Italia alla grandissima: il 3-0 alla Turchia è un avviso ai naviganti
Il campionato europeo di calcio
Il campionato europeo di calcio
(AGR) Il tabellino della partita: Turchia (4-1-4-1): Cakir; Celik, Soyuncu, Demiral, Meras; Yokuslu (20' st Kahveci); Karaman (32' st Dervisoglu), Tufan (20' st Ayhan), Yazici (1' st Under), Calhanoglu; Yilmaz.
A disp.: Gunok, Bayindir, Tokoz, Antalyali, Kabak, Unal, Kocku, Muldur. All.: Gunes
A disp.: Sirigu, Meret, Acerbi, Bastoni, Emerson, Pessina, Raspadori. All.: Mancini
Arbitro: Makkelie
Marcatori: 8' st aut. Demiral (T), 21' st Immobile (I), 34' st Insigne (I)
Ammoniti: Soyuncu, Dervisoglu
Di sicuro, abbiamo visto un’Italia bellissima, e rispetto alle recenti performance, addirittura migliorata sotto tutti i punti di vista: tecnico, qualitativo, atletico, strategico-tattico.
A credito della Turchia c’è ben poco: generosità e ottima condizione che non sono mancate, ma non sono bastate a frenare la voglia di vittoria degli azzurri. Forse, gli uomini di Senol Gunes sono stati sorpresi dalla determinazione della squadra italiana. Rintanata nella propria metà campo, la Turchia non è mai riuscita ad imbastire trame di gioco pericolose. Eppure, questa è una squadra che non manca di esperienza, dal momento che la gran parte dei suoi giocatori militano nei prestigiosi campionati europei, compreso quello italiano. Ma allora, più che un problema di uomini potrebbe essere stato un errato approccio alla gara a contribuire ad una sconfitta così netta e perentoria. Tuttavia, nonostante il rovescio subito all’Olimpico di Roma, c’è da stare sicuri che, nel prosieguo, questa squadra dirà la sua.
Velocità, intensità, varietà di schemi, pericolosità costante e sapienza tattica: su queste basi la nostra nazionale ha costruito la vittoria. Se l’Italia non è andata a rete già nel primo tempo, cosa che avrebbe ampiamente meritato, oltre che ad una buona difesa turca lo deve anche a… sé stessa. Nella prima frazione di gioco contiamo due buone opportunità italiane con Insigne e Chiellini, al 17’ e 27’, oltre a tantissimi altri tiri con palloni finiti fuori o respinti dal portiere Cakir o, ancora, intercettati da mani e braccia dei difensori turchi in tre occasioni. In altri tempi, a quegli interventi sarebbero seguiti calci di rigore, ma nella fattispecie, l’arbitro olandese Makkelie, evidentemente aggiornatissimo su nuove disposizioni in materia di volontarietà e involontarietà, ha lasciato correre in tutti e tre i casi.
Siamo curiosi di vedere se nel prosieguo del torneo ci sarà uniformità di giudizi e comportamenti. Reiterati tentativi italiani di sbloccare la partita (Berardi due volte, Insigne, Immobile), rimasti senza esito, si susseguono fino alla fine del tempo. Da parte sua la Turchia ha fatto vedere poco o niente, a parte un cross basso che Donnarumma allontana di pugno.
Nella ripresa, a pressione italiana più accentuata, la Turchia si ritrae ulteriormente. Mr. Gunes probabilmente si è accorto che migliore condizione fisica e qualità superiore degli italiani stanno venendo fuori e allora corre ai ripari abbassando le linee ma restando in agguato per colpire appena possibile. Da parte loro, all’ottimo primo tempo gli azzurri fanno seguire una brillantissima ripresa: praticamente l’Italia va a calcio champagne. Intanto, ad inizio tempo, 46’, nell’intento di avere più spinta anche sulla fascia destra, Mancini inserisce Di Lorenzo al posto del bravissimo Florenzi, una scelta che nel prosieguo della gara, si rivelerà perfetta perché ora, in quei due settori così strategici per il nostro gioco, Spinazzola e Di Lorenzo dominano incontrastati: al primo, che ogni volta che si è proiettato in avanti ha creato gran scompiglio nelle retrovie avversarie, si è aggiunto il napoletano che, non appena entrato, si dimostra subito all’altezza della situazione.
Presto diventando un’autentica spina nel fianco degli avversari, di fatto costretti ad indietreggiare ogni volta che Di Lorenzo si attiva sul fianco destro. Così, ben registrata in difesa e con un centrocampo ispirato da un superlativo Jorginho, che trova in Barella e Locatelli due pistoni che spingono ininterrottamente a più non posso, e in Immobile e Berardi i due terminali offensivi, l’Italia sembra veramente invulnerabile.
Ma quanto tempo ancora ci vuole prima di vedere il pallone nella rete turca? Non sono solo gli addetti ai lavori a chiederselo. È tutto un popolo che, incollato davanti a milioni di televisori o magari utilizzando computer e what’s app, aspetta il lieto evento con ansia e trepidazione.
Eh sì, dai, per tutto quello che si è visto almeno un golletto l’Italia l’avrebbe meritato già nel primo tempo. Di lì a poco, i wishful thinking italiani, presumibilmente arrivati là dove devono arrivare, vengono esauditi quando, al 53’, Demiral, probabilmente con l’intenzione di girare di petto al proprio portiere un pallone crossato da Berardi, la manda nella propria porta. Non ce la sentiremmo di gettare la croce addosso al difensore, propenderemmo, piuttosto, per una mancanza di comunicazione tra lui ed il portiere Cakir. Sullo slancio, l’Italia insiste (Spinazzola, Berardi) ma le iniziative azzurre non hanno esiti. La Turchia sembra accusare il colpo: effettivamente, fino a quel momento non si era comportata male, anche se aveva fatto ben poco, probabilmente essendo intenzionata a fare il colpo gobbo con un contropiedino a sorpresa, opportunità che non si verificherà mai. Al 66’ Spinazzola, in area, spara ma Cakir respinge, sulla ribattuta arriva Immobile che, lesto lesto, la mette dentro. Con il raddoppio azzurro, le velleità turche, che in tutta sincerità, non avendole viste fino a quel momento, riteniamo che siano ancora di là da venire, si spengono definitivamente. La partita prosegue con i nostri stabilmente piazzati nella metà campo avversaria.
Ormai al quarto d’ora finale, Mancini fa entrare Cristante al posto dell’esausto, grandissimo Locatelli, partitona la sua. La freschezza del nuovo entrato aumenta di molto la dinamicità del centrocampo italiano e dopo che, al 76’, Jorginho inventa un pallone da favola per Spinazzola, che spreca malamente, incespicando, al 79’ arriva il terzo goal azzurro: azione imbastita verso la trequarti da Jorginho per Immobile, pallone girato ad Insigne che, in area, calcia di piatto verso il palo lungo e mette il terzo sigillo alla vittoria italiana.
Un goal ‘alla Insigne’ tanto per essere più chiari.
Gli ultimi minuti scorrono velocemente e dopo l’incursione turca in pieno recupero, al 92, di Busak Yilmaz, sbrogliata da Chiellini, arriva il triplice fischio finale.