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Federconsumatori, Rc auto, i costi delle polizze ancora in rialzo

Nei primi mesi del 2024 l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha rilevato in Italia aumenti del +5% per gli assicurati in 14esima classe e del +2% per quelli in prima. Nel 2023 in Italia per la polizza rc auto si pagava mediamente il 27% in più rispetto agli altri paesi, un divario inaccettabile

printDi :: 13 febbraio 2024 13:19
assicurazione auto foto pixabay

assicurazione auto foto pixabay

(AGR) È stata convocata per domani la Commissione di allerta rapida sui prezzi, proprio per “approfondire le tematiche assicurative e, in particolare – riporta la nota del Ministero – le recenti dinamiche dei costi dell’RC auto, a fronte di un aumento del prezzo medio del +7,1% tra novembre 2023 e lo stesso periodo nel 2022, come pubblicato da IVASS.”

Secondo le stime ACI-ISTAT sugli incidenti stradali nel primo semestre 2023, però, il numero di incidenti è diminuito rispetto all’anno precedente del -1%. Non può essere certo imputabile all’andamento dell’incidentalità, quindi, l’incremento delle polizze rc auto rilevato da IVASS.

 
Incremento che non si arresta nemmeno nei primi mesi del 2024: a gennaio-febbraio dell’anno in corso, rispetto al 2023, l’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori ha rilevato un aumento medio del +5% per chi si trova in 14esima classe e del +2% per chi si trova in prima classe.

Gli aumenti più elevati si registrano a Roma e Napoli per i 18enni in 14esima classe. In questa tipologia si registrano picchi di aumento anche del 28%.

Mentre migliora la situazione per i 18enni che devono stipulare una polizza in prima classe (che beneficiano della legge 248/2006 c.d. Decreto Bersani), che devono fare i conti con un aumento medio del +1%, non va altrettanto bene per chi si trova nella stessa classe ma ha un’età anagrafica di circa 50 anni: in questo caso si registra un aumento medio del +2%.

Ancora più assurdo e intollerabile è il confronto con il contesto europeo: nel 2023 in Italia per la polizza rc auto si pagava mediamente il 27% in più rispetto agli altri paesi. Un divario inaccettabile che va sanato al più presto: non esistono le condizioni per giustificare una disparità di questo tipo, né per motivare i recenti aumenti. Se, come spesso ci siamo sentiti rispondere a tali obiezioni, il divario e gli incrementi sono causati da un aumento dei veicoli circolanti senza copertura assicurativa è ora di prendere provvedimenti mirati contro tale fenomeno: non possono essere i cittadini a pagarne le conseguenze.

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