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L’uno-due devastante di Perez e Smalling mette ko una splendida Salernitana

Roma-Salernitana 2-1

printDi :: 12 aprile 2022 11:46
Roma-Salernitana 2-1

Roma-Salernitana 2-1

(AGR) In sede di pronostico, quella tra Roma e Salernitana era una partita il cui esito era nettamente in favore dei giallorossi: bastava dare un’occhiata ai numeri della classifica, a parte i punti, per rendersi conto delle considerevoli differenze, in termini qualitativi, tra i due organici. La Salernitana si presentava all’Olimpico con ventidue goal realizzati, a fronte dei sessantasei subiti, laddove, in dettaglio, i numeri totali delle reti realizzate e subite in casa e fuori più o meno coincidevano: in casa, 12 realizzate e 32 subite, in trasferta 11 realizzate contro le 36 subite (dato, questo secondo, che veniva aggiornato dopo la sconfitta all’Olimpico in 12 goal fatti contro i 68 subiti). La Salernitana si presentava all’Olimpico in veste di fanalino di coda, con 16 punti che, almeno per il momento, la pongono tra le candidate alla serie B. Guardando bene la classifica, però, i granata hanno due partite in meno rispetto ad altre pericolanti (Genoa e Cagliari) e una in meno rispetto a Venezia e Sampdoria: sulla carta, dunque, i granata hanno a disposizione 24 punti, essendo otto le partite che devono ancora disputare, il che significa che, teoricamente, potrebbero arrivare a 40 punti, posto che le vincano tutte e otto e, contemporaneamente, le avversarie le perdano tutte o buona parte di esse. Come noto, nel calcio può succedere di tutto: almanacchi e cronache sportive anche remote narrano di salvezze impensabili fino a poche giornate dal termine, e acciuffate sul filo di lana. Peraltro, per la qualità di tante performance offerte dalla simpatica squadra campana, abbiamo difficoltà a capire come possa trovarsi all’ultimo posto in classifica.

D’accordo, forse ad inizio campionato ha pagato lo scotto del cambio di categoria, il che è senz’altro possibile, ma poi, nel prosieguo, ha ampiamente dimostrato di meritare e restare in serie A, a differenza di altre blasonate pericolanti che, viste le tristi performance cui costringono le loro appassionate tifoserie, meriterebbero un salutare e duraturo salto in serie C. Ancora contro la Roma, la Salernitana ha messo in campo tutto il suo orgoglio e quant’altro poteva, mai mostrando di essere in soggezione di fronte alla titolata avversaria. Onestamente, dopo il goal del vantaggio, ci si aspettava che Nicola ordinasse di piazzare il pullman davanti alla porta, invece, a beneficio del calcio, così non è stato. La Salernitana se l’è giocata fino all’ultimo. Merito, questo, oltre che dei suoi giocatori, soprattutto di mr. Nicola che, raccogliendo le pesantissime eredità di chi l’ha preceduto, si è messo di buona lena a cercare di salvare i granata, obiettivo che, numeri di classifica già citati alla mano, non è detto che non riesca a centrare. In bocca al lupo, mister!

