Meningite: nel Lazio la priorità è recuperare le coperture
Meningite: nel Lazio la priorità è recuperare le coperture
(AGR) In collaborazione con Adnkronos. Una malattia che non deve mai far abbassare la guardia ma per la quale è possibile fare prevenzione con la massima efficacia. Nell’evento phygital “Pre-occupiamoci della meningite in Lazio”, trasmesso in streaming sui profili Facebook e Youtube e sul sito di AdnKronos, promotore dell’iniziativa con il supporto non condizionante di GlaxoSmithKline, la malattia batterica invasiva è stata trattata da diversi clinici alla luce del fatto che il Lazio è la seconda regione ad aver segnalato più casi di malattia invasiva meningococcica tra tutte le regioni italiane negli ultimi anni.
“Parliamo di un’infiammazione delle meningi, le membrane che rivestono cervello e il midollo spinale. Una patologia rara, ma capace nel giro di poche ore di portare a morte, nonostante adeguati trattamenti”, ha dichiarato Elena Bozzola, pediatra all’Ospedale Bambino Gesù e tra gli esperti della tavola rotonda. “Il ceppo B è pericoloso nei bambini perché è il più frequente in Italia e soprattutto nel Lazio. I dati dell’Istituto superiore di sanità mostrano che, nei bambini, rappresenta l’88% delle infezioni, contro il 60% della media italiana. È quindi importante la vaccinazione contro il ceppo B, ma anche contro i ceppi ACWY, il quadrivalente, perché C, W e Y sono sierotipi comunque presenti nella realtà italiana ed europea”.
“In Lazio, che ha un calendario vaccinale all’avanguardia, mentre la vaccinazione anti meningite ACWY è gratuita da un anno di vita fino a 18 anni e 364 giorni, quella contro il meningococco B è gratuita da 3 mesi a 4 anni e da 11-12 anni fino a 18 anni e 364 giorni”, ha precisato l’infettivologo e vaccinologo Roberto Ieraci, che fa parte anche del Gruppo “Strategie Vaccinali” della Regione Lazio.
“Tra i 5 e gli 11 anni sarebbe importantissimo offrire gratuitamente il vaccino anti-Meningococco B, ciò porrebbe la Regione alla vetta della innovazione vaccinale. Dobbiamo lavorare per facilitare l’accesso alla vaccinazione, utilizzando i sistemi di promemoria e la possibilità di prenotazione attraverso la piattaforma regionale, come già fatto ottimamente per la vaccinazione Covid”.
Per ampliare le opportunità di accesso e completamento del ciclo vaccinale, sempre Ieraci ha sottolineato l’importanza della co-somministrazione nella stessa seduta vaccinale in tutte le fasce di età. “Per quanto riguarda il vaccino contro il meningococco B, come per tutti i vaccini, va rispettata la tempistica del calendario nazionale di prevenzione vaccinale: rinviare il vaccino contro la meningite rappresenta un rischio”.
Far crescere la cultura vaccinale richiede che i medici conducano un’azione comune in chiave preventiva. Lo ha sottolineato Maria Teresa Sinopoli, responsabile del Servizio vaccinale Asl Roma 4. “Gli operatori sanitari parlino tutti la stessa lingua, spieghino con chiarezza la pericolosità di questa malattia per smentire fake news dannose. Molte persone, adolescenti e adulte, oggi credono di aver chiuso con la prevenzione una volta completato il ciclo contro il Covid, invece ci sono altre malattie che si possono prevenire efficacemente con i vaccini. Si deve parlarne, informare, e rispondere a ogni dubbio che la popolazione può avere”.
A sottolineare l’importanza dell’informazione è stata anche Amelia Vitiello, fondatrice nel 2007 del comitato Liberi dalla meningite, dopo aver perso la prima figlia di 18 mesi. “Agli esitanti manca spesso quel dato in più per affrontare i propri timori. Quando racconto la mia storia a un’altra mamma o papà dico che oggi non ci penserei due volte a vaccinare. La ragione per cui abbiamo dato vita al comitato è proprio per evitare ad altri genitori di passare il nostro calvario e per dare informazioni di prevenzione alle famiglie. D’altronde c’è ancora confusione tra vaccini obbligatori e raccomandati, ritenendo questi ultimi non indispensabili. Ma la meningite, sebbene rara, è molto grave e in caso di sopravvivenza incide pesantemente sulla qualità della vita. Anche per questo, chiedo che si tenga conto delle famiglie, magari monoreddito e con più figli di età tra i 4 e gli 11 anni, quando si parla di gratuità. Può essere un deterrente che spinge a rimandare, assumendosi un rischio troppo grande. Vaccinarsi è un diritto-dovere per chi si protegge e per le fasce più fragili, poiché si aumenta l’immunità collettiva. Quindi i genitori scelgano la vita e l’opportunità che dà questo strumento di prevenzione”, ha concluso Vitiello.