Coronavirus, le proposte di Arera per bonus sociali e bollette meno care
L'Autorità per l'Energia: nuove norme per aiutare gli utenti. Federconsumatori: intervenire su aziende che hanno inviato richieste di conguaglio
Bollette con richiesta di conguaglio
(AGR) A fine marzo, l'Arera l'Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, aveva annunciato una riduzione nelle bollette di luce e gas dovuta a una bassa quotazione delle materie prime e al rallentamento dell'economia con conseguente contrazione dei consumi. Nella confusione generata dall'epidemia Coronavirus, l'Autorità è poi intervenuta altre volte chiedendo a istituzioni e governo di garantire la continuità dei servizi e sostegno ai cittadini. Ora, con una segnalazione a Governo e Parlamento, l'Autorità presieduta da Stefano Besseghini suggerisce alcuni interventi normativi per alleggerire i cittadini e soprattutto le fasce più deboli nelle situazioni di criticità legate all'emergenza Covid-19. Nel comunicato di Arera si richiede la messa a punto di «nuovi strumenti basati sulle prime informazioni che emergono dal monitoraggio dell'emergenza. Strumenti che potrebbero dispiegare i propri effetti già dalle prossime settimane» quando il Paese si proietterà verso la Fase 2 quella della riapertura e ripresa.
In maniera esplicita Arera chiede anche una lettura più coerente dell'Isee che prenda in considerazione eventi avversi intervenuti anche negli ultimi mesi (per esempio, perdita del lavoro, interruzione di un trattamento previdenziale, assistenziale e indennitario, variazione del reddito del nucleo familiare superiore al 25%). «Questo consentirebbe di supportare le famiglie beneficiarie che ne hanno diritto, evitando adempimenti amministrativi sia alla popolazione interessata, limitata negli spostamenti, che alle strutture amministrative preposte alla gestione dei bonus».
Ma i comportamenti inopportuni non si esauriscono: «Nonostante la prescrizione biennale - spiegano ancora da Federconsumatori - ancora alcune aziende inseriscono i conteggi fino al 4 e 5 anno, per poi eliminarli su richiesta degli utenti. Chiediamo che venga applicata la legge e che vengano eliminati automaticamente il 4 e 5 anno, ecc. Si tratta di veri e propri abusi da parte delle aziende, ancor più intollerabili vista la situazione di forte difficoltà in cui si trovano le famiglie e il Paese intero».