Gran spettacolo all’Olimpico – Mancini uomo-derby – Roma in area Champions
ROMA – LAZIO 1-0
ROMA – LAZIO 1-0
(AGR) Primo tempo piuttosto equilibrato. Le squadre si studiano a Lungo. Entrambe adottano un atteggiamento prudente, guardingo, di quelli che ti apposti pronto a colpire se e quando capita.
Lazio pericolosa al 7’ con Immobile che spreca da ottima posizione. Potrebbe essere un avviso ai naviganti, invece quell’iniziativa biancoceleste non ha seguiti per un bel pezzo, tanto più che, a differenza di quanto accaduto in altre circostanze simili, la Roma non appare intimidita.
Ci si rende subito conto che la ripresa sarà ben diversa dai primi quarantacinque minuti di gioco: per buona parte del tempo, la Roma ha cercato di consolidare il suo vantaggio, ma prima la traversa di El Shaarawy al 52’, a portiere battuto, poi, al 58’, il mancato appuntamento di Lukaku con il pallone ad un passo dalla linea fatale, poi ancora un bel duetto Lukaku-Abraham, al95', che si conclude con il pallone sul fondo, le hanno impedito di mettere in sicurezza il risultato.
Da parte sua, la Lazio ha giocato, eccome. Non siamo certo noi a scoprire l’ottimo livello delle qualità individuali e di squadra dei biancoceleste. Nel contesto, più volte Marusic e compagni hanno spinto alla ricerca del pareggio: tra le più significative abbiamo annotato i tentativi da lontano di Taty, al 56’, rimasto senza esito, e all’82’, quando, partita ormai agli sgoccioli, manda il pallone sul fondo da buona posizione.
La pressione della Lazio trova la sua sintesi al 63’, quando Guendouzi pesca bene Kamada che segna, ma il goal viene giustamente annullato per evidente fuorigioco del centrocampista giapponese. Entrati Luis Alberto e Pedro, la Lazio diventa più arrembante, acquista maggiore dinamicità, la mette sul piano della velocità: Taty, risultato poi tra i migliori dei suoi, ci prova un paio di volte da lontano ma senza esito, e nella parte finale della ripresa, o, meglio, per buona parte della sua seconda metà, il tono agonistico della partita sale decisamente: in campo si susseguono falli e falletti, rosicate e ripicchette, che hanno come unico risultato un gran sventolare di cartellini gialli che il bravo arbitro Guida distribuisce con generosità.
Grazie alle tante ripartenze e ribaltamenti di fronte ne guadagna, tantissimo, lo spettacolo: da una parte, la Lazio, che non ci sta e getta dentro tutto quello che ha, dall’altra, la Roma che, ben prevedendo quel tipo di reazione, va costruendo la sua vittoria su un impianto che poggia sui pacchetti di difesa e centrocampo: entrambi dinamicissimi, i due reparti, il cui raggio d’azione arriva fino all’altezza della linea del centro campo, oltre a contenere le sempre più deboli offensive avversarie, con il loro dinamismo e velocità nel proporre temi di gioco risultano essere il vero e proprio motore della squadra giallorossa, che trova in Lukaku e El Shaarawy (poi Abraham, quando subentrerà al faraone) i propri terminali offensivi.
Mandare dentro Abraham, punta pura, accanto a Lukaku, nel finale di partita e soprattutto nel momento in cui, chiamata a difendersi dalle sfuriate laziali, ti aspetti che venga inserito un altro difensore, è stata la mossa geniale di De Rossi: sì, mi difendo, ma se ti distrai per te sono guai. Mossa azzeccata che per poco non porterà al raddoppio romanista, allorquando Abraham, al 95’, non trova Lukaku ben appostato in area biancoceleste.
In realtà, dopo il primo tempo non proprio indimenticabile, poco sopra la sufficienza, una ripresa ai ferri corti più che negli auspici era nelle previsioni. E così è stato.
Al tirare delle somme, la Roma ha guadagnato meritatamente i tre punti. Forse, con un pizzico di fortuna in più, avrebbe potuto impinguare il suo bottino (la traversa di El Shaarawy, l’occasione di Lukaku nel finale di gara…). La Lazio si è dimostrata un avversario più che ostico. L’undici biancoceleste ha onorato il derby battendosi fino all’ultimo secondo di gioco; in classifica segna il passo, ma c’è ancora tanta strada da fare. La Roma, invece, con i tre punti guadagnati nel derby continua a tallonare il bel Bologna. In sede di piazzamenti finali, tutto è ancora aleatorio.
Non è forse questo il bello del nostro campionato?