Huysen, Azmoun, Paredes: per la Champions c'è anche la Roma
FROSINONE-ROMA 0-3
(AGR) Una bella partita, quella tra Frosinone e Roma, ben giocata da due belle squadre. Nonostante i giocatori a disposizione di De Rossi siano più o meno gli stessi, con qualche nuovo arrivo, della gestione Mourinho, la Roma è tutt’altra squadra rispetto alla precedente: è decisamente più dinamica, più consapevole e determinata. Da parte sua, il Frosinone, ormai avviato ad una tranquilla salvezza, è una squadra che può solo migliorare, in termini di aumento del proprio livello qualitativo. In questa direzione, progetti potrebbero essere già stati avviati. Come sempre, dipende dagli obbiettivi che si vogliono centrare. Sicuramente, ne sapremo di più nel prosieguo.
La Roma parte a spron battuto, e, già nei primi minuti al 15’, c’è una palla goal per Lukaku, regalatagli da El Shaarawy, che il belga spreca calciando rasoterra debole; un prologo che fa pensare a una tranquilla vittoria romanista, invece, scampato il pericolo, nei minuti che seguono è il Frosinone a fare la partita e per due volte, nel giro di pochi secondi, al 24’, Soulè potrebbe insaccare, ma prima il suo tiro è impreciso e la seconda volta ci va di potenza ma Svilar, l’estremo romanista, fa il miracolo. Più tardi, al 31’, Kaio Jorge, nell’area piccola, in un batter d’occhio riesce a sprecare in tre modi diversi: mandando il pallone addosso a Svilar, facendosi intercettare il tiro da Mancini, tirando alla come viene viene. Sicché alla fine dei primi quarantacinque minuti il Frosinone si ritrova a recriminare con sé stesso per le occasioni perse.
Al rientro in campo, De Rossi cambia: fuori Huysen, ammonito, e Lukaku, apparso impacciato e macchinoso: come fai a fare goal se il terminale offensivo non struscia una palla o sbaglia banalmente? Entrano Llorente e Pellegrini: il centrocampo giallorosso, già di per sé altamente qualitativo con Cristante, Paredes e Baldanzi, acquista maggiore dinamicità rispetto al primo tempo. Non che nella prima parte di gara ne fosse mancata, anzi: se dei primi due ne conosciamo abbastanza, del Baldanzi romanista se ne sa poco. Di sicuro c’è che Tommaso Baldanzi, centrocampista, attaccante classe 2003, da Poggibonsi, non è certo un oggetto misterioso arrivato da chissà dove, anzi, tutt’altro. Chi ne ha ammirato le gesta già nell’Empoli, sa bene che Baldanzi è giocatore dalla classe cristallina e i tifosi romanisti, nonostante le poche gare giocate in maglia giallorossa, vanno scoprendo lo smisurato talento che questo ragazzo va tirando fuori di partita in partita: anche contro il Frosinone l’abbiamo visto trasformarsi da mezzala a mediano, a punta, non tralasciando qualche presenza nella trequarti difensiva giallorossa, con interventi mai superficiali ma, anzi, precisi e puntuali. Davvero un ottimo giocatore, Baldanzi: gran cuciniere nelle zone di centrocampo e finitime, con i già citati Cristante e Paredes, con i quali sembra essersi affiatato velocemente, compone un reparto di centrocampo che la Roma farà bene a tenersi stretto stretto.
Discorso a parte merita Pellegrini, che con De Rossi sembra un giocatore del tutto diverso, in meglio, ovviamente, rispetto a come ce lo ricordiamo con Mourinho: sgravato dal pesante ruolo di solo e unico punto di riferimento a centrocampo, nel quale, pur con tutta la sua buona volontà e qualità, in più di un’occasione non sembrava essere a suo agio, Pellegrini riesce, finalmente per lui, ad esprimersi pienamente, suggerendo, contrastando, proponendosi.
Bene, intanto il Frosinone macina gioco: Mazzitelli, senz’altro il migliore dei suoi, sembra ormai maturo per platee europee. L’ex primavera della Roma, al 54’ ci prova al volo da lontano, ma il pallone esce di pochissimo a lato. Il Frosinone è in gran vena, ma, con il trascorrere dei minuti, tra le sue file sembra emergere una certa stanchezza, fisica più che mentale; la squadra ciociara non ha più quella freschezza atletica che nel corso dei primi quarantacinque minuti le ha permesso di arrivare, per ben cinque volte, a calciare a botta sicura. La Roma forza i tempi, siamo nel pieno della ripresa, perché sa bene che con questo brillante Frosinone c’è poco da scherzare: le occasioni del primo tempo non gli sono piovute per grazia ricevuta, ma sono state costruite da capitan Mazzitelli and company. Alla Roma serve il goal della sicurezza, perciò cambia passo, velocizza e prende il sopravvento e per poco non va vicina al raddoppio, al 62’, con El Shaarawy che sfiora la traversa con una fiondata da lontano. L’episodio indica che il 2-0 è nell’aria: la Roma giostra bene, tranquilla e concentrata e al 72’ un pallone carpito da El Shaarawy a centrocampo arriva a Cristante che calcia forte da fuori area, Turati, l’estremo frusinate, non trattiene e respinge centralmente, più lesto di tutti, sul pallone si avventa Azmoun e il raddoppio è cosa fatta.
Subìto il secondo goal, il Frosinone sembra essere alle corde: la botta è stata forte ma non doma i ciociari, che abbozzano qualcosa: niente che possa impensierire la Roma, che, anzi, sembra voglia impinguare il bottino, cosa che si verifica all’89’, quando un pallone arrivato in area frusinate càpita su un braccio del bravo Okoli: rigore indiscutibile, batte Paredes, portiere spiazzato e tre punti nella cassaforte della squadra giallorossa.