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Salute Mentale: Fenascop, dalla Regione Lazio solo palliativi come il bonus psicologico

ll fabbisogno regionale, che regola la possibilità di allargamento dei posti nelle comunità, copre solo il 20% della domanda. Paola Marchetti (Fenascop Lazio): Le strutture patiscono determinazioni tariffarie bloccate da dieci anni nonostante gli aumenti dei costi del personale, delle materie prime

printDi :: 11 luglio 2022 11:30
Paola Marchetti, presidente Fenascop

Paola Marchetti, presidente Fenascop

(AGR) "Da anni, le comunità psichiatriche laziali, che lavorano sul fronte della residenzialità accreditata svolgendo quotidianamente una funzione sussidiaria di servizio pubblico, lamentano una drammatica mancanza di visione e di progettualità da parte della Regione Lazio". E' quanto si legge in una lettera aperta a firma di Paola Marchetti, presidente di Fenascop Lazio, associazione nazionale di organizzazioni che dal 1995 si occupano di riabilitazione psichiatrica extraospedaliera. 

"Una situazione che si è ulteriormente aggravata in questi anni di pandemia senza che la parte pubblica, nonostante fiumi di belle parole e di impegni astratti, abbia mai prodotto un cambio di passo, capace di caricarsi davvero di questo peggioramento della situazione sociale. Qua e la qualche annuncio spot, qualche misura palliativa (come il bonus psicologo), ma senza intervenire davvero sui nodi di fondo che oggi fanno del disagio mentale una grande questione, sanitaria e sociale, che riguarda ampi strati di società e non soltanto una minoranza di “matti”. 

 
"Le strutture patiscono scelte politiche sbagliate e a volte incomprensibili, determinazioni tariffarie bloccate da oltre dieci anni, nonostante gli aumenti dei costi del personale, delle materie prime, dell’energia e degli effetti economici della pandemia, affrontati spesso in solitudine e senza aumenti di budget, al fine di tutelare la salute dei pazienti ad esse affidati. Salvaguardare, tutelare e rafforzare questo sistema non è una esigenza privata di pochi, dovrebbe essere un problema di tutti, che parla la lingua del benessere sociale e quello della salvaguardia di un lavoro di cura che nei nostri territori significa anche occupazione  di qualità". 

"Di fronte a questo scenario, la risposta della politica e della Regione Lazio, nello specifico, è stata burocratica, distratta, sempre uguale a se stessa. Inadeguata. Il fabbisogno regionale, che regola la possibilità di allargamento dei posti nelle comunità, non copre più del 20% della domanda che arriva dai territori, in un contesto sociale sempre più fragile, dove le risposte tradizionali appaiono insufficienti e non in grado di fare da argine alle nuove forme di psicopatologia e di dipendenza". 

"In questi anni la Fenascop Lazio si è resa sempre disponibile a partecipare ai tavoli di lavoro della Regione Lazio e a portare il proprio contributo derivante dalla concreta esperienza maturata nelle strutture comunitarie della riabilitazione psichiatrica. Ma spesso i luoghi della Regione hanno avuto le forme dei “muri di gomma”, delle risposte mancanti, delle promesse senza alcun seguito, delle comunicazioni disattese". 

foto da comunicato stampa

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