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Tutelare le imprese famigliari

print04 novembre 2014 11:21
(AGR) "O si cambia, cominciando subito ad attuare una riforma fiscale partendo dai “piccoli”, cioè da chi, fra mille sacrifici, sostiene ancora l’economia del Paese, o non ce la faremo a risalire la china. Meglio essere realisti, che ottimisti per caso. Chi lavora veramente, come le Micro imprese, va tutelato, alla stregua di quanto avviene nei Paesi esteri più evoluti in ambito impositivo. Il tempo stringe: è necessario creare un sistema impositivo ad hoc, più semplice e leggero".Lo ha dichiarato Fabio Desideri, responsabile per l’Internazionalizzazione di Confimprese Italia. "Se non tuteliamo l’impresa familiare, tutto il sistema Italia corre gravi rischi, più di quelli attuali. Mi riferisco alle piccole realtà economiche strutturate sul lavoro di padre, madre, figli e, spesso, nonni: non ce la fanno più e stanno morendo. Per una che nasce, due ne scompaiono, soffocate dagli adempimenti fiscali e burocratici: solo questo mese sono più di 200 (duecento). Possibile che certa politica fatichi a comprendere che se distruggiamo un’economia che rappresenta il 90 per cento del sistema italiano, distruggiamo l’intero Paese?", ha domandato Desideri."Le piccole imprese a conduzione familiare, come la classica pizzeria, fra l’altro straordinario elemento identitario, invece di essere soggette a una salvaguardia impositiva progressiva, si ritrovano a subire un surplus di tassazione che le sta decimando. Mi ricordo che Flavio Briatore, nel maggio scorso, parlando ai giovani, disse in maniera provocatoria, “le start up sono fuffa, aprite una pizzeria". Ebbene, aprire una pizzeria a Roma, a Milano, a Napoli, a Palermo, in tutta Italia, è un lusso. Questo è il dato», ha aggiunto Desideri."La nostra economia, lo ribadisco, è caratterizzata da imprese familiari, caso unico in Europa, e forse proprio per questo non compreso dai burocrati di Strasburgo. La grande massa dei fallimenti di quest’anno è dovuta al fallimento delle imprese familiari. È brutto, è scomodo, ma qualcuno deve pur dirlo", ha concluso Desideri.

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