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Ultimi crepuscoli sulla terra...il 4 maggio al teatro "Vascello"

Fabio Condemi, regista classe 1988, regista Premio Ubu alla regia per la Filosofia nel boudoir, al teatro Vascello dal 4 al 19 maggio 2024 presenta un dittico, uno sguardo che ritrae due autori del '900: Roberto Bolaño e Pier Paolo Pasolini.

printDi :: 29 aprile 2024 15:53
Ultimi Crepuscoli sulla terra locandina

Ultimi Crepuscoli sulla terra locandina

(AGR) Dal 4 al 19 maggio 2024 al teatro Vascello un dittico autoriale di Fabio Condemi per Roberto Bolaño e Pier Paolo Pasolini. Si inizia il 4 maggio, in prima nazionale, con repliche fino al 12 maggio con lo spettacolo “Ultimi crepuscoli sulla terra” liberamente ispirato all’opera letteraria di Roberto Bolaño, regia e drammaturgia di Fabio Condemi e drammaturgia della scena e dell'immagine di Fabio Cherstich.

Un mosaico di temi, personaggi e parole tratti dalle opere del poeta e scrittore cileno. Un omaggio, un ritratto di Bolaño che ci porta a scoprire un territorio letterario dove i ricordi si mescolano in modo stupefacente con il Golpe di Pinochet, i film di Tarkovskji e di Godard. I versi di Leopardi, le canzoni dei Doors, e una miriade di storie e di vite che si intrecciano tra loro spesso guidate dal caso.

 
Dal 14 al 19 maggio Questo è il tempo in cui attendo la grazia con Gabriele Portoghese premio Ubu 2021 come miglior attore, drammaturgia e montaggio dei testi di Fabio Condemi e Gabriele Portoghese, regia Fabio Condemi, con la drammaturgia della scena e dell’immagine di Fabio Cherstich.

Una biografia onirica e poetica di Pier Paolo Pasolini attraverso le sue sceneggiature. Uno spettacolo teatrale che ritraendo le sceneggiature di Pasolini ci permette di entrare immediatamente nella sua officina poetica e in quelle “folgorazioni figurative”. Lo spettacolo non vuole esplorare il cinema di Pasolini (cioè il prodotto definitivo delle sceneggiature) ma il suo sguardo. Uno sguardo che ci riguarda, sempre.

dal 4 al 12 maggio

dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

debutto prima assoluta sabato 4 maggio h 19

Ultimi crepuscoli sulla terra

Liberamente ispirato all’opera letteraria di Roberto Bolaño

(Roberto Bolano, intervista con Mónica Maristain)

Questo spettacolo tratto da vari testi di Roberto Bolaño (Consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce; 2666; puttane assassine; chiamate telefoniche) nasce come saggio finale del biennio dell'accademia nazionale d'arte drammatica Silvio d'Amico. Attraverso il montaggio di vari testi di Bolaño abbiamo cercato di comporre un mosaico di temi, personaggi e parole. Nella drammaturgia due storie viaggiano in parallelo: da una parte la storia di Angel Ross (personaggi principale di 'consigli di un discepolo di Jim Morrison a un fanatico di Joyce'), scrittore fallito con l'ossessione per Stephen Dedalus che precipita in una spirale allucinata di delitti e violenza insieme quando incontra Ana. Dall'altra la storia delle vittime di femminicidio nel deserto di sonora in una città che prende il nome fittizio di Santa Teresa e che ricorda molto Ciudad Juarez, che è, secondo Bolaño ' la nostra maledizione e il nostro specchio, lo specchio inquieto delle nostre frustrazioni e della nostra infame interpretazione della libertà e dei nostri desideri'. Il labirinto di Dedalo e il deserto (che secondo Borges è il labirinto più irrisolvibile) sono le coordinate all'interno delle quali si manifestano i fantasmi evocati da Bolaño e dalla sua scrittura. In questo territorio letterario si incontrano e si mescolano in modo stupefacente i ricordi del golpe di Pinochet del 73 in Cile, i film di Tarkovskji e di Godard, i versi di Leopardi, le canzoni dei Doors, e una miriade di storie e di vite che si intrecciano tra loro spesso guidate dal caso. 

