ATALANTA PADRONA ALL’OLIMPICO MA CRISTANTE SALVA LA ROMA
32MA GIORNATA DI CAMPIONATO: ROMA-ATALANTA 1-1
(AGR) Il tabellino della partita: Roma (3-4-2-1): Pau Lopez; Mancini, Cristante, Ibanez; Karsdorp, Villar (31' st Perez), Veretout, Calafiori (1' st Bruno Peres); Pellegrini, Mkhitaryan (41' st Mayoral); Dzeko. Allenatore: Fonseca
Atalanta (3-4-2-1): Gollini; Romero, Palomino, Djimsiti; Maehle, De Roon, Freuler, Gosens; Malinovskyi (14' st Pasalic), Ilicic (14' st Muriel); Zapata (28' st Toloi).
Arbitro: Calvarese
Marcatori: 26' Malinovskyi (A), 30' st Cristante (R)
Ammoniti: Calafiori, Villar (R)
Espulsi: Gosens (A), Ibanez (R)
Un’altra partita scialba della Roma. Mentre per i giallorossi il pareggio significa un punto conquistato, per l’Atalanta suona come un’autentica beffa. Nessuno avrebbe gridato allo scandalo se i nerazzurri di Gasperini fossero andati a goleada. Dopo aver sfiorato più volte la rete della sicurezza, alla fine gli orobici tornano a casa con l’amaro in bocca. I tre punti sarebbero valsi il secondo posto. Ma questo è il calcio. Dei nerazzurri bergamaschi abbiamo già scritto, tuttavia vogliamo ribadire, ancora una volta, quanto questa squadra stia facendo di buono non solo nell’ambito calcistico ma anche alla città di Bergamo, tragicamente martoriata dalla pandemia, e al nostro calcio. In questo senso ci sentiamo di condividere pienamente l’affermazione del presidente UEFA, Ceferin: “Il calcio europeo ha bisogno di squadre come l’Atalanta”. Di turno all’Olimpico, fin dal primo minuto l’Atalanta ha fatto capire chiaramente le sue intenzioni, inchiodando i giallorossi nella loro metà campo. I bergamaschi hanno surclassato la Roma sul piano psico-fisico in virtù della concentrazione, mai venuta meno per tutta la durata della partita, che ha permesso ai nerazzurri di arrivare sempre primi sul pallone. La migliore condizione atletica ha fatto sì che in diversi tratti di gara i giallorossi arrancassero faticosamente dietro ai nerazzurri o venissero rimontati quando cercavano di impostare velleitari contropiede, pochi per la verità. Sul piano tecnico, invece, la presunta qualità superiore dei romani nei confronti degli avversari non si è assolutamente vista, anzi certe giocate orobiche dalla cintola in su sovente creavano disagio nei pacchetti della mediana e difensiva giallorossa, arrivando quasi sempre a un centimetro dal goal. Infine, sul piano tattico: seguendo il suo credo calcistico, anche contro la Roma, Gasperini ha schierato una squadra votata all’offensiva.
Come noto, l’Atalanta è una squadra che, ormai da anni, gioca a memoria, più o meno sempre con lo stesso impianto. Sia che ci siano cessioni, sia che arrivino nuovi giocatori, la struttura di base non viene alterata, fatto salvo l’occorrere di emergenze. Fonseca, invece, al secondo anno sulla panchina della Roma, sta ancora cercando la quadratura del cerchio, cioè lo schieramento-base dei giallorossi non è ancora ben definito. Il continuo cambio di interpreti di questo o quel ruolo alla fine non solo crea confusione, incomprensioni e sbilanciamenti in campo ma nella maggior parte dei casi pregiudica la qualità della prestazione del giocatore e della squadra. Nel caso della Roma, poi, il calendario serratissimo delle partite non consente un’adeguata ricarica delle energie spese.
D’accordo che questa potrebbe essere un’attenuante alle povere prestazioni offerte di recente, ma non giustifica affatto certi atteggiamenti di irritante sufficienza che intravediamo tra le file giallorosse. Se ti manca un difensore, un centrocampista o un attaccante, perché non ricorrere ai primavera? Adattare un giocatore in un ruolo non suo comporta parecchi rischi che, in un campionato durissimo come quello italiano, non possono essere corsi.
Qui da noi, il piazzamento finale in classifica può dipendere dalla perdita o dalla conquista di un punto. L’adattamento di un giocatore a un ruolo non suo può sopperire a emergenze che potrebbero occorrere in una o due partite, ma non può assolutamente diventare prassi costante. Abbiamo avuto la conferma anche nella gara contro l’Atalanta che i risultati arrivano quando un giocatore è impiegato nel suo ruolo: Cristante, centrocampista d’attacco che Fonseca da tempo impiega, male, come regista difensivo, ha realizzato il goal del pareggio. Il ragazzo ha invece fornito prestazioni opache quando è stato piazzato davanti alla difesa. Se un giocatore non ce l’hai, non ce l’hai. Magari è meglio cambiare modulo, piuttosto che rischiare di perdere la partita schierando male i propri giocatori. Si vince e si perde in undici, è vero.
Ma quali sono gli obbiettivi di questa squadra: salvezza, scudetto, il quarto posto, un piazzamento utile per la coppa UEFA, vincere la Coppa Uefa di quest’anno? Realisticamente, al momento attuale la Roma può puntare alla finale di Coppa UEFA e cercare di vincerla, nel contempo tentare di restare in Europa piazzandosi tra il quinto ed il sesto posto in classifica. Più difficile, almeno per ora, la rincorsa per entrare in zona Champions League, vista la concorrenza agguerritissima e le recenti, brutte prestazioni fornite in campionato. Peraltro, l’essere arrivati alla semifinale della UEFA, sbaragliando fior di avversari, al di là del giusto orgoglio per il risultato raggiunto, per i giocatori della Roma non può e non deve essere motivo per mettere i remi in barca, rinunciando a lottare per arrivare almeno in area Coppa UEFA. Presentarsi all’Old Trafford jn abiti dimessi sarebbe un autentico suicidio. Magari, oltre alla piena consapevolezza di poter vincere, bisognerebbe tirare fuori un po’ di Virtus Romana.