Istituto Regina Elena, Identificata una firma molecolare che predice la resistenza all’immunoterapia nel tumore del polmone. Studio sostenuto da AIRC
I risultati dello studio, pubblicati sul Journal of Experimental Clinical Cancer Research, hanno dimostrato che specifici linfociti T CD8 hanno caratteristiche funzionali e molecolari diverse quando si trovano nel sangue periferico o nel microambiente tumorale.
Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE)
(AGR) Roma; Ricercatrici dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) e dell’Università di Tor Vergata, guidate da Paola Nisticò,
Paola Nistico’, ricercatrice responsabile dell’Unità di Immunologia e immunoterapia dei tumori del Regina Elena
Ricercatrici dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (IRE) e dell’Università di Tor Vergata, guidate da Paola Nisticò
Lo studio, sostenuto da Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, è stato condotto da Belinda Palermo,ricercatrice presso l’Unità di Immunologia e Immunoterapia, e da Ornella Franzese dell’Università di Tor Vergata, nell’Unità di Immunologia e Immunoterapia dell’IRE diretta da Paola Nisticò.
Fondazione AIRC
I linfociti T sono, per così dire, i direttori d’orchestra della risposta contro i tumori e sono regolati da complessi equilibri che controllano sia la loro attivazione sia la loro inibizione. Se per l’attivazione occorrono molecole stimolatorie, l’inibizione dipende dai cosiddetti checkpoint immunologici inibitori, tra i quali il principale è rappresentato dalla proteina PD-1. Anticorpi contro PD-1 riattivano i linfociti T permettendo loro di riconoscere e uccidere le cellule tumorali. Il loro impiego nella pratica clinica ha cambiato radicalmente lo scenario dei trattamenti disponibili contro i tumori del polmone. Purtroppo, solo una percentuale dei pazienti risponde a queste terapie e da qui l’importanza d’identificare quali altre molecole inibitorie, anche nel microambiente tumorale, sono coinvolte nei meccanismi di resistenza.
“È da diversi anni – dice Paola Nisticò – che il nostro gruppo di ricerca si pone l’obiettivo di svolgere uno studio integrato sul profilo molecolare e sulla funzionalità di linfociti T sia nel sangue periferico sia nel distretto tumorale. Quest’ultimo è molto spesso immunosoppressivo.”
“In questo studio – spiega Belinda Palermo –abbiamo analizzato i linfociti sia del sangue periferico sia infiltranti il tumore, grazie a tecniche di sequenziamento di RNA messaggero a singola cellula. Lo scopo era identificare sottopopolazioni funzionalmente attive contro le cellule tumorali.”
“Nel nostro studio – prosegue Ornella Franzese – abbiamo valutato il ruolo chiave del recettore CD28 e individuato il suo ruolo fondamentale nella funzionalità di linfociti T che esprimono il recettore inibitorio PD-1”.
“Tutti i dati ottenuti in pazienti affetti da tumore del polmone al momento dell’intervento chirurgico – dichiara Paola Nisticò – sono stati poi analizzati, grazie al lavoro di bioinformatici, in un’ampia casistica di pazienti con tumore del polmone trattati con inibitori dei checkpoint immunitari. Le ‘firme molecolari’ che abbiamo identificato possono contribuire a individuare i pazienti che rispondono o sono invece resistenti alla terapia. Se validati in più ampi studi clinici, potrebbero rappresentare un importante biomarcatore di risposta. Inoltre, i risultati ottenuti confermano la rilevanza di metodologie innovative, quale l’analisi a singola cellula, per definire sempre più efficaci strategie di immunoterapia”.
“La medicina di precisione – conclude Gennaro Ciliberto, Direttore Scientifico IRE – sta facendo enormi progressi anche nell’ambito dell’immunoterapia. Sapere in anticipo quali pazienti beneficeranno di una terapia e quali invece mostreranno resistenza è molto importante per ottimizzare le scelte del percorso di cura. Se i risultati saranno confermati ci sarà dunque la possibilità concreta di mettere a punto un nuovo test che utilizzi questi marcatori predittivi di risposta all'immunoterapia”.