 
La Roma ha trovato la sua vittoria dopo aver sofferto la brillantezza dell’undici di Nicola. Se nei pronostici la sua vittoria era ampiamente prevista, sul campo si è visto subito che la matassa era ingarbugliata: la Salernitana fa vedere un bel calcio rapido, insidioso, senza fronzoli. Bravo, Nicola, a giocarsela faccia a faccia senza paure, timori o soggezioni. Abbiamo già scritto dei tanti miglioramenti che, grazie a Mourinho, hanno fatto sì che i giallorossi, a cinque punti dalla Juventus, quarta, abbiano ancora carte buone per un finale di campionato che potrebbe essere, a dir poco, strepitoso. Tuttavia, contro la Salernitana, sono emerse ancora titubanze e, in alcuni tratti di gara, scarsa combattività, cose che sono state sottolineate dalla tifoseria romanista con mugugni e fischi. La Roma attacca subito, vuole prendersi la partita, ma l’avversaria tiene bene, anzi, al 12’, è proprio lei che fa squillare i campanelli d’allarme: sassata di Ederson da una ventina di metri che Rui Patricio riesce a mandare in angolo. Dopo che, al 20’, Mkhitaryan spara un sinistro che si perde chissà dove, al 22’ la Salernitana va in vantaggio con Radovanovic, su calcio di punizione: il pallone fila diritto verso la porta di Rui Patricio e va ad insaccarsi, imprendibile, alla destra del portiere giallorosso. Incontenibile, giustamente, la gioia dei tifosi granata assiepati in curva nord. Senza nulla togliere al capolavoro balistico di Radonovic, la sensazione è che una cattiva valutazione della potenza del tiro e della direzione del pallone abbia determinato, in qualche modo, un allargamento tra i ranghi della barriera giallorossa, con conseguente volo inutile e disperato di Rui Patricio e vantaggio granata. Che la Roma abbia sentito la botta è fuori di dubbio, ma si riprende subito e al 34’ ha l’occasione giusta per riequilibrare le sorti: Mkhitaryan entra in area e se Obi non lo spingesse, vistosamente, mandandolo qualche metro più in là, l’armeno entrerebbe in area con il pallone.

È rigore, ma Volpi Manuel da Città della Pieve, provincia di Perugia, arbitro della sezione di Arezzo, la pensa diversamente e per la Roma si ripete l’ormai classico e consueto furto che condisce le sue partite. Delle ruberie che la Roma sta patendo in questo campionato ne abbiamo già scritto parecchie volte. Qui non ci resta che ribadire che esse, data la loro impressionante frequenza, non possono più essere considerate semplici sviste o coincidenze. La partita va avanti e al 41’ è la volta di Felix ad essere sgambettato in piena corsa, mentre vola verso la porta granata. Qui arriva il secondo pastrocchio di Volpi. Dapprima dà rigore, poi va a ‘vedere meglio’, se cioè il fallo sia stato commesso dentro o fuori dell’area di rigore, quindi cambia tutto e assegna calcio di punizione alla Roma e cartellino giallo a Gyomber, autore del fallo. D’accordo, ammettendo pure che il fallo viene commesso fuori area, Volpi Manuel doveva dare il cartellino rosso per gioco violento commesso intenzionalmente.

Rivedendo l’azione, magari esce fuori che era pure fallo sull’ultimo uomo. Fino alla fine del tempo la Roma ci prova, ma la Salernitana tiene. Dopo quattro minuti di recupero finisce il primo tempo. Alla ripresa del gioco, Kumbulla rimane negli spogliatoi perché Mourinho lo sostituisce con Zaniolo. Roma d’assalto, dunque, che al 49’ spreca con Abraham, ben pescato da Oliveira, la possibile palla del pareggio: l’inglese, infatti, a tu per tu con Sepe, si fa anticipare dall’estremo difensore granata. La Roma prova ancora al 57’ con Zaniolo, ma il pallone calciato dal carrarese è deviato in angolo, al 60’ con Felix che, lasciato solo in area, spreca di testa mandando sul fondo, e al 62’ ancora con Zaniolo che tira dalla distanza ma Sepe intercetta di destro e l’iniziativa non ha esito. La Roma rifiata e ne approfitta la Salernitana che al 73’ potrebbe raddoppiare con Kastanos, ma il tiro del ragazzo cipriota viene facilmente neutralizzato da Rui Patricio. A questo punto della gara, manca un quarto alla fine, il rischio appena corso e il pareggio che non è ancora arrivato nonostante il forcing che va avanti praticamente dal vantaggio granata, potrebbero far subentrare nei romanisti della frustrazione, psicologicamente dannosissima, anzi letale, per l’esito di questa importantissima gara: la Sud percepisce quanto potrebbe accadere e decide di prendere in mano la situazione alzando i decibel del suo incitamento, che passano dai 100 ai 300: la scelta si dimostra subito felice perché oltre a far risalire la consapevolezza della squadra giallorossa in modo direttamente proporzionale, è praticamente il prologo del pareggio romanista, che arriva di lì a poco, all’81, quando Perez, da oltre venti metri, scaglia un pallone a girare che va a infilarsi alle spalle dell’incolpevole Sepe. Ad obiettivo pareggio raggiunto, la Roma insiste, capisce che i tre punti sono lì a portata di mano e si getta in avanti a testa bassa e all’83’ una sberla di Shomurodov potrebbe avere miglior fortuna, ma il pallone va alto sulla traversa. La Roma è padrona del campo. Ora il goal è solo questione di mira. La Salernitana si difende bene, ordinatamente, senza isterismi. Butta dentro le energie residue, ma all’85’ capitola: punizione nella trequarti granata, lato montemario, batte Veretout, pallone che piove in area a parabola, direzione secondo palo, arriva Smalling e realizza il goal-vittoria. Esplode l’Olimpico.