'Leggendo i libri di Roberto Bolaño si ride, ci si infastidisce, ci si commuove, si ha paura, ci si annoia, si soffre, ci si sente persi, si prova ansia, si sogna, si crede che possano esistere ancora passioni estreme, ci si illude che la poesia abbia senso, si pensa che niente abbia senso, si crede che tutto sia vano, e ci si convince che vivere sia meravigliosamente insano: dove si trova qualcosa del genere nei romanzi degli ultimi trent’anni? in nessun altro scrittore di oggi la letteratura è così grandiosamente allegra e disperata. Ammaliati dalla stupefacente capacità affabulatoria di Bolaño, e dalla sua voce al tempo stesso amabile e ironica, ci addentriamo in un labirinto di luoghi, di segni, di incontri, di libri, di quadri, di sogni, di storie che generano altre storie: un labirinto dove ci aggiriamo frastornati e felici, senza tuttavia sentirci mai perduti. Giuseppe Montesano

Fabio Condemi Nato a Ferrara il 5 giugno del 1988 e cresciuto nelle Marche (prima a Sassocorvaro, poi a Pesaro). Nel 2015 Si diploma al corso di regia dell’Accademia Nazionale d’arte drammatica ‘Silvio d’Amico’ di Roma con uno studio su Bestia da Stile di Pier Paolo Pasolini. Dopo L’Accademia collabora con Giorgio Barberio Corsetti come assistente per regie teatrali, operistiche e progetti didattici. Nel 2017 presenta lo studio Il sonno del calligrafo, tratto dal romanzo Jakob Von Gunten di Robert Walser, alla sezione College della Biennale teatro di Venezia. Allo studio viene attribuita una menzione speciale per Il rigore e l’inattesa ironia nell’affrontare un autore complesso come Robert Walser. Nel 2018 debutta alla Biennale teatro di Venezia diretta da Antonio Latella con Jakob Von Gunten, tratto dal romanzo di Robert Walser. Nel novembre 2019 presenta al teatro India di Roma e al Verdi di Pordenone Questo è il tempo in cui attendo la grazia: monologo tratto dalle sceneggiature di Pier Paolo Pasolini e interpretato da Gabriele Portoghese. Dal 2019 al 2021 fa parte, insieme a DOM-, Industria Indipendente, mk, Muta Imago del progetto produttivo e abitativo del Teatro di Roma ‘Oceano Indiano’. Nel 2020, Per la
programmazione di Radio India cura Specie di spazi, un programma radiofonico in 10 puntate ispirato al libro omonimo di Georges Perec. Nel 2020 presenta alla 48° edizione della Biennale teatro di Venezia il suo nuovo lavoro, La filosofia nel Boudoir di D.A.F. de Sade. A dicembre del 2020 lavora come docente alla scuola del Piccolo teatro di Milano diretta da Carmelo Rifici sull’opera e la poetica di Georges Perec. Nel 2021, all’interno del progetto Lingua madre del LAC di Lugano, Cura la regia, le scene e i costumi del cortometraggio Analisi logica. Parte I: Soggetto.
tratto dal testo di Riccardo Favaro. Nel luglio del 2021 partecipa alla scuola estiva del centro teatrale di Santacristina. Dopo la scuola scrive un diario dell’esperienza dal titolo Ronconi e il tempo vissuto (pubblicato su Doppiozero). Ad agosto 2021 tiene un laboratorio per IF, new era al teatro India che si conclude con una prova aperta dal titolo Dear Google please solve death. I testi utilizzati nella messa in scena sono Essere una macchina di Mark C’Connel e L’esperienza religiosa di P.k. Dick di Robert Crumb. Il 13 dicembre 2021 riceve il Premio Ubu 2021 per la miglior regia con la Filosofia nel boudoir (1795). Inoltre due progetti a cui ha preso parte (Lingua Madre del LAC e Radio India del TdR) vincono il Premio Ubu 2021 come miglior progetto speciale. A novembre 2022 Calderoron debutta al teatro Arena del sole. A Gennaio 2023 cura un Laboratorio a Carrozzerie not sull’opera di Thomas Ligotti dal titolo Taccuino notturno. Nel febbraio del 2023 dirige Nottuari, tratto dalle opere di Thomas Ligotti. A maggio debutta come regista di opera lirica con The turn of the screw di Benjamin Britten per I teatri di Reggio Emilia. Ad agosto cura il laboratorio vietato entrare, a partire dall’opera di Shirley Jackson per IF new era 2023. A novembre cura il saggio di diploma del biennio dell’Accademia Silvio d’Amico. Il saggio si intitola Consigli di un fanatico di Joyce a un discepolo di Jim Morrison ed è tratto da varie opere di Roberto Bolano. Nel 2024 cura la regia del saggio della scuola del piccolo teatro di Milano adattando per gli allievi La schiuma dei giorni di Boris Vian. Da diversi anni tiene dei quaderni di lavoro con appunti, disegni e diari. Un suo dialogo con Francesco Fiorentino dal titolo Walser a due è stato pubblicato nella collana isola e isole delle Edizioni volatili nel gennaio 2024.

