Parkinson, identificato uno dei meccanismi alla base della malattia
Ricerca internazionale coordinata da un team di biochimici dell’Università di Firenze pubblicata su Nature Communications
Università di Firenze Parkinson, identificato uno dei meccanismi alla base della malattia
(AGR) Come “agisce” il morbo di Parkinson? Uno dei meccanismi alla base della malattia è stato rivelato da uno studio internazionale coordinato da un team dell’Università di Firenze.
Gli studiosi dell’Ateneo hanno descritto come alcuni aggregati proteici siano responsabili della degenerazione dei neuroni dopaminergici, le cellule nervose che producono la dopamina e partecipano a importanti processi biologici come il movimento, la motivazione e la cognizione. I risultati della ricerca, che identifica nuovi target molecolari per la messa a punto di strategie terapeutiche, sono stati illustrati in un articolo della rivista Nature Communications dal titolo “The release of toxic oligomers from a-synuclein fibrils induces dysfunction in neuronal cells” (DOI: 10.1038/s41467-021-21937-3). Il gruppo di ricercatori fiorentino - comprendente Roberta Cascella, Alessandra Bigi, Fabrizio Chiti e Cristina Cecchi, del Dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche “Mario Serio” - ha condotto l’analisi strutturale di questi aggregati proteici (oligomeri e fibrille di a-sinucleina) e svelato la loro azione tossica.
In condizioni normali, negli individui sani, questi piccoli oligomeri sono neutralizzati da un complesso sistema chiamato omeostasi proteica (proteostasis network). Nei soggetti anziani, quando questo sistema di controllo neuronale perde efficienza, gli oligomeri riescono a formarsi più insistentemente e ad agire indisturbati in specifiche aree del cervello. “I risultati emersi da questo lavoro – afferma Fabrizio Chiti – hanno non solo un valore legato all’avanzamento delle conoscenze dei meccanismi della malattia di Parkinson, ma offrono anche la base molecolare per un efficace intervento terapeutico”.
Lo studio fiorentino è stato svolto grazie a sofisticate tecniche di microscopia STED (Stimulated emission depletion) ad altissima risoluzione acquisite con i fondi premiali attribuiti al Dipartimento di Scienze Biomediche, Sperimentali e Cliniche “Mario Serio” in qualità di Dipartimento di Eccellenza 2018-2022.
Università di Firenze
Foto da comunicato
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