Date a Cesare ciò che è di Cesare...
La Coppa Italia Donne
La Coppa Italia Donne
(AGR) Alla vigilia del match ci è capitato di leggere, ancora una volta, che ‘la Coppa Italia femminile è stata sempre una questione tra Fiorentina e Juventus’. Introdotta da un iniziale ‘Negli anni recenti’, forse aggiunto per attenuare il fin troppo arrogante e categorico avverbio ‘sempre’, la frase compare nell’articolo ‘Finale Coppa Italia Femminile, Milan-Roma: tutto quello che c’è da sapere’ ‘Sky Sport -30 maggio 2021’. Mah! Se non fosse per il fatto che, inspiegabilmente, essa è rispuntata fuori, del tutto inopportunamente, alla vigilia della finale (visto che era già stata spazzata via dalla Coppa Italia (cosa c’entrava la Juventus con la finale Milan-Roma?), catalogheremmo quell’idiozia come un’opinione democraticamente espressa che lascia il tempo che trova. Andando a ritroso nel tempo, infatti, si scopre che la storia della Coppa Italia femminile è molto lunga.
Per amore d’informazione ne vogliamo fornire qualche dettaglio: nelle sue quarantotto edizioni ha visto il trionfo di moltissime squadre. La mattatrice indiscussa del torneo è la Torres Sassari femminile, con otto coppe vinte, seguita, a distanza, dalle quattro della Lazio e via via da tutte le altre. Un primato, quello della società sarda, attualmente militante nella serie C femminile, che nel tempo non è stato minimamente scalfito, anzi! Semmai è stato considerevolmente impinguato: nella bacheca della Torres femminile Sassari fanno infatti bella mostra di sé anche sette scudetti e sette supercoppe italiane.
Rispettato dunque il sempre valido ‘date a Cesare ciò che è di Cesare’, è più che evidente che l’affermazione secondo cui ‘la Coppa Italia femminile è stata sempre una questione tra Fiorentina e Juventus’ è del tutto falsa, un luogo comune che, come tutti quei falsi luoghi comuni che hanno messo radici nell’immaginario collettivo (che, purtroppo, nel tempo li ha accettati non avendo alcuna possibilità di verifica), è andato largamente diffondendosi, in buona fede, s’intende, magari anche perché mediaticamente alimentato ad ogni piè sospinto.