Un corto contro il bullismo in rete: a settembre sarà utilizzato nelle scuole
Uno degli Enti che partecipano all'iniziativa
(AGR) Un corto per imparare a difendersi dal bullismo in rete e sui social: tre storie vere, raccontate dal giovanissimi e dall’attrice Gaia Nanni, di adolescenti finiti in altrettante trappole su internet, vittime di violenze ed abusi, ma che alla fine hanno trovato una via d’uscita a quella che sembrava un incubo senza possibilità di fuga. Il prodotto è stato presentato in anteprima ieri dal prefetto di Firenze, nel quadro delle attività del “Tavolo di coordinamento per le strategie di intervento e prevenzione sul tema dell’abuso e la violenza all’infanzia e all’adolescenza” costituito per l’appunto in Prefettura e del quale fanno parte l’Arcidiocesi fiorentina, la magistratura (anche minorile), le forze dell’ordine, la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, l’Università degli studi e il Comune di Firenze, l’Ufficio scolastico territoriale, l’azienda Asl, l’ospedale Meyer, l’Istituto degli Innocenti, l’Ordine dei medici, il Presidente di Telefono Azzurro e i rappresentanti del Parlamento regionale e della Consulta provinciale degli studenti. Il corto, firmato da Tobia Pescia, è stato realizzato da Fondazione Sistema Toscana, fondazione della Regione, in collaborazione con l’assessorato alle politiche per la sicurezza e la legalità e la Fondazione Teatro della Toscana.
Sarà distribuito ed utilizzato a settembre nelle scuole superiori della Città metropolitana di Firenze.
Pericoli e reati diversi ma con un tratto in comune: l’utilizzo di internet in modo scorretto, a svantaggio dei minori che fruiscono di internet e dei social, per vendetta o per discriminare chi viene considerato ‘diverso’ e più fragile. Una vera piaga sociale, che l’uso crescente della Rete durante la pandemia, anche per il mantenimento delle relazioni sociali venute meno, è andata aggravandosi.
Non è la prima volta che nelle scuole si realizzano iniziative sui pericoli connessi all’uso di internet. Indagini hanno però rilevato che, nonostante l’attività già fatta in passato, la maggior parte degli studenti toscani ha una conoscenza molto sommaria del problema, non ha figure di riferimento cui potersi rivolgere all’interno della scuola e non conosce neppure piattaforme online o applicazioni digitali attraverso le quali poter entrare in contatto con esperti in grado di aiutare le vittime di abusi.
Tra queste c’è il numero di Emergenza infanzia 114, sempre attivo e multilingue, raggiungibile anche in chat (www.114.it) oppure su whatasapp (al 348.7987845). Ma i giovani invece, emerge sempre dalla indagini, percepiscono le forze dell’ordine e le stesse strutture mediche spesso molto lontane.
Il cortometraggio cercherà di colmare questo vuoto. “Vogliamo far capire alle ragazze e ai ragazzi che, al di fuori di quel tablet o computer, c’è qualcuno di reale che può offrire loro aiuto” sottolinea l’assessore alla legalità della Toscana, Stefano Ciuoffo. “I ragazzi – aggiunge - hanno sempre meno occasioni di contatto diretto e di confronto con il mondo esterno e con le famiglie, con la scuola, con le istituzioni ma anche fra loro, in maniera libera e aperta, nelle piazze reali. I ragazzi, complici negli ultimi due anni la pandemia, hanno vissuto per troppo tempo nelle piazze virtuali, dove mancano quei filtri che la piazza reale offre.
La rete offre molte opportunità, ma si percepisce un affaticamento che nasconde molte criticità”. “ Un grande lavoro di squadra” ha commentato il prefetto di Firenze Alessandra Guidi, ringraziando tutti gli attori che hanno reso possibile questo risultato.
“Uno strumento di informazione e di educazione – aggiunge - che segue, grazie anche all’apporto attivo della componente studentesca che partecipa al tavolo, un registro comunicativo efficace che potrà essere un valido supporto al percorso didattico pensato con la dirigenza scolastica per sensibilizzare giovani e famiglie al tema della violenza via internet e sull’ uso ed abuso dei social”.
“Si tratta di un documentario – conclude Iacopo di Passio, presidente di Fondazione Sistema Toscana – destinato in primo luogo ai frequentatori della Rete, che sono anzitutto i giovani, per evitare che caschino nelle trappole che nasconde ma soprattutto perché sappiano come fare poi ad uscirne e a chi rivolgersi”.