile, i vari Veretout, Pellegrini, Cristante e Mkhitaryan provano la botta forte. La partita con la Fiorentina è stata bellissima.

 Difficile trovare in archivio una gara d’esordio così equilibrata, ma allo stesso tempo spettacolare. Al 17’, il portiere viola Dragowsky, entra su Abraham ormai lanciato a rete. Ne esce fuori un fallaccio che Pairetto punisce con il rosso. Paradossalmente, cambiando la disposizione tattica delle due per forza di cose, saltano anche certi riferimenti, ma il vantaggio di avere un uomo in più diventa del tutto nominale. Sebbene in inferiorità numerica, la Fiorentina tira fuori tutta la sua sapienza qualitativa e quantitativa, ma capitola al 26’ quando Abraham serve Mkhitaryan che la manda dentro. Apparsa dubbia in un primo momento, la posizione dell’armeno si rivelerà regolare al VAR. Al rientro, meritatamente in vantaggio e in superiorità numerica, per la Roma sembrerebbe fatta, invece, al 52’, l’espulsione di Zaniolo per doppia ammonizione, dà alla Fiorentina la convinzione di poter pareggiare la partita, evento che si verifica con Milenkovic al 60’, quando da metà campo Pulgar pesca il difensore centrale serbo che è lesto a controllare e calciare. La parità numerica, tuttavia, se da una parte serve a spronare la Fiorentina verso il pareggio, cosa riuscita ai viola, dall’altra, ancora paradossalmente, favorisce la Roma che può riprendere a giostrare secondo le direttive muriniane.

Sebbene esso appaia come il giusto premio all’impegno e alla generosità della Fiorentina, il pareggio rimette in moto la Roma. Mancano trenta minuti, il ritmo gara è stato sostenuto ma nessuna delle due sembra risentirne . Più dei viola, che dopo lo sforzo per arrivare al pareggio hanno rallentato, forse in attesa del rush finale, sono i giallorossi a evidenziare la loro voglia di vittoria.

Dopo il riequilibrio della gara, la Roma ci mette un po’ per riprendersi, in quel breve lasso di tempo rischiando di prendere un altro goal probabilmente per mancanza di comunicazione tra i difensori. Superata quella temporanea impasse, la Roma si fa sotto di nuovo: preludio al secondo gola della Roma, al 64’ Abraham, di testa, manda il pallone sulla traversa e un minuto dopo, 65’, Veretout, arrivato sul secondo palo chissà da dove, la mette dentro agevolmente.

Tornata in vantaggio, stavolta la Roma pensa bene di non rallentare e, naturalmente per motivazioni diverse, anche la Fiorentina pensa la stessa cosa e così ne guadagna la gara, che, nonostante sia entrata nell’ultimo quarto d’ora, si mantiene su un buon ritmo, tale che potrebbe essere definito veloce o comunque abbastanza spedito vista la velocità di crociera del pallone.

 Al 79’ arriva il terzo goal della Roma, ancora con Veretout, grazie a un cioccolatino offertogli da Shomurodov. Ora sì, la partita ò davvero chiusa e i cambi di mr. Italiano, sebbene riportino la forza dinamica della Fiorentina a buoni livelli, non danno quella scossa necessaria a riaprire la partita. I tre punti giallorossi sono arrivati dopo aver battuto una grande Fiorentina, Ottimamente registrata in tutti i reparti, messa in campo in eccellenti condizioni psico-fisiche.

 Nel prosieguo del campionato, con questa Fiorentina dovranno fare i conti un po’ tutte le altre concorrenti. La Roma, con questa vittoria può considerare seriamente la propria candidatura alle posizioni top della classifica. Nella squadra giallorossa non abbiamo visto, finalmente!, quei balbettamenti, quelle incertezze che hanno caratterizzato tante gare del periodo Fonseca e che, il più delle volte, riempivano pessime partite che sfociavano in inevitabili sconfitte.

Abraham e Shomurodov, se non lo hanno già fatto, non faranno rimpiangere Dzeko. Viste le sue annate negative, specie le ultime due, in maglia giallorossa, il suo continuo non decidersi sul cosa fare da grande vado, resto, inter, juve, vado, no resto, e i tantissimi goal mangiati, a cominciare, guarda caso, proprio da quello contro la Juventus a Torino, forse il bosniaco avrebbe fatto bene a cambiare aria già da mò.

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