Prodotti alimentari, i consumatori consapevoli possono fare la differenza
La crisi del latte di pecora sardo che arriva alla nostra attenzione attraverso i media rappresenta un paradigma comune ad altri ambiti del settore alimentare che si trova a doversi destreggiare tra volontà della distribuzione di essere sempre competitiva con i prezzi, i vari interlocutori che portano dalla produzione sino alla vendita all'utente finale, una concorrenza estera estremamente aggressiva.Ma, anche in attesa che si mettano in campo soluzioni "politiche", esistono già strumenti su cui fare leva per valorizzare il proprio prodotto, a partire dall'obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte in vigore dal 2017
'Senza i consumatori la battaglia non si vince. Sono loro, noi, che allungando la mano su questo o quel prodotto determinano le percentuali di vendita in favore di questo o quel prodotto. Ma i consumatori devono impegnarsi a leggere approfonditamente e documentarsi e le aziende, le regioni, lo stato nazionale, devono incessantemente portare avanti campagne di sensibilizzazione a riguardo' così Andrea Nesi responsabile ambiente di AICS
'Abbiamo prodotti made in Italy (con tanto di bandiera italiana in bella vista) con ingredienti extra UE, abbiamo prodotti come confezioni di Riso della Sardegna che contengono riso coltivato e lavorato NON UE….. ma confezionato in Italia. Nulla di illegale per carità, ma è evidente come sia facile cadere in errore ed acquistare pensando di fare una scelta nostrana mentre invece...' Continua Nesi
'Bisogna distinguere i comportamenti criminali come spacciare un latte per un altro, da quelli di un marketing aggressivo. Per quest'ultimo in aggiunta alle politiche di sensibilizzazione costanti che sono le più efficaci nel lungo periodo, sarebbe sufficiente aggiungere elementi di identificazione inequivocabile nei disciplinari dei consorzi di tutela, fornire ai consumatori una pubblicistica da utilizzare in azienda, nei mercati cui spesso le piccole aziende partecipano, sui siti internet, per chi ce l'ha, dotarsi di un portale in cui inserire tutte le aziende che producono da filiera 100% sarda, coinvolgere la GDO e le reti di negozi alimentari di prossimità. Rendiamo la vita difficile ai prodotti scadenti e poco trasparenti e valorizziamo le nostre produzioni di qualità: presto AICS Ambiente organizzerà un convegno su Alimentazione, Ambiente, Sport e Salute avendo come protagonista il pecorino sardo' conclude Nesi