Caro-bollette, piscine e centri sportivi con il fiato corto ed a rischio chiusura
Nell'anno degli Europei di nuoto molte piscine e centri sportivi romani rischiano la chiusura per effetto dei maxi-costi determinati dall'aumento di luce e gas che sono saliti al 65% del bilancio gestionale. Flavio Giustolisi, titolare SIS: situazione drammatica
(AGR) Il mondo del nuoto trattiene il fiato, gli aumenti stratosferici di luce e gas che mettono a rischio i bilanci famigliari, hanno cancellato gli utili dei centri sportivi e sopratutto dei gestori delle piscine, dove la bolletta energetica ha fatto crescere a dismisura gli oneri per la gestione degli impianti ed in particolare per il riscaldamento dell’acqua. Una crisi scoppiata in piena ripresa della pandemia con una riduzione dell’utenza pari al 50% ed a pochi mesi dagli Europei di nuoto, un appuntamento importante per il movimento sportivo italiano, divenuto protagonista nelle discipline notatorie ed ora alle prese copn un’inaspettata crisi economica che ha dilatato i costi di gestione degli impianti.
“I bilanci delle aziende sono stati pesantemente sfalsati - spiega Flavio Giustolisi, titolare della SIS Roma, società che gestisce piscine di Roma (la Romanina) Ostia (le Dune e Amendola) e Fiumicino (Fiumicino Nuoto) - quando i costi energetici ai quali andava il 30-40% del bilancio gestionale salgono al 65% . E’ facilmente comprensibile che, se si può prevedere un’utile gestionale pari al 15-20% annuo, lo stesso viene assorbito interamente e trasforma delle imprese solide e per le quali abbiamo lavorato con grande impegno e passione per anni, in investimenti a perdere. Il rischio di impresa fa parte del gioco, ma questo non è un rischio. Non sappiamo quanto potremo resistere e per questo è necessario un sostegno serio da parte delle Istituzioni che non può essere la diminuzione dell’aliquota Iva, un palliativo rispetto a quanto serve davvero per rilanciare le aziende. L’anno scorso, i ristori promessi, a fronte di un fatturato di due milioni di euro, non hanno superato i seimila euro. Non contestiamo e non ci piangiamo addosso, ma la situazione oggi è davvero drammatica, nell’anno degli Europei di nuoto, una vetrina importante per i nostri sport e sopratutto per gli azzurri, protagonisti alle ultime Olimpiadi si rischia davvero di dover chiudere le nostre piscine”.
“Speriamo che il campionato riparta il prima possibile e non ci siano altri rinvii – continua Giustolisi, ancorchè presidente del sodalizio – le nostre ragazze hanno bisogno di giocare, non ci sentiamo danneggiati, ma la concentrazione dilatando le soste di campionato, intervallate dall’attività della nazionale e dai continui raduni, può venire meno e penalizzare le squadre più tecniche”.