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Un cuoco bolognese sull’Orient Express

print01 settembre 2009 19:30
Orient Express

Orient Express

(AGR) Daniele Simonetti, cuoco bolognese soprannominato Nutella, dopo una lunga esperienza maturata nelle cucine di personaggi come Vissani, Barbieri e i fratelli Leoni si è imbarcato sull’Orient Express, treno che collega Europa e Cina e reso celebre dai romanzi di Agatha Christie, intrattenendo i turisti con i suoi prelibati manicaretti e svelando loro i segreti dei piatti delle varie cucine del mondo sullo sfondo di paesaggi di montagna e collina, laghi e altopiani attraversati dal moderno mezzo di trasporto. In Europa tutti lo conoscono e in qualsiasi stazione si salga è possibile conoscere da vicino questo giovane cuoco di appena 30 anni ma con un’esperienza invidiabile alle spalle, unita ad una simpatia senza eguali. Ma com’è nata la sua avventura sul treno delle meraviglie? “Ho letto un annuncio a Venezia e ho subito spedito il mio curriculum: il giorno dopo ero già assunto.” Detto fatto, sembra tutto semplice, ma in realtà Daniele ha lasciato le certezze e le comodità di un posto fisso in un grande albergo o ristorante del mondo per qualcosa di più incerto o perlomeno di più impegnativo a livello fisico. Infatti sull’Orient Express solo le ore della notte vengono dedicate al riposo, per il resto il giorno è completamente impiegato a sfornare primi e secondi piatti, dolci e verdure cotte e a rendere partecipi di queste leccornie adulti e bambini.

Il Nostro può in questo modo incontrare Paesi e culture diverse apprendendo sempre le ricette tipiche dei luoghi attraversati ed ampliando quindi le sue importanti conoscenze culinarie, anche grazie ai suggerimenti proposti dagli amici che si avvicinano alla cucina del treno e lo vedono intento al lavoro. Certo la sua città d’origine, Bologna la dotta, gioca il ruolo del leone, grazie ai piatti conosciuti in tutto il mondo e che hanno fatto la storia della cucina italiana assieme alla pizza e agli spaghetti al pomodoro, entrambi di Napoli. Ricoprendo l’antico itinerario della Transiberiana Daniele ha conosciuto anche i menù della cucina cinese, a base di riso e cereali, mentre in Europa il piatto forte è la carne, speziata e aromatizzata con gli odori locali.

Il Nostro ha la propria camera sul treno ed è al lavoro per 9 mesi all’anno: gli altri 3 li passa in famiglia e a studiare nuove ricette da proporre a tutti coloro che pranzano durante i lunghi tragitti. Ecco le sue impressioni sulla scelta fatta:” Fare il cuoco è una vera e propria vocazione artistica, nella quale giocano un ruolo fondamentale sia le competenze acquisite nei luoghi dove si è lavorato prima, sia la propria fantasia e l’estro personali. Del resto io ho sempre avuto questa passione e quando ero piccolo equalcuno in casa mia tardava apparecchiavo e mi mettevo ai fornelli: quello che ne nasceva è stato sempre apprezzato.”>

La sua prima esperienza è stata in un ristorante della sua città nel quale arrivò tramite un amico e dove per un anno e mezzo si è distinto per bravura, professionalità, genio creativo e precisione sugli orari, requisiti fondamentali per chi sceglie questo tipo di lavoro. “Questo è un mestiere che si ruba con gli occhi e lo scambio di opinioni e ricette con i colleghi che condividono la stessa cucina sono il segreto per imparare sempre cose nuove. Serve tanta memoria e soprattutto mai sgarrare con le dosi, i mixaggi e i tempi di cottura, poi è chiaro che se si dimentica qualcosa ci sono sempre i ricettari a disposizione”. Daniele ha conosciuto anche alcuni personaggi famosi che si sono innamorati dei suoi piatti:” Un giorno venne a trovarmi Fabio Fazio che era rimasto letteralmente stregato dai formaggi che gli avevo proposto, mentre la moglie di un famoso cantautore mi chiese di preparare il buffet per un suo amico e alla fine saltò fuori che era il ricevimento per la festa ad honorem per Vasco Rossi.”>

I piatti maggiormente richiesti sul treno sono italiani e francesi, ed ogni due mesi il menù cambia. La partenza è ogni mercoledì da Mestre (Ve) per toccare poi Parigi, Londra, Vienna, Praga, Budapest e Istanbul. Si torna ogni venerdì, due giorni a terra per rifornirsi degli approvvigionamenti e caricare tutto a bordo prima di ripartire nuovamente. Ecco il giudizio di Daniele sulla sua esperienza in giro per il mondo:” Qui sembra di stare in un film, un’avventura incredibile!”>

Alfredo Zavanone>

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