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Bari San Paolo. Lesioni aggravate dal metodo mafioso e porto abusivo di armi, 5 arresti a Bari

I militari del Comando Provinciale Carabinieri di Bari, con il supporto di personale del 6° Nucleo elicotteri e del Nucleo cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Bari - Direzione Distrettuale Antimafia

printDi :: 19 settembre 2022 16:02
Bari San Paolo. Lesioni aggravate dal metodo mafioso e porto abusivo di armi, 5 arresti a Bari

(AGR) Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Bari, con il supporto di personale del 6° Nucleo elicotteri e del Nucleo cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione a un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Bari - Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 2 persone e a un un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale per i minorenni di Bari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di un minore, ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso in lesioni personali gravi, favoreggiamento, porto e detenzione di arma comune da sparo, con l’aggravante del metodo mafioso.

Nella mattinata, i militari, a seguito di incessanti servizi di osservazione, controllo e pedinamento, hanno rintracciato e sottoposto a fermo di indiziato di delitto, altre 2 persone fino ad ora irreperibili.   

 
Secondo l’impostazione accusatoria (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), nella serata del 22 agosto scorso, i cinque indagati - di cui due fratelli di 27 e 20 anni, la sorella 35enne, la madre 55enne e un minore di 17 anni - allo scopo di rispondere alle aggressioni del gruppo criminale rivale, dopo aver attirato la vittima, 35enne, ritenuta esponente di rilievo del clan Strisciuglio, nel sottoscala di un bar del quartiere San Paolo di Bari, la avrebbero colpita ripetutamente al volto, anche a mezzo di un tirapugni, per poi sparargli a bruciapelo alla gamba destra, con una pistola detenuta illegalmente, ferendola gravemente, con prognosi superiore a 40 giorni. Il tutto, in orario di apertura al pubblico del locale.

pistola detenuta illegalmente

pistola detenuta illegalmente

Le indagini, condotte dai militari del Nucleo Investigativo e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dalla Procura per i minorenni di Bari, sviluppate perlopiù mediante servizi di osservazione e pedinamento, per mezzo di attività tecniche e l’analisi delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza della zona, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei cinque indagati e di individuare il movente del fatto delittuoso. Gli indagati, infatti, nell’ambito di diversi scontri a fuoco tra fazioni criminali tra loro contrapposte, verosimilmente determinatesi per la gestione degli affari illeciti nel quartiere San Paolo, avrebbero attirato il 35enne, presso un bar e lo avrebbero ferito gravemente, cercando inoltre di eludere le indagini provvedendo a lavare il pavimento e a cancellare le tracce dell’agguato.

Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha emesso il provvedimento di fermo nei confronti delle quattro persone maggiorenni, nonché dalla Procura per i minorenni, che ha avanzato una richiesta di emissione di misura cautelare nei confronti del minore, accolta dal Gip del Tribunale per i minorenni di Bari, che ne ha disposto il collocamento in comunità.

Il bar, luogo dell’agguato, è stato sottoposto a sequestro, e durante le fasi dell’esecuzione delle misure è stata trovata, nella disponibilità, del minore una pistola calibro 9 con matricola abrasa. 

È importante sottolineare che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e che, all’esecuzione della misura cautelare odierna, seguirà l’interrogatorio di garanzia e il confronto con la difesa dell’indagato, la cui eventuale colpevolezza, in ordine ai reati contestati, dovrà essere accertata in sede di processo nel contraddittorio tra le parti.

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