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L’evoluzione delle Farmacie: Dispensatori di Medicinali a centri di screening e salute

Intervista a Vittorio Contarina sul nuovo ruolo delle farmacie nella prevenzione e cura dei cittadini

printDi :: 09 ottobre 2024 15:58
Intervista a Vittorio Contarina sul nuovo ruolo delle farmacie nella prevenzione e cura dei cittadini

Intervista a Vittorio Contarina sul nuovo ruolo delle farmacie nella prevenzione e cura dei cittadini

(AGR) Negli ultimi anni, il mondo della farmacia ha vissuto profonde trasformazioni, sia in termini di servizi offerti che di competenze richieste ai professionisti del settore. La figura del farmacista è cambiata notevolmente, assumendo un ruolo sempre più centrale nel sistema sanitario, soprattutto in supporto alla medicina territoriale. Tuttavia, questa evoluzione ha comportato anche nuove sfide, tra cui una preoccupante carenza di farmacisti legata anche all’abbandono della professione.
Per approfondire questi temi e per comprendere meglio le prospettive future del settore, abbiamo avuto il piacere di intervistare Vittorio Contarina, figura di spicco nel panorama della farmacia italiana. Con una solida formazione accademica che include una laurea in farmacia e una in economia, Contarina ha ricoperto ruoli di grande responsabilità, tra cui presidente di Federfarma Roma, presidente di Federfarma Lazio e vicepresidente nazionale di Federfarma.
La sua esperienza e leadership ci permetteranno di comprendere come il ruolo delle farmacie sia profondamente cambiato nel corso degli anni offrendoci un'analisi dettagliata dei cambiamenti avvenuti, delle attuali criticità e delle opportunità future per i farmacisti e le farmacie in Italia.
 
 Le farmacie oggi offrono servizi di prevenzione e screening. Come vede l'impatto di questi servizi sulla salute pubblica e come hanno migliorato l'assistenza al cittadino?
"Questi servizi sono un grande supporto per la cittadinanza, specialmente in un periodo in cui è sempre più difficile trovare medici, soprattutto in alcune aree del paese come le zone rurali. La farmacia rappresenta un presidio sanitario fondamentale presente ovunque, diventando un punto di riferimento per milioni di cittadini. Lo screening del colon retto è importantissimo, ma se è complicato e richiede di fare file o andare all'ASL, diventa un fastidio e le persone tendono a rimandare, presi dalla vita frenetica di tutti i giorni. Se invece si ha la possibilità di farlo vicino casa, allora è molto più probabile che venga fatto."
 
Ultimamente, c'è stata una certa reticenza da parte dei biologi riguardo alla possibilità per le farmacie di effettuare analisi di prima istanza. Qual è il suo punto di vista su questa situazione e su come potrebbe influenzare la collaborazione tra farmacisti e biologi nel fornire servizi ai cittadini?
"In questo momento i biologi sono al centro di discussioni sul disegno di legge che prevederebbe l'introduzione di ulteriori servizi e analisi in farmacia. Credo che si possa collaborare anche con loro, soprattutto per esami di prima istanza. Il nostro ruolo sarebbe quello di rendere i pazienti consapevoli che, dopo una prima valutazione è necessario approfondire con visite specialistiche. Potremmo anche pensare a una collaborazione dove preleviamo campioni in farmacia per poi inviarli a laboratori di analisi. Insomma, ci sono diverse possibilità di collaborazione."
 
Qual è stato il ruolo delle farmacie nella campagna di vaccinazione contro il COVID-19 e come questo ha cambiato la percezione dei farmacisti da parte dei cittadini?
"Sicuramente la percezione è cambiata, perché siamo stati davvero gli unici a rimanere operativi in prima linea. Ricordo bene che molti cittadini non riuscivano a trovare studi medici aperti, mentre noi eravamo lì, a nostro rischio e pericolo, e questo è stato molto apprezzato.
 
L'uso della tecnologia ha trasformato molti aspetti delle farmacie. In che modo la digitalizzazione sta influenzando il lavoro quotidiano dei farmacisti?
"Anche in questo caso c'è un rovescio della medaglia. Personalmente, non mi piace il sistema delle ricette spedite sul cellulare. La digitalizzazione attuale è a metà, e a me le cose a metà non piacciono. Se vogliamo digitalizzare tutto, facciamolo bene, come avviene già in altre regioni, dove la ricetta viene caricata nel fascicolo sanitario elettronico, legata alla tessera sanitaria, e il paziente può ritirare i farmaci in qualsiasi farmacia. Quindi sì alla digitalizzazione, ma in modo completo. Questa deve andare di pari passo con la semplificazione delle procedure. Abbiamo la tecnologia per farlo, ma dobbiamo cambiare metodo. Continuare ad aggiungere nuove funzioni a un sistema vecchio è come aggiornare un software obsoleto: diventa un caos. Forse dovremmo ripensare del tutto il modo in cui le ricette vengono inviate."
 