Due minuti dopo, all87’, Shomurodov si vede neutralizzare un suo pericolosissimo diagonale e al 92’ Zaniolo spreca, in contropiede, il pallone del possibile terzo goal. A fine partita, la Roma è quinta, a cinque punti dalla Juventus. Giubilo sugli spalti. Comprensibile la delusione dei granata che probabilmente dopo quel partitone si aspettavano un risultato ben diverso. Più tardi, nell’intervista post-partita, Nicola ha serenamente commentato la sconfitta della propria squadra senza piagnistei e o recriminazioni. Un comportamento esemplare, da vero uomo di sport, quello del mr. della Salernitana, ben diverso da quello del direttore sportivo Sabatini Walter da Marsciano, Perugia, che ha distribuito ‘complimenti vivissimi’ a Mourinho e all’arbitro. Per dovere di cronaca, riportiamo parte del testo della dichiarazione del Sabatini Walter: “Ho assistito a cose ignobili dal punto di vista sportivo. Quello che succede a Roma è inaccettabile: la panchina si alza ed entra in campo ad ogni decisione arbitrale, anche per un fallo laterale. E così gli arbitri, che hanno una personalità blanda, invertono le punizioni. C’era un rigore su Djuric che non hanno voluto vedere. Ok, ci sta. Ma la punizione del 2-1 è insopportabile.

Ederson anticipa l’avversario e si vede fischiare fallo contro. Non sono arrabbiato per il punto perso, che comunque avrebbe fatto morale. Ma se devo retrocedere, preferisco farlo in un’altra maniera. Abbiamo diritto a un trattamento decoroso. Chiedo scusa a Mourinho per averlo nominato, lui è un semidio. E ora ascoltandomi dirà che non mi conosce e che non ho vinto 25 titoli. Beh, non me ne frega un cazzo, chiedo scusa per il lessico ma non ne trovo un altro. Io sono una persona seria che legge Pessoa, un intellettuale di casa Mourinho. Mi curo della vita, oltre che del calcio. E una vita fatta di arroganza, prepotenze e dislivelli è invivibile”. Una rosicata niente male. Ma il signor Sabatini Walter da Marsciano, Perugia, nel fervore della sua arringa mediatica, ha dimenticato di citare tra le ‘cose ignobili dal punto di vista sportivo’ il rigore negato alla Roma al 34’ per fallo in area di Obi su Mkhitaryan, e il mancato rosso diretto al 41’ per fallo di Gyomber su Felix lanciato a rete, che di primo acchito Volpi aveva giudicato da rigore. Vorremmo credere che, forse Sabatini Walter non ha visto il primo tempo oppure s’era distratto. Eh già perché può capitare che in tribuna, più che vedere la partita uno si distragga con Hemingway e Pessoa.                                                                                                                                                                                                

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