Da qualche anno tiene dei quaderni e dei diari scritti e filmati che contengono viaggi, disegni, sopralluoghi, schizzi e annotazioni.

dal 14 al 19 maggio

dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

Questo è il tempo in cui attendo la grazia

da Pier Paolo Pasolini

Questo è il tempo in cui attendo la grazia è una biografia onirica e poetica di Pasolini attraverso le sue sceneggiature.Georges Didi-Huberman nel suo saggio Come le lucciole Scrive: «Tutta l’opera letteraria, cinematografica e persino politica di Pasolini sembra attraversata da momenti di eccezione in cui gli esseri umani diventano lucciole – esseri luminescenti, danzanti, erratici, inafferrabili e, come tali resistenti – sotto il nostro sguardo meravigliato».

I temi dello sguardo e dell’ecfrasi sono centrali in questo lavoro, Si comincia col bambino che vede il mondo, la luce, la natura, sua mamma per la prima volta (Edipo) e si prosegue con lo sguardo antico e religioso sul mondo del Centauro (Medea) e si arriva fino allo sguardo su un’Italia imbruttita dal nuovo fascismo consumista (la forma della città) passando per la “disperata vitalità” presente nel fiore delle Mille e una notte e per la scena della Ricotta nel quale il regista viene intervistato e recita “io sono una forza del passato”. I termini “vede”, “come visto da”, “vediamo”, “guarda”, “Attraverso gli occhi di...” compaiono molto spesso in tutti i testi scelti e creano questo filo rosso sul tema del vedere che è molto importante in un periodo nel quale la capacità di guardare le cose si è atrofizzata.

Per questo motivo il materiale letterario che abbiamo scelto è tratto dalle sceneggiature: Sfogliando una sceneggiatura di Pasolini entriamo immediatamente nella sua officina poetica e in quelle “folgorazioni figurative” per i pittori medievali e manieristi studiati sotto la guida di Roberto Longhi.

Quello che ci interessa esplorare non è il suo cinema (cioè il prodotto definitivo delle sceneggiature) ma il suo sguardoUno sguardo che ci riguarda, sempre.Il titolo dello spettacolo è tratto da un verso della poesia di Pasolini, Le nuvole si sprofondano lucide, inserita nella raccolta Dal diario (1945-1947), Salvatore Sciascia, Caltanissetta maggio 1954.

Gabriele Portoghese (Milano, 1982) inizia il suo percorso sotto la guida di Carlo Cecchi. Ha lavorato, tra gli altri, con Andrea Baracco, Valerio Binasco, Ferdinando Bruni, Fabio Cherstich, Giorgio Barberio Corsetti, Roberto Rustioni, Federica Santoro. Dal 2015 collabora col regista Fabio Condemi. Premio Ubu come miglior attore nel 2021.

Teatro Vascello Via Giacinto Carini 78

Monteverde Roma

Come raggiungerci con mezzi privati: Parcheggio per automobili lungo Via delle Mura Gianicolensi, a circa 100 metri dal Teatro. Parcheggi a pagamento vicini al Teatro Vascello: Via Giacinto Carini, 43, Roma; Via Maurizio Quadrio, 22, 00152 Roma, Via R. Giovagnoli, 20,00152 Roma
Con mezzi pubblici: autobus 75 ferma davanti al teatro Vascello che si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure: 44, 710, 870, 871. Treno Metropolitano: da Ostiense fermata Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello. Oppure fermata della metro Cipro e Treno Metropolitano fino a Stazione Quattro Venti a due passi dal Teatro Vascello

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