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Roma, l'incerenitore bocciato da Legambiente e Cgil

Gli ambientalisti hanno ribadito con fermezza il proprio no al progetto. Con l'inceneritore si vorrebbero bruciare circa 600 mila tonnellate di rifiuti al giorno. Di Cola (Cgil) e Scacchi (Legambiente): Costruire un inceneritore a Roma è una scelta totalmente sbagliata che abbiamo sempre contrastato

printDi :: 14 ottobre 2022 22:32
ciminiera dell'inceneritore

ciminiera dell'inceneritore

(AGR) C’era tempo fino allo scorso 30 settembre per presentare le osservazioni al Piano di Gestione dei Rifiuti di Roma Capitale del Commissario e Sindaco Roberto Gualtieri. Il Piano prevede uno scenario futuro della gestione dei rifiuti saldamente ancorato alla realizzazione di un inceneritore per bruciare 600.000 tonnellate di rifiuti non trattati ogni anno, senza alcun nuovo impianto dell’economia circolare. A contrastare questa impostazione, con fermezza e dalle primissime ore dopo l’annuncio del Sindaco, ci sono stati CGIL Roma e Lazio e Legambiente Lazio - il maggior sindacato e la più diffusa associazione ambientalista sul territorio – le quali ora hanno presentato congiuntamente le osservazioni che da un lato analizzano le evidenti incongruenze del piano e dall’altro, con numeri e tecnologie già consolidate, propongono una alternativa reale alle proposte dell’Amministrazione.

“Costruire un inceneritore a Roma è una scelta totalmente sbagliata che abbiamo sempre contrastato e contro la quale abbiamo presentato insieme le osservazioni al Piano Rifiuti che rendiamo pubbliche” dichiarano Natale Di Cola segretario di CGIL Roma e Lazio e Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio. “Con le nostre osservazioni abbiamo analizzato incongruenze e contraddizioni di un Piano scritto con lo scopo evidente di giustificare la realizzazione di un inceneritore: basti pensare che da piano si prevede un’accelerazione nella riduzione dei rifiuti prodotti o che tra dieci anni si immagina di dover gestire la stessa quantità di organico delle ultime annate pre-covid”. 

 
Nello scenario proposto da CGIL e Legambiente si spinge su raccolta domiciliare, tariffa puntuale (TARIP) e nuove Isole Ecologiche per arrivare ad una riduzione totale dei rifiuti del 12% - obiettivo in linea con i dati di tutte le grandi città dove tali scelte sono avvenute negli anni scorsi - portando poi la differenziata al 72% e generando impianti di trattamento dell’organico per almeno 600.000 tonnellate/anno. Alle 470.000 tonnellate/anno di indifferenziata residua prevista in tal modo, si sottraggono rifiuti destinati a 5 nuove filiere di riciclo: impianti per Tessile, RAEE, Prodotti Assorbenti per la Persona e separazione delle Terre di Spazzamento, ai quali si aggiunge poi un corretto conferimento dei rifiuti da edilizia, oggi presenti pesantemente nell’indifferenziato, e la nascita di impiantistica per la nuova e consolidata tecnologia del riciclo chimico delle plastiche miste.

Nel Piano mancano scadenze precise per gli obiettivi di incremento della raccolta differenziata da perseguire entro il Giubileo, mancano del tutto le possibili alternative tra le quali scegliere, non c’è nessun aggancio al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti del 2020.
I poteri speciali concessi in emergenza al sindaco Gualtieri riguardano le celebrazioni del Giubileo del 2025 ma tutte le scadenze nel piano rimandano al 2030 e non si riferiscono nemmeno al termine della consigliatura (2026).
Con la rinuncia al dibattito aumentano le difficoltà e si consolida la diffidenza verso tutti i tipi di impianti che dovranno essere costruiti: senza coinvolgimento dei cittadini è facile prevedere ostacoli anche per impianti di dimensioni ridotte, compatibili con l’ambiente, innovativi e posizionati secondo criteri trasparenti ed oggettivi.

Nel piano gli investimenti non sono adeguati, in particolare per l’ottimizzazione del servizio, la razionalizzazione dei tempi, l’ammodernamento delle fasi di raccolta e l’adeguamento del servizio alle singole realtà. Inoltre non c’è un nuovo piano di assunzioni, non c’è nessun riferimento al personale dell’Azienda Municipale Ambiente; al contrario, le nostre analisi prevedono la necessità di assumere non meno di 1500 lavoratori per implementare la raccolta differenziata, aumentare raccolta e spazzamento, migliorare il decoro della città.

“Grazie a queste presupposti e a queste nuove filiere indicate anche nelle nostre osservazioni, nate peraltro da un confronto e un ascolto di territori e tecnici che è invece palesemente mancato al percorso del Piano, potremmo costruire - nel pieno solco dell’economia circolare - una gestione romana dei rifiuti totalmente all’avanguardia nel mondo, abbattendo le emissioni climalteranti e creando intere filiere di nuovi lavori. Andremo avanti con tutti quelli che vorranno contribuire a rendere queste proposte le più efficaci possibile, perché l’idea di realizzare un inceneritore è sbagliata in termini di impatto ambientale e di lavoro e propone, per un futuro lontano, una soluzione ampiamente superata da anni grazie alle nuove possibilità tecnologiche ed agli stili di vita ecosostenibile ai quali la collettività è sempre più pronta.
Ancora oggi la scelta migliore resta quella di un concorso di idee rivolto al mondo della scienza, delle università e delle associazioni di rappresentanza per proporre un modello innovativo ed all’avanguardia che porti a discutere delle politiche per l’economia circolare di Roma non più come un compendio di cattive prassi da evitare ma come di un modello da seguire.”

foto da comunicato

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