Il rapporto tra igiene nei luoghi di lavoro e salute: ecco cosa ne pensano gli italiani
L’89% degli italiani consideravano la scarsa igiene sul luogo di lavoro una delle cause della trasmissione di malattie o infezioni. Il 72% ritiene che il datore di lavoro dovrebbe prestare maggiore attenzione all’igienizzazione generale dei luoghi di lavoro
Il rapporto tra igiene nei luoghi di lavoro e salute
(AGR) La prevenzione e la promozione della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro sono rimaste, per diversi anni, attività secondarie per numerose organizzazioni, sia pubbliche che private.Negli ultimi anni, però, si è registrato un significativo cambio di rotta, motivato dalla consapevolezza che una convinta e diffusa promozione della salute nei luoghi di lavoro abbia effetti nel lungo periodo sia sul benessere del lavoratore che sulla sua produttività.
Rentokil Initial, leader mondiale in servizi di disinfestazione, disinfezione e servizi per l’igiene, da sempre attenta a questi temi – oggi più che mai attuali alla luce dell’emergenza sanitaria legata al COVID-19 – ha indagato proprio sul rapporto tra italiani e igiene nei luoghi di lavoro attraverso una ricerca condotta da BVA-Doxa.
Il rapporto tra igiene nei luoghi di lavoro e salute
In generale, dall’indagine BVA-Doxa per Rentokil Initial emerge che per gli Italiani tutti gli aspetti riguardanti l’igiene degli ambienti influiscano in modo significativo su una buona produttività e – tra tutti – le donne (79%)si rivelano più sensibilisu questo tema, così come gli addetti dei settori ospitalità/ristorazione, sanitario e scuola/impianti sportivi.
Oltre 7 milioni di lavoratori italianisono fanatici dell’igienee quasi 9 lavoratori su 10 (89%) consideravano – già prima dell’emergenza sanitaria – la scarsa igiene sul luogo di lavoro una delle cause della trasmissione di malattie o infezioni. Dopo la pandemia, oltre la metà (54%) ritengono che sia la causa principale. Quest’ultimo dato raggiunge addirittura l’81% fra coloro che lavorano nella sanità.
Secondo i lavoratori intervistati, l’attenzione alla pulizia e all’igiene da parte delle aziende/datori di lavoro prima della pandemia non era molto elevata ad eccezione dell’igiene dei sanitari (54%) e il 72% ritiene che il datore di lavoro dovrebbe prestare maggiore attenzione – post emergenza sanitaria – soprattutto all’igienizzazione generale degli spazi e delle superfici.
Proprio a questo proposito, è importante fare chiarezza anche sull’efficacia dei metodi utilizzati per la sanificazione degli spazi,così come precisato da ISS e Ministero della Salute che confermano la teoria di ANID riguardo l’errata pubblicizzazione e l’uso improprio di ozono nelle attività di sanificazione.
“Secondo la normativa vigente, essendo l’ozono generato in siti attraverso dei macchinari e non essendo un formulato registrato come biocida – dichiara Marco Benedetti, Presidente di Anid – non può essere utilizzato per attività di disinfezione e sanificazioneper trattamenti ambientali. Mentre è consentito ed autorizzato per il settore alimentare, la disinfezione delle acque e degli impianti di canalizzazione dell’aria e come ozonoterapia in ambito medico. Resta di fatto che l’utilizzo dell’ozono deve essere effettuato da professionisti formati.”
“Rentokil Initial non può che condividere la posizione di ANID – dichiara Elena Ossanna, Amministratore Delegato Rentokil Initial – e confermare quanto sia importante, in questo momento di emergenza sanitaria, fare chiarezza e comunicare i metodi più efficaci per la sanificazione e la disinfezione negli ambienti di lavoro. Da parte delle aziende, si tratta di una tutela doverosa nei confrontidei propri dipendenti e della loro salute.”