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Il missile di Mancini manda la Roma in orbita Champions League

Roma-Juventus 1-0

printDi :: 08 marzo 2023 18:28
Il missile di Mancini manda la Roma in orbita Champions League

(AGR) Arrivava, la Juventus, da ben quattro vittorie consecutive che l’avevano portata a lambire la zona coppe. ‘A quest’ora se non ci avessero tolto i quindici punti, saremmo secondi tranquilli, posto in Champions League quasi assicurato’ così andava mugugnando chi vive di Juventus, tralasciando, forse per la troppa passione verso la loro squadra, le motivazioni per cui quella penalizzazione era stata inflitta e dimenticando, ma questo può succedere, che l’inchiesta sulla ‘vecchia signora’ è ancora in corso e che probabilmente i suoi sviluppi potrebbero riservare sorprese e strascichi negativi non solo per la loro squadra del cuore.

Sta di fatto che, nonostante sia stata penalizzata così pesantemente, la Juventus arrivava all’Olimpico carica al punto giusto, come se quegli eventi così negativi appartenessero ad epoche remote, fossero acqua passata. E questo, amici lettori, sia detto tra parentesi, non è certo un difetto, ma una grande qualità, che ben poche società possono dire di avere nel loro DNA.

 
In due parole, la Juventus era venuta all’Olimpico per vincere. Da parte sua, la Roma era reduce dai due schiaffoni rimediati contro la Cremonese, cosa che aveva gettato nello scoramento le legioni dei tifosi giallorossi.

Non rassegnazione, si badi bene, ma scoramento, alimentato anche dalla prospettiva di doversela vedere, la domenica successiva, con la lanciatissima Juventus. Alla viglia della gara, le pesanti credenziali con cui la squadra bianconera si presentava, avrebbero messo sul chi va là chiunque.

Mourinho e la squadra, probabilmente avevano ipotizzato, a ragione, che la Juventus era venuta a Roma non per gettare la monetina nella Fontana di Trevi, ma per vincere, per portare via altri tre preziosissimi punti che l’avrebbero messa in caccia di un posto in una delle tre coppe europee.

Potrebbe aver considerato, lo ‘Special One’, che, a livello psicologico, qualche rimasuglio della sconfitta contro la Cremonese poteva ancora essere presente nel gruppo e, di conseguenza, aveva messo in campo una Roma che oltre ad essere competitiva, avrebbe adottato un atteggiamento tattico accorto e guardingo, tale comunque da contenere una Juventus che, prevedibilmente, si sarebbe scatenata dal primo minuto, e nello stesso tempo, avrebbe potuto consentire alla Roma di piazzare la botta decisiva, qualora se ne fosse presentata l’occasione, magari in pieno recupero.

Di una logicità ineccepibile, potrebbe essere stato questo il ragionamento tattico-strategico di Mourinho, che, ipotizziamo, non avrebbe certo non tenuto conto di chi la Roma si sarebbe trovata di fronte, né del fatto, sostanziale, che, realisticamente, contro squadre come la Juventus ti possono capitare una, due occasioni da goal perché tre sono già troppe… Allegri e i suoi collaboratori, invece, probabilmente avevano ragionato in modo del tutto diverso: ‘Questi hanno perso con l’ultima in classifica, hanno fallito l’aggancio al secondo posto, saranno incazzati neri, meglio evitare sbrasate. Sicché, per logica conseguenza, ne è uscita una partita piacevole, combattuta, ma esteticamente non spettacolare. Una partita giocata tenendo sempre presenti le catechizzazioni dei mister. Una partita che ad un certo punto appariva un vero e proprio duello mentale tra le due panchine, una partita, infine, della quale possibili sbocchi a favore dell’una o dell’altra potevano essere intravisti magari nel tiraccio assassino da fuori area o in un provvidenziale rigore rimediato fortunosamente da una delle due, magari in pieno recupero. Una partita bloccata, direbbe un giocatore di scacchi.

In apertura di gara, iniziative di Vlahovic, colpo di testa parato al 4’, e Di Maria, al 9’ viene bloccato da Pellegrini, non hanno esito. Al 14’, Dybala è fermato da Rabiot. Le squadre si equivalgono e annullano a vicenda. Poco spettacolo, anzi, arrivano due gialli: fallo di Locatelli al 31’ su Spinazzola, subito bilanciato, per così dire, da quello assegnato a Matic per fallo su Cuadrado, al 32’. Al 39’, manovra juventina: gli iuventini cercano il corridoio giusto senza trovarlo: la difesa romanista è concentratissima e il tiro di Locatelli viene bloccato da Rui Patricio. Poco dopo, al 39’ il primo vero sussulto della partita: Rabiot di testa da pochi metri, miracolo di Rui Patricio che sventa sfiorando il pallone quanto basta per mandarlo sul palo. Al rientro, entrambe hanno cambiato passo, si sente la presenza di Bonucci subentrato al 46’ ad Alex Sandro.

La partita sale d’intensità, le schermaglie non hanno esito: ma in questo scorcio di gara è la Roma a stringere i tempi e al 53’, Mancini, che già ci aveva provato poco prima, va via sull’out di destra romanista, quello lato Monte Mario, e arrivato ai 25 metri circa fa partire il micidiale e imparabile missile, potente, preciso e angolatissimo, che va a terminare la sua corsa nella rete juventina, alla destra di Szczesny. La Juventus reagisce subito con rabbia e al 58’ guadagna un calcio di punizione che Cuadrado manda sul palo. Subito dopo, Chiesa sostituisce Fagioli e rimedia subito un’ammonizione per fallo subito da Spinazzola. Arrivano le sostituzioni in casa romanista: 63’, via Zalewski dentro Karsdorp e dieci minuti dopo, 73’, Bove e Abraham sostituiscono Dybala e Wjinaldum: aumenta la dinamicità della Roma, che al 74’ potrebbe raddoppiare, se non fosse che Szczesny si supera su un colpo a botta sicura di Smalling. Da parte sua, la Juventus va vicina al pareggio all’82’, quando Mancini sfiora l’autorete mandando il pallone sul palo. In chiusura, Mourinho manda dentro Belotti al posto di Pellegrini. Finale di gara con la Juventus che spinge a più non posso senza passare. All’88’ entra Kean al posto dell’esausto Cuadrado e quaranta secondi dopo si fa espellere per un fallo di reazione su Mancini: per la Juventus non è davvero giornata. Rimasta in dieci, la squadra bianconera morde ancora e al sesto minuto di recupero Pogba colpisce di testa ma Rui Patricio para tranquillo.

Ha arbitrato decentemente il signor Maresca, sezione di Napoli, quarto uomo Ayroldi, Aureliano al VAR: un trio di cui la tifoseria romanista non ha buoni ricordi, ma, almeno per stavolta, ai giallorossi è andata bene.

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