Roma Termini, controlli serrati per il Giubileo chiuse due strutture ricettive, in manette ricercato
Due le strutture ricettive nei confronti delle quali è scattato il sequestro preventivo: provvedimento che si è reso necessario alla luce delle riscontrate violazioni della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e delle gravi condizioni igienico sanitarie degli ambienti.
Polizia controlli area Termini
(AGR) In vista del Giubileo si fanno sempre più serrati i controlli della Polizia di Stato nei territori critici ma anche nel sistema della ricettività, che si sta strutturando in vista dell’Anno Santo con il rischio di derive di illegalità che possano rappresentare un vulnus sulla sicurezza in generale.
Nel mirino dell’operazione straordinaria interforze ad “alto impatto” – disposta con ordinanza del Questore di Roma – la stazione Termini e le aree ad essa immediatamente limitrofe, abitualmente collettori di soggetti potenzialmente critici.
Sono due le strutture ricettive nei confronti delle quali è scattato il sequestro preventivo: provvedimento – convalidato nella giornata di ieri dal G.I.P. su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma – che si è reso necessario alla luce delle riscontrate violazioni della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro e delle gravi condizioni igienico sanitarie degli ambienti.
In totale, sono più di centocinquanta le persone nelle zone finite nel mirino: tra queste, gli agenti della Polizia di Stato hanno rintracciato un quarantanovenne di origini marocchine, residente a Brescia, ricercato dal 2023 perché ritenuto responsabile, per fatti commessi tra il 2004 ed il 2017, del reato di maltrattamenti in famiglia. L’uomo, ora in carcere, è stato associato alla casa circondariale di Rebibbia, dove dovrà scontare la pena di 4 anni e 6 mesi.
In via Giovanni Amendola, invece, sono scattate una denuncia ed una sanzione amministrativa nei confronti di una donna – quarantacinquenne di origini senegalesi – intercettata dai poliziotti mentre esercitava, senza la prescritta autorizzazione, attività di vendita ambulante di merci ed alimenti, che sono stati poi debitamente sequestrati dagli agenti. Tradotta presso gli uffici del Commissariato di P.S. Viminale per gli accertamenti di rito, la donna è stata anche denunciata per false attestazioni a pubblico ufficiale: fin da subito poco collaborativa e restia ai controlli della polizia, la stessa aveva poi esibito un permesso di soggiorno intestato ad altra persona.
L’evidente discordanza tra la foto raffigurata sul documento ed il volto della donna ha trovato poi riscontro nei risultati emersi dalla sua compiuta identificazione dattiloscopica. Nei suoi confronti, conseguentemente, è scattata la denuncia per false attestazioni a pubblico ufficiale.
Quanto sopra, si comunica, nel rispetto degli indagati che sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.