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Ostia, il giornalismo in prima linea

print25 marzo 2019 16:32
Ostia, il giornalismo in prima linea
La cultura è il primo presidio contro la mafia. Dal porto turistico di Ostia, l’associazione antimafia #Noi, presieduta da Massimiliano Vender, ha lanciato forte l’appello a tutte le forze democratiche per promuovere e diffondere la cultura della legalità. Dalla sala conferenze del porto, nel fine settimana appena trascorso, con due seminari di giornalismo ed una mostra fotografica è proseguito il sostegno all’impegno giornalistico di Federica Angeli, la giornalista di La Repubblica, nota per le sue inchieste contro le mafie che dal 2013 vive sotto scorta per le minacce ricevute.

La mostra fotografica (inaugurata venerdì scorso) ha ospitato una serie di scatti della manifestazione di esordio dell’associazione Noi, dello scorso 30 settembre, con la quale, si era voluto organizzare una vera e propria festa in strutture confiscate del litorale. Il clou dell’evento culturale è stato però rappresentato dai due seminari. Sabato, è stata la volta di Pino Scaccia, inviato del TG1 e giornalista da sempre residente sul litorale ed a fianco della Angeli in questa nuova sfida, che ha tenuto il seminario “Inviati di guerra”, assieme al fotoreporter romano Alex Mazzenga ed Antonella Napoli. Nel pomeriggio è stato presentato da Federica Angeli il libro di Pino Scaccia ed Anna Raviglione “Dittatori”.

Federica Angeli in “Come combattere i clan con una penna” (il seminario di ieri mattina 24 marzo) ha ripercorso le sue inchieste raccontando episodi inediti e dispensando consigli operativi ai giornalisti presenti. Con lei, Sandro Ruotolo, giornalista Rai, per anni collaboratore di Santoro ed autore di indagini su mafia e camorra che hanno portato alla luce gravi responsabilità e complicità nello smaltimento dei rifiuti tossici in Campania, anche lui sotto scorta. Sulla drammatica situazione della libertà di stampa e sull’impegno personale dei giornalisti è intervenuta anche Paola Spadari, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio: “I giornalisti minacciati è la prima linea del giornalismo nel Lazio, dove, su 20 mila iscritti contiamo circa il 40% della quota nazionale dei giornalisti che sono stati minacciati. Non bisogna mai dimenticare che i giornalisti difendono il “diritto alla verità” che è patrimonio dei cittadini”. Marino Bisso, caposervizio di La Repubblica e presidente dell’associazione “No bavaglio” ha poi illustrato il caso del Roxy bar, indicando come il giornalismo possa essere un utile supporto a quanti denunciano la mafia”.

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