Oggi quasi tutte le farmacie, soprattutto le grandi catene, hanno un e-commerce. Qual è la sua opinione su questo?
"Avere un e-commerce comporta costi molto elevati e rischi importanti. I margini di guadagno sono molto bassi, quindi solo le grandi catene possono permetterselo. Questo può rappresentare un problema per i farmacisti indipendenti. Personalmente, come paziente, mi sentirei più sicuro recandomi in farmacia. Non dimentichiamo poi l'aspetto fondamentale: il consiglio del farmacista. Anche se si tratta solo di un integratore, il farmacista ti conosce, ti chiede informazioni, ti risponde e ti consiglia al meglio. Tutto questo viene meno quando si acquista online. Nella mia esperienza, ho dato consigli importanti sugli integratori, che non avrei potuto dare se il paziente avesse comprato il prodotto su un sito web.”
 
Come è arrivato alla presidenza di Federfarma? Quali sono stati momenti gratificanti della sua carriera?
"Non provengo da una famiglia di farmacisti, e in passato sono stato il farmacista più rapinato d'Italia. Nel 2011, ho iniziato a girare per le farmacie con una petizione sulla sicurezza, proponendo l'idea di avere carabinieri in congedo a supporto, soprattutto nelle farmacie più a rischio. Purtroppo, questo progetto poi è sfumato. Tuttavia, il contatto con tanti colleghi mi ha appassionato alle problematiche della categoria. Ho cominciato a costruire coesione tra i farmacisti, instaurando amicizie e tenendoli informati sulle novità nel mondo della politica farmaceutica. Nel 2015 ho deciso di candidarmi alle elezioni, ottenendo un risultato schiacciante. Questo successo lo devo al fatto di essermi fatto completamente da solo, visitando farmacia per farmacia. Ho girato cinque volte tutte le farmacie di Roma e provincia, e questo è uno dei traguardi di cui vado più fiero. Uno dei miei risultati più significativi come presidente di Federfarma è stato ridurre i tempi di pagamento della distinta contabile riepilogativa (DCR) per le farmacie da parte della Regione. Abbiamo ridotto il ritardo da quattro mesi a solo uno. Ma ho fatto molte altre cose, tra cui diverse iniziative di beneficenza: ho creato una charity dinner chiamata 'Farma&Friends', grazie alla quale, in cinque edizioni, abbiamo raccolto 400.000 euro da destinare a progetti solidali.
 
Abbiamo accennato prima alla fuga dei farmacisti dalla professione. Quale messaggio possiamo dare a un giovane farmacista che sta intraprendendo questa carriera?
"Questa è una delle domande più difficili a cui rispondere. In questo momento, voglio dire che la professione di farmacista è davvero bella; il contatto con il pubblico è gratificante, e si tratta di una laurea complessa che comporta una grande responsabilità. Tuttavia, se le cose non cambiano, temo che potremmo assistere a un progressivo declino delle farmacie indipendenti, a favore delle catene. Queste catene, alla fine, saranno cedute a fondi, spesso stranieri, e noi rischiamo di vendere i nostri gioielli all'estero. La direzione che stiamo prendendo sembra portare verso sempre meno farmacie indipendenti, sempre meno farmacisti e, di conseguenza, sempre più disservizi per i cittadini e meno consigli disponibili al banco. Dobbiamo assolutamente lavorare affinché la farmacia torni a essere un sistema che possa remunerare adeguatamente chiunque ci lavori, garantendo così un servizio di qualità per i pazienti."

In questa intervista, abbiamo esplorato il mondo delle farmacie e il loro evolversi nel contesto attuale. È emerso chiaramente che, nonostante le sfide e le difficoltà che i farmacisti affrontano, la professione rimane una delle più gratificanti, caratterizzata da un forte contatto umano e da una responsabilità importante verso la salute dei cittadini.
Tuttavia, le preoccupazioni riguardo alla crescente centralizzazione delle farmacie nelle mani delle catene e alla fuga dei professionisti dalla professione sono temi che richiedono attenzione. È fondamentale lavorare affinché le farmacie indipendenti possano prosperare e che chiunque lavori nel settore venga adeguatamente remunerato. Solo così potremo garantire un servizio di qualità per i pazienti e preservare il ruolo cruciale che le farmacie svolgono nella comunità.
In un momento in cui la salute pubblica è più importante che mai, è essenziale rimanere uniti come professionisti, continuando a sostenere e promuovere un modello di farmacia che valorizzi sia i farmacisti sia i cittadini che servono.

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