A volte siamo solo str*nzi senza diagnosi
Avventure e sventure del narcisista e dei suoi compagni di viaggio
(AGR) Autore Nicolina Capuano
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Alle prime luci del canale Telegram “Koinoneo, carteggi di psicologia”, una delle idee iniziali che abbiamo avuto, è stata quella di lanciare un sondaggio :<<qual è l’argomento di cui ti piacerebbe leggere?>>; le alternative offerte sono state:
famiglie arcobaleno;
interruzione volontaria di gravidanza;
identità di genere;
narcisismo nelle relazioni;
Ad essere sincera l’ultimo argomento è stato inserito solamente per offrire una rosa di scelte più vasta, non immaginavo che il mondo avesse bisogno di un altro articolo che parlasse di narcisistə, eppure mi sbagliavo.
Con mio grande stupore, mi sono chiesta <<ma cosa c’abbiamo ancora da dì sul poverə narcisista e sui relativi partner, alle volte anche loro cullati nelle onde del narcisismo?!>>.
Spesso accade dentro lo studio di psicoterapia, di ascoltare frasi tipo “dottorè mi è capitato questo/a che era proprio un/a narcisista”. Fermiamoci un attimo: che significa mi è capitato? Se la mente ancora mi fa compagnia, posso dire che noi esseri umani abbiamo la capacità di osservare e di scegliere chi e cosa vogliamo, quindi il primo processo è comprendere cosa “casualmente” ci ha portato verso quella persona.
Prima regola del maestro Shifu è “non tanto importante è comprendere il narcisismo dell’altro, ma comprendere noi stessi e cosa ci aggancia all’altro” e mentre lo facciamo togliamo e mettiamo la cera.
Questo mio cipiglio di acidità è dovuto al fatto che sono stanca di leggere articoli sul lupo cattivo narcisista, a parte che un/a narcisista è una persona che soffre anche se rispetto ad altre patologie può risultare più fastidiosa e forse recare più dolore nelle dinamiche di coppia.
Tornando alla mia acidità, vorrei mostrare come funziona il narcisista, senza slogan del tipo “occhio al love bombing” “attenzione vampiri energetici” “il maligno è nella tua vita, ecco come liberartene”; insomma basta, in una relazione si è in due, quindi oggi proviamo a osservare come funzionano i/le narcisisti/e, senza giudizio e senza giustificarli, perché se hanno un problema è loro responsabilità risolversi.
Primo punto il narcisismo non ha genere, può colpire tutti indistintamente, uomini e donne cisgender, uomini e donne non cisgender, persone binarie e non binarie, persone agender ecc.
Punto secondo quando parliamo di disturbo di personalità narcisistico bisogna dire che è un disturbo pervasivo, come tutti i disturbi di personalità e che quindi è un tratto stabile della persona; questo vuol dire che un/a narcisista lo sarà per sempre? In qualche modo si, ma può funzionare, avere comportamenti più sani e avere relazioni equilibrate.
Ma come si costruisce un/a narcisista? Come ogni persona si costruisce in famiglia, a partire dalle dinamiche relazionali con le figura di attaccamento, ha sofferto come tutti noi e ha imparato che la sua modalità per controllare la sofferenza è quella di stare lontano da certe emozioni; quelle insostenibili per Narciso sono la vergogna e la colpa. Il narcisista è un pendolo che oscilla tra colpa e vergogna, ogni qual volta queste due emozioni si paventano, scappa e fugge lontano. Ma come mai proprio queste due emozioni? Proverò a rispondere, ma ci vorrebbe un manuale intero per spiegare e capire, vi consiglio di leggere il romanzo e saggio “il diavolo prenda l’ultimo” R. Di maggio (giuro non mi ha pagata, ma se vogliamo comprendere il narcisismo questo libro a mio parere è ottimo).
Tornando a noi, quando una persona cresce in un contesto performativo, in cui le sue emozioni non contano nulla e quello per cui viene visto e riconosciuto è legato all’essere abbastanza bravo, abbastanza accudente e al risponde ai bisogni dell’altro (abbastanza è un eufemismo), se non è considerato abbastanza in tutte queste cose, viene giudicato inadeguato (vergogna) e inoltre gli viene data la colpa di aver fatto soffrire gli altri per la sua incapacità. Per difendersi da questi due demoni colpa e vergogna, impara a schivarli a suon di disprezzo, svalutazioni e dissenso o di fughe lontane dall’altro. Quando si dice che il narcisista non vede l’altro, si dice una grande bugia; lo vede tantissimo, ma sotto forma di minaccia di produttore di colpa e vergogna e deve gestirlo e controllarlo anche in modi che sembrano assurdi. Lo vede, ma non empatizza con l’altro.
Poi di narcisi e narcise ne abbiamo di diversi tipi, non abbiamo solo i grandiosi, ma abbiamo anche le pecorelle smarrite, i timorosi, ma credo che su questo ci dedicheremo un altro articolo. Fermandoci sulle relazioni Narcisiste, quello che è utile ai partner è certamente comprendere queste dinamiche del narcisismo affinché non ci sia motivo per accanirsi e agganciarsi o per pensare di poter salvare in qualche modo l’altro. Comprendere per prendere una distanza sana; in secondo luogo è utile chiedersi cosa si prova in quella relazione, a cosa serve provare certe cose, perché se si resta uno scopo o funzione c’è. In conclusione Ripetiamo insieme “non posso cambiare l’altro e non posso salvarlo, se soffro, l’unica persona su cui ho potere sono io, posso allontanarmi, posso chiedere aiuto e posso smettere di prendermela con l’altro, lavorando su me stessə”
P.s. Con amore vi chiedo un favore: non rubatemi il lavoro, lasciate le eventuali diagnosi di narcisismo agli addetti ai lavori che poi a volte siamo solo str*nzi senza diagnosi.