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All’Olimpico, Bologna scaltro e tatticamente perfetto. La Roma segna il passo.

Roma-Bologna 1-3

printDi :: 25 aprile 2024 14:11
Roma-Bologna 1-3

Roma-Bologna 1-3

(AGR) Non era né “La squadra che tremare il mondo fa” di antiche epoche calcistiche, né il suo gioco era tale da fare esclamare “Così si gioca solo in Paradiso!”, tuttavia, il Bologna è arrivato all’Olimpico senza strombazzamenti, ha disputato una partita tatticamente perfetta e alla fine, meritatamente, ha portato a casa i tre punti in palio. Bravi rossoblu e complimenti.

Ovviamente, vista la classifica, prima del match, dalla Roma ci si aspettava molto, molto di più, praticamente una partita arrembante, grintosa, no quarter. Per la squadra giallorossa, questa era un’occasione da non perdere perché in caso di vittoria, avrebbe agganciato il quarto posto, il che significava accesso quasi sicuro alla Champions. Tuttavia, come vuole la tradizione romanista, consolidatissima nel tempo, quando si trova a disputare partite decisive, e questo Roma-Bologna era una partita decisiva per la sua stagione, la Roma cicca sempre.Per carità, lungi da noi tirare in ballo le solite baggianate tipo ‘incantesimo malefico’, ‘maledizione dell’Olimpico’, ‘gufaggi’ e sortilegi vari, sta di fatto, però, che la ‘tradizione’, nefasta per la tifoseria romanista, è stata rispettata anche contro i felsinei.

 
Ma anziché gettare la croce addosso a questo o quello, arbitro o giocatore che sia, o evocare balzani sortilegi, al di là della sapiente superiorità tattica dell’avversaria, della quale, in sede di analisi, bisogna pur tenere conto, è bene chiedersi dov’è che la squadra è mancata: condizione psico-fisica a bassi livelli? Superiorità tecnica e qualitativa, di gruppo e individuale dell’avversaria? Giocatori-chiave mal impiegati o deconcentrati che non sono mai entrati in partita?

Andando a vedere, quanto alla condizione psico-fisica, la squadra di De Rossi è apparsa essere su buoni standard, il che, considerando sia quanto ha fatto fino a questo punto della stagione, sia gli impegni che l’aspettano e soprattutto la concorrenza, agguerritissima, con la quale ha avuto a che fare, non è poco: arrivare alle semifinali di Europa League dopo aver mandato a casa il blasonatissimo Milan, essere nella bagarre per un posto nella prossima Champions, se non è un’impresa poco ci manca.

Includere, poi, tra le cause della sconfitta romanista, una superiorità tecnica e qualitativa, in termini individuali e di gruppo, del Bologna nei confronti della Roma, è un’ipotesi che non sta né in cielo né in terra: si è ben visto, infatti, che nonostante la sconfitta, sia dell’una che dell’altra la squadra giallorossa ne ha in quantità ben maggiore.

Quanto, infine, alla possibilità che alcuni dei suoi giocatori-chiave non siano mai entrati in partita o siano apparsi del tutto deconcentrati o estranei rispetto a quanto succedeva intorno a loro, fra tutti il solo Abraham è apparso ancora fuori condizione: la sua è stata una prestazione che definiremmo, eufemisticamente, impalpabile. Ipotizziamo che De Rossi dev’essersene senz’altro accorto ma… chi aveva a disposizione? Lukaku era in tribuna, quindi, per i marcantoni del Bologna è stato fin troppo facile ingabbiare il londinese, entrato in campo già a mezzo servizio per via delle sue non perfette condizioni fisiche.

A compensare l’opaca prova di Abraham, abbiamo però ammirato un grandissimo Dybala che, da autentico condottiero, ha preso la Roma sulle sue spalle coadiuvato da Pellegrini, Cristante e Paredes, e quando è entrato, dall’ottimo Baldanzi; le hanno provate proprio tutte; veri gladiatori, si sono dannati l’anima fino all’ultimo per riacchiappare la partita, ma senza riuscirci, soprattutto per merito di Skorupski che in un paio di occasioni ha salvato la propria porta e di Posch che in apertura di ripresa, sul 2-0 per gli ospiti, ha respinto di… viso una bordata di El Shaarawy: quando si dice ‘metterci la faccia!’.

Volendo dare una spiegazione alla sconfitta della Roma, propenderemmo, banalmente, a dare a Cesare ciò che è di Cesare, perché la partita, nonostante tutto, è stata piuttosto equilibrata, ma il Bologna, a fronte di una Roma a tratti inspiegabilmente timorosa, impacciata, priva di idee, è stata squadra più scaltra, ha saputo sfruttare al meglio le occasioni che le sono capitate. Ma anche la Roma ha avuto le sue chance, purtroppo per lei non andate a buon fine.

Ne riportiamo qualcuna, oltre ai goal: al 9’, la Roma potrebbe passare: Cristante ruba palla a Calafiori e manda a Dybala, che pennella per El Shaarawy ma il faraone conclude alto. Al 14’, Bologna in vantaggio: Zirkzee per Calafiori che crossa morbido per El Azzouzi, aggancio in rovesciata e goal. La Roma reagisce e al 20’ Abraham recupera palla su Lucumi, trova un corridoio per Paredes che però, a tu per tu con Skorupsky, sciupa incredibilmente. Al 40’, il Bologna manda un avviso ai naviganti: punizione battuta da Saelemaekers e gran traversa a portiere battuto. Non passano cinque minuti che, al 45’, il Bologna raddoppia: Zirkzee, in area, si libera di Mancini e calcia verso la porta, Svilar para ma il pallone gli passa sotto ed entra.

In apertura di ripresa, Roma subito avanti e al 49’ c’è un angolo battuto da Pellegrini, il pallone spazzato via dai rossoblu arriva ad El Shaarawy ben appostato fuori area, che spara un’autentica bordata: sarebbe goal se Posch, letteralmente, non ci mettesse la faccia!

Dopo l’episodio, Roma avanti a tutta forza, il Bologna regge bene e imbriglia le iniziative giallorosse… fino al 56’, quando Azmounn accorcia le distanze, finalizzando al meglio un’azione nata da calcio d’angolo. La Roma ci crede, ma il Bologna pure. Al 65’, mentre sta producendo il massimo sforzo per arrivare al 2-2, la Roma si sbilancia in avanti: Dybala perde palla a centrocampo ad opera di Zirkzee che trova subito Saelemaekers, l’avanti vola indisturbato verso la porta giallorossa e batte Silar con un imparabile cucchiaio.

La vittoria contro la squadra giallorossa dimostra che il Bologna non è arrivato per caso al quarto posto in classifica. Per la Roma, l’inseguimento all’Europa continua, nonostante la sconfitta.

 

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