Giovani, precari ed a basso reddito, le categorie più colpite dalle nuove restrizioni
La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha calcolato che nel secondo trimestre del 2020 a confronto con lo stesso periodo del 2019 il numero degli occupati nella ristorazione è calato di 158 mila unità, circa il 13% del totale.
(AGR) Ristorazione, cultura e sport tra i settori che hanno visto una maggior perdita di posti di lavoro durante il lockdown primaverile. Una situazione che oggi, con le restrizioni previste dal DPCM firmato il 24 ottobre rischia di peggiorare sensibilmente. Tra il 2° trimestre 2019 e lo stesso periodo del 2020, infatti, il numero degli occupati nel settore della ristorazione è calato di 158 mila unità, per una contrazione del 13%.
Perdite importanti si registrano anche per le attività creative, artistiche e di intrattenimento, con un calo degli occupati del 6,6%, e nel settore dello sport, con 7,4% lavoratori in meno. È quanto emerge dal nuovo focus della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Le nuove restrizioni: chi rischia il lavoro”, che a partire dal numero di lavoratori “persi” nei comparti citati, ne ha delineato il profilo.