Utilizziamo i cookie per abilitare e migliorare le funzionalita' del sito web, servire contenuti per voi piu' pertinenti, ed integrare i social media. E' possibile rivedere la nostra privacy policy cliccando qui e la nostra cookie policy cliccando qui. Se chiudi questo avviso, acconsenti all'utilizzo dei cookie. Per modificare le impostazioni dei cookies clicca qui

Prezzi, l'inflazione rallenta, dato falsato dall'effetto coronavirus

L'Unione Nazionale Consumatori ha analizzato l'andamento dei prezzi scoprendo che i prodotti alimentari hanno avuto una preoccupante excaletion in molte città e regione italiane. Stabili, invece, in controtendenza a Roma.Rincari da 451 euro a Bolzano, 177 euro

printDi :: 15 aprile 2020 16:43
Prezzi, l'inflazione rallenta, dato falsato dall'effetto coronavirus

(AGR) Secondo i dati definitivi di marzo resi noti oggi dall'Istat, l’inflazione registra un aumento su base annua dello 0,1%, da +0,3% di febbraio."Il rallentamento dell'inflazione sarebbe una bella notizia se il dato non fosse falsato dall'effetto Coronavirus" afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori"Il blocco degli acquisti e degli spostamenti, infatti, annulla qualunque effetto reale sulle tasche degli italiani. Il risparmio per la divisione trasporti, ad esempio, è solo teorico, visto che non si può viaggiare. Non parliamo poi di Ricreazione, spettacoli e cultura, -0,2% su base annua. Le uniche voci che hanno conseguenze pratiche sono quelle dei prodotti alimentari e del carrello della spesa che, non a caso, registrano rialzi preoccupanti. Per una coppia con due figli si tratta di un aumento del costo della vita di 84 euro per i soli acquisti alimentari, 97 per il carrello della spesa, per una coppia con un figlio sono 73 euro per gli alimentari e 86 euro per le compere quotidiane, per una famiglia media sono, rispettivamente, 61 e 71 euro" prosegue Dona.

Rese noti solo oggi, invece, i dati dell'inflazione delle regioni e dei capoluoghi di regione e comuni con più di 150 mila abitanti, in base ai quali l'Unione Nazionale Consumatori ha stilato l'ormai tradizionale classifica delle città e delle regioni più care d'Italia, in termini di aumento del costo della vita, non solo rispetto alla famiglia tipo, da 2,3 componenti, ma anche per la famiglia di 3 persone, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia.

 
Secondo lo studio dell'associazione di consumatori, in testa alla classifica dei capoluoghi e delle città con più di 150 mila abitanti più care in termini di rincari, si conferma Bolzano che, con un'inflazione dell'1,3%, ha la maggior spesa aggiuntiva, equivalente, per una famiglia di 3 persone, a 451 euro (392 per una famiglia tipo). Al secondo posto Trento, dove il rialzo dei prezzi dello 0,6% determina un aggravio annuo di spesa, per la famiglia di 3 componenti, pari a 177 euro (147 per la famiglia tipo), terza Napoli, dove l'inflazione a +0,7% comporta una spesa supplementare pari a 172 euro, mentre per la famiglia tipo il capoluogo partenopeo sale al secondo posto con 151 euro.

Ben 8 città sono addirittura in deflazione. Le città più convenienti sono Aosta, dove l'abbassamento dei prezzi dello 0,7% genera un risparmio annuo di 202 euro per una famiglia media. Al secondo posto Parma (-0,7%, pari a -195 euro) e al terzo, inaspettatamente, per via del mancato afflusso turistico, Venezia: -0,5%, pari -132 euro. Roma al 14° posto con un aumento di soli 25 euro per famiglia.

In testa alla classifica delle regioni più costose in termini di maggior spesa, svetta il Trentino Alto Adige che, con l'inflazione più alta, +1%, il doppio rispetto alla seconda regione, registra, per una famiglia di 3 componenti, una batosta pari a 313 euro su base annua (264 euro per la famiglia tipo). Segue la Campania, dove l'incremento dei prezzi pari allo 0,5%, implica un'impennata del costo della vita pari a 117 euro (101 per fam. tipo), terza l'Umbria, dove, per via dell'inflazione a +0,4%, si ha un salasso annuo, per la famiglia di 3 persone, di 94 euro (87 euro per la famiglia tipo). Quattro regioni sono addirittura in deflazione. Il record del risparmio per la Valle d'Aosta dove, la riduzione dei prezzi dello 0,7%, consente ad una famiglia media una minor spesa di 202 euro annui. Segua la Basilicata, con un'inflazione negativa dello 0,3% ed un risparmio di 63 euro. Al terzo posto, l'Emilia Romagna: -0,2% e -54 euro.Stabile al 14° posto il Lazio.

Partecipa anche tu affinche' l'informazione vera e trasparente sia un bene per tutti

 
 
x

ATTENZIONE