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‘Sons & Lumieres’ nel Domaine Pommery

print30 settembre 2009 13:04
(AGR) Il grandioso Domaine Pommery di Reims ospita nelle spettacolari gallerie sotterranee la VI edizione della “Expérience Pommery”, mostra monumentale d’arte contemporanea>

Dal 14 settembre 2009 al 30 marzo 2010 il Domaine Pommery di Reims, prestigioso marchio di fama mondiale dello Champagne, ospita la VI edizione della “Expérience Pommery”, monumentale mostra d’arte contemporanea, dal titolo “Sons & Lumières” con le opere dello scultore francese Bertrand Lavier.

Dal 2004 ad oggi, ogni anno si è rinnovato il felice connubio dello Champagne Pommery con l’arte contemporanea, proponendo installazioni artistiche nelle suggestive e maestose gallerie delle cantine scavate nel tufo nei sotterranei della città di Reims. La Famiglia Vranken, alla guida della storica Maison di Champagne, ha voluto consolidare ancora di più il legame che da sempre unisce ilmarchio Pommery allo scintillante mondo dell’arte. Già infatti nel 1800 M.me Louise Pommery, la donna pioniera dello Champagne, dimostrava una grande attenzione per l’arte e per il bello in generale. Aprì il Domaine di Reims agli artisti dell’epoca, incaricandoli di realizzare opere per abbellirne le maestose cantine, precorrendo così quella che poi sarà la moda del mecenatismo imprenditoriale. Con spirito di avanguardia unito a generosità, tenacia e passione, il Presidente Mr. Paul-François Vranken, affiancato dalla moglie Natalie, continua a sostenere l’arte contemporanea ospitando nelle storiche “caves” le opere di artisti provenienti da tutto il mondo. È nel susseguirsi di piramidi scavate nel gesso, lungo i tunnel e nell’oscurità, che hanno luogo, enigmatiche e affascinanti, le “Expriénces Pommery”, monumentali esposizioni di arte contemporanea promosse dalla celebre Maison dello Champagne.

L’Expérience Pommery n°6 propone d>al 14 settembre 2009 al 30 marzo 2010 la mostra“Sons & Lumières”dell’artista Bertrand Lavier. Nei 18> km di immense cantine cui si accede da una grandiosa scalinata di 116 gradini e che si snodano sotto più livelli fino a 30 metri sotto terra, sono allestite opere scultoree che riprendono oggetti di consumo e simboli del quotidiano, ognuna delle quali è arricchita dall’effetto della luce e della musica. Infatti lo scultore Bertrand Lavier si avvale della collaborazione artistica di Peter Szendy, filosofo e musicologo, consigliere della “Cité de la Musique”, e di Gérald Karlikow, maestro di teatro per le scene e l’illuminazione.

“Sons & Lumières” mette in scena un singolo oggetto in ciascuna delle dodici “crayères” del Domaine, ovvero le antiche gallerie di origine gallo-romana scavate nel tufo. Ogni opera evoca un universo della cultura occidentale: i beni di consumo si mescolano ai simboli. Ognuno fa risuonare una musica diversa e irradia una luce propria. Dodici universi si aprono così al visitatore, immediatamente immerso nel cuore di una finzione che non può decifrare benché ne conosca i codici. Cosa succede quando la grande bandiera francese, simile a quella che sventola sull’Arco di Trionfo, si presenta ondulante in una luce rosea e accompagnata da una musica di Philip Glass?>

Dal 1970 Bertrand Lavier indaga i rapporti tra arte e quotidiano e la natura dell’opera d’arte, installando in un ambiente identificato come luogo espositivo oggetti presi in prestito dalla vita attuale, modificati o ibridati in modo da rimettere in questione il loro status.

L’appuntamento annuale con la grande arte contemporanea si rinnova con passione e fa del Domaine Pommery il punto di partenza per un viaggio alla scoperta dell’arte: l’arte dello Champagne, l’art de vivre e l’arte che nei secoli ha trovato casa nelle maestose caves Pommery. Alla sontuosa bellezza ed elegante fascino del Domaine Pommery si unisce la fama mondiale della città francese di Reims, patria dello Champagne e tappa fondamentale per il turista amante dell’arte e dell’arte di vivere che si fondono nella storia bicentenaria della Maison.

Il Domaine Pommery>

Con 55 ettari, 18 chilometri di gallerie sotterranee e 20 milioni di bottiglie, il Domaine Pommery si distingue per il suo carattere monumentale. L’originalità della sua architettura, l’immensità delle sue cantine e la notorietà dei suoi crus ne fanno un sito unico che, ospitando Sons & Lumières. Expérience Pommery #6, scrive una nuova pagina nella storia del suo legame con l’arte.

1868>

Louise Pommery decide di collegare tra loro le « crayères », ovvero le antiche cave di gesso gallo-romane, per trasformarle in cantine destinate ad accogliere milioni di bottiglie. Si dedica poi all’architettura e all’urbanistica del Domaine, creando un patrimonio eccezionale di stile gotico neo-elisabettiano.

1874>

Louise Pommery rompe con la consuetudine degli champagne, fino ad allora ad alto tenore zuccherino, e chiede al suo chef de cave di creare « un vino il più secco possibile ma privo di asprezza, morbido, vellutato e armonico ». Nasce così il Brut. È una rivoluzione. Accolto dapprima con scetticismo, oggi è lo Champagne per eccellenza.

1882 – 1885>

Per abbellire le sue gallerie, Louise Pommery incarica lo scultore Gustave Navlet di realizzare quattro bassorilievi monumentali. Realizzato nel 1882, al fondo dell’imponente scalone, Les Maraudeurs è il primo e il più piccolo.In seguito vengono nel 1883, 1884 et 1885, Le Grand Silène, Un souper sous la Régence et Le Triomphe de Bacchus.

1888>

Pioniera della comunicazione, Louise Pommery monta « un caso mediatico» : per mettere a tacere le insinuazioni sullo stato finanziario della sua Maison di Champagne, si aggiudica all’asta, in forma anonima, Les Glaneuses di Jean-François Millet, una tela molto ambita dagli Stati Uniti. Dopo tre giorni di attesa rivela la sua identità di acquirente, ma nel frattempo ha già fatto dono dell’opera allo stato francese. Ancora oggi la tela è esposta al Musée d’Orsay.

1903>

Emile Gallé realizza per la Maison Pommery il suo Grand Foudre, una botte dalla capacità di 100milabottiglie decorata da una scultura Art nouveau. Essa rappresenta la Francia nei tratti di una donna che offre un bicchiere alla Sfinge con la testa di un Indiano: l’America.

1930>

Dopo la Prima Guerra mondiale, un soldato americano compra a Reims una Vergine del XIV secolo e la porta con sé negli Stati Uniti. Quindici anni dopo, chiede a Madame de Polignac, la nipote di Louise Pommery, di ritrovare la chiesa che la ospitava in origine, distrutta durante la Grande Guerra. Mme de Polignac decide quindi di utilizzarla per consacrare le cantine. Ribattezzata, la Vergine diviene Notre-Dame des Crayères.

1986>

Ad un secolo di distanza da Gustave Navlet, lo scultore Jean Barat realizza, in occasione del lancio della Cuvée Louise, il capolavoro assoluto della Maison Pommery, il basso-rilievo battezzato con lo stesso nome.

2004>

Il Domaine Pommery diventa un luogo originale di ricerca, esposizione e creazione contemporanea ospitando la mostra « Genesis Sculpture. Expérience Pommery #1 ». In continuità con il percorso avviato da Mme Louise Pommery, Paul-François et Nathalie Vranken permettono di condividere la loro passione per l’arte contemporanea attraverso le Expériences Pommery, esposizioni monumentali d’arte contemporanea ospitate nelle spettacolari cantine e aperte al pubblico. Per ognuna di esse, danno carta bianca all’artista o al curatore della mostra per allestire il Domaine, che ospita le opere per diversi mesi.

L’esperienza si rinnova così anno dopo anno con:

·« Genesis Sculpture. Expérience Pommery #1 » nel 2004>

·« L’Idiotie. Expérience Pommery #2 » nel 2005>

·« Supernova. Expérience Pommery #3 » nel 2006>

·« L’Emprise du lieu. Expérience Pommery #4 » di Daniel Buren nel 2007>

·« L’Art (contemporain) en Europe. Expérience Pommery #5 » nel 2008 (il Domaine si accorda con la Presidenza francese dell’Unione Europea).

Le Expériences Pommery non si limitano al perimetro del Domaine di Reims. Infatti, i legami stretti con gli artisti hanno portato Paul-François et Nathalie Vranken a seguirne il percorso e sostenerli per la produzione delle loro opere. È con questo spirito che hanno prodotto Würsa (a 18 000 km dalla Terra), opera di Daniel Firman presentata nel quadro della mostra « Superdome » al Palazzo di Tokyo nel 2008.

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