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Palermo, il mito dei Beati Paoli...ombre inquietanti nel cuore della città

Il mistero della Setta degli Incappucciati ( i vendicosi) ebbero a svolgere la loro missione di vendicatori delle ingiustizie e delle angherie subite dal popolo per mano dei nobili del tempo. Un mito che resiste nel tempo e serpeggia ancora tra i vicoli della città vecchia

printDi :: 19 febbraio 2025 11:51
Piazza dei Beati Paoli la chiesa e Santa Maria di Gesù ph credit Francesco Remora

Piazza dei Beati Paoli la chiesa e Santa Maria di Gesù ph credit Francesco Remora

(AGR) di Roberto Di Prima

Storia, mistero, leggenda, fantasia popolare o invenzione letteraria sta di fatto che il mito dei Beati Paoli è intramontabile e resiste ancora oggi con tutto il suo inquietante fascino dopo almeno cinque secoli dalle loro leggendarie imprese di giustizieri. La loro presenza è ancora viva nella fantasia del popolo palermitano e in particolare in quegli abitanti che vivono proprio in quei luoghi dove la Setta degli Incappucciati, i Brati Paoli, anche detti vendicosi, ebbero a svolgere la loro missione di vendicatori delle ingiustizie e delle angherie subite dal popolo per mano dei nobili del tempo. Se si provasse a far cenno di loro agli abitanti del “Capo”, famoso e chiassoso mercato popolare che si snoda tra vicoli e viuzze nel cuore di Palermo, tra il maestoso Teatro Massimo e la santità della Cattedrale, dapprima sgranerebbero gli occhi poi, superata una pausa di mal celato sgomento, quasi certamente risponderebbero “Accura a parrari ri sti cosi” che tradotto significa “Attento a parlare di queste cose”. Ciò a dimostrazione di quanto questa misteriosa setta di incappucciati, i Beati Paoli, sia ancora pesantemente presente nell’immaginario del popolo palermitano, al punto che una parte di loro, quella che subisce ancora oggi soprusi e ingiustizie, evocherebbe di buon grado il loro intervento.

 
Dal Marchese di Villabianca, ovvero Francesco Maria Emanuele, passando per Francesco Paolo Castiglione col saggio “Indagine sui Beati Paoli”, allo scrittoree, giornalista e storico palermitano Luigi Natoli, autore di un famoso romanzo storico dal titolo “I Beati Paoli”, il mito di questa setta di incappucciati ha ripreso maggiore forza; articolandosi tra presunti fatti reali e racconto popolare, la setta dei Beati Paoli è entrata nell’immaginario collettivo del popolo palermitano, sotto un alone di mistero, curiosità e ossequioso rispetto.

Vestiti da monaci, usavano girovagare per le vie e le Chiese di Palermo; di notte questi uomini avevano il volto coperto da un cappuccio nero che scivolava sulle spalle e con due orifizi all’altezza degli occhi. Irriconoscibili e dall’aspetto inquietante mettevano paura a chiunque avesse incrociato la sola ombra del loro passaggio. Erano per lo più cittadini appartenenti a un ceto basso che facevano giustizia contro i soprusi dei nobili, proprietari di feudi. Erano organizzati secondo una gerarchia piramidale al cui vertice c’era il Capo, a seguire il Segretario Generale, i Giudici, i Relatori e alla base della Piramide gli Esecutori; il Capo conosceva l’identità di tutti gli altri membri, mentre la sua identità era conosciuta solo dal Segretario Generale.

La confraternita si riuniva, con funzione di Tribunale per decidere sulla vita o sulla morte dei nobili rivali, all’interno di vie e grotte sotterranee che facevano parte di un’antica necropoli punica che si estendeva, con molta probabilità, sotto il mercato del Capo di Palermo tra la Chiesa di Santa Maria di Gesù ( Chiesa Santa Maruzza dei Canceddi) e la Grotta di Vicolo degli Orfani.

Nonostante siano passati secoli dal periodo in cui questa congrega di uomini si suppone abbia agito, ancora oggi il fascino leggendario e misterioso delle loro imprese è talmente forte e permeato nel popolo palermitano da superare ogni eventuale invenzione letteraria a loro attribuita al punto da indurre molti dei tour operators ad inserire nei loro programmi turistici anche un tour guidato alla scoperta del mito dei “Beati Paoli".

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