Marinai di salvataggio, gli angeli custodi delle nostre spiagge, turni di lavoro massacranti e pochi spiccioli
Ogni anno sul litorale di Roma salvano centinaia di vite. Sono costretti a lavorare in condizioni difficili, senza avere un bicchiere di acqua fresca durante le 12 ore di turno e sono pagati pochi spiccioli l’ora. Serve una revisione della normativa nazionale
(AGR) "In questi ultimi giorni se non ci fossero stati i bagnini, - scrive Marco Possanzini, segretario SI X Municipio - veri e propri angeli custodi, sulle nostre spiagge libere ci sarebbero stati molti più incidenti mortali. Ogni anno, sul litorale di Roma Capitale, salvano la vita a centinaia di persone. Sono lavoratori, persone che con abnegazione e professionalità ci permettono di trascorrere ore serene in spiaggia con i nostri cari.
Eppure, nonostante questo prezioso servizio, le condizioni di lavoro sono disumane. Sempre più disumane. Costretti a lavorare in condizioni critiche, spesso senza poter avere nemmeno un bicchiere di acqua fresca durante le 12 ore continuative di turno, pagati pochi spiccioli l’ora, i nostri assistenti bagnanti vivono una condizione che nemmeno si può definire precaria. Sotto quegli ombrelloni rossi ci sono persone che, oltre a garantire la sicurezza e l’assistenza in mare ai cittadini, hanno sulle spalle mutui da pagare, bollette, e famiglie da mantenere.
Non si può, infatti, chiudere gli occhi su una situazione che, anno dopo anno, si aggrava. Serve un'inversione di tendenza. L’amministrazione pubblica - conclude la nota di Sinistra Italiana - non può accettare lo sfruttamento dei lavoratori trincerandosi dietro lo "schermo" della messa a bando dei servizi di salvamento".