Greenpeace: L'UE riconosce i fondi per il clima ma non prende impegni reali
cambiamenti climatici
“L’Europa ha fallito nel cogliere questa opportunità per indicare il proprio impegno finanziario - commenta Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace.- Tuttavia non tutto è perduto: 27 tra i Paesi più ricchi al mondo hanno riconosciuto la necessità di supportare i Paesi in via di sviluppo nella lotta ai cambiamenti climatici. Il treno sta ancora correndo verso Copenhagen e occorre ora che il Presidente Obama, indipendentemente dall’approvazione della legge sul clima negli Stati Uniti, mostri di saper guidare il processo e rompa lo stallo dei negoziati”.
Nei mesi scorsi la Commissione europea aveva indicato che l’Europa deve impegnarsi a fornire risorse finanziarie fino a 15 miliardi di euro all’anno. Greenpeace e altre associazioni indicano che l’impegno dovrebbe essere invece di almeno 35 miliardi di euro all’anno, fino al 2020. Ad oggi nessun impegno concreto è ancora stato formalizzato, e l’unica indicazione è meno della metà di quello che occorrerebbe.
“La questione dei finanziamenti è cruciale per il successo dei negoziati di Copenhagen e, senza l’impegno a versare risorse finanziarie adeguate, i Paesi in via di sviluppo non accetteranno mai di assumere alcun impegno per ridurre le proprie emissioni” ricorda Tedesco.
I finanziamenti serviranno per fermare la deforestazione degli ultimi polmoni verdi del Pianeta, per sostenere lo sviluppo dell’energie rinnovabili e per misure di adattamento agli impatti climatici che già oggi sappiamo colpiranno i Paesi in via di sviluppo